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Vescovi nord-irlandesi: aborto e nozze gay, emendamenti anti-democratici

Alla mezzanotte di ieri sono entrati in vigore i due emendamenti approvati a luglio dal Parlamento di Westminster che legalizzano l’aborto e i matrimoni omosessuali in Irlanda del Nord. Forte la reazione dei vescovi nordirlandesi che chiamano in causa anche le responsabilità dei leader politici locali. I presuli chiedono anche il ripristino al più presto del governo autonomo nord-irlandese

Lisa Zengarini - Città del Vaticano

“Un giorno tragico per i bambini non nati”, ma “anche un giorno triste per la nostra democrazia locale”. Così, in una nota, i vescovi nord-irlandesi commentano la legalizzazione dell’aborto fino alla 28.ma settimana e delle nozze omosessuali in Irlanda del Nord. Ieri a mezzanotte, infatti, è scaduto il termine fissato dal Northern Ireland Executive Formation Act approvato lo scorso luglio dal Parlamento di Londra per far tornare in funzione il governo decentrato nord-irlandese, nel quale erano inserite queste due norme. Il Parlamento autonomo locale non si riunisce da quasi tre anni a causa dell’irrisolta spaccatura tra i due partiti della coalizione di unità nazionale, il Partito unionista democratico (Dup) e lo Sinn Féin, che dopo le ultime elezioni non sono riusciti a trovare un accordo.

Le responsabilità dei leader politici nord-irlandesi

Ed è sui leader politici nord-irlandesi che puntano il dito i vescovi: “L’ineludibile verità è che i nostri rappresentanti avevano tutto il tempo e il potere di impedire che questa legislazione draconiana sull'aborto voluta da Westminster fosse introdotta sopra le teste dei nostri cittadini, ma hanno scelto di non farlo”, afferma la nota. “I cittadini devono ritenere i loro rappresentanti responsabili delle decisioni prese”.

Sul diritto alla vita i cittadini hanno il diritto di esprimersi

I presuli richiamano quindi il dovere e il diritto di tutti i cittadini, eletti ed elettori, di contrastare le leggi ingiuste che negano il diritto alla vita, un diritto che “non ci è dato da nessuna legge e da nessun governo”. “L’uguale diritto alla vita e all'amore di una madre e del figlio non nato è così fondamentale per il bene comune di ogni società che i cittadini meritano la più ampia partecipazione al dibattito democratico sulla legislazione che la governa ”, afferma la nota.

Tutelare la libertà di coscienza

Allo stesso modo, si aggiunge, va tutelata “la libertà di coscienza degli operatori sanitari” ai quali non si deve mai chiedere “di sostenere un'azione in conflitto con il loro impegno a difendere la vita”. A preoccupare i vescovi nord-irlandesi è anche l’altro emendamento imposto da Londra che legalizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso (già introdotto nel 2013 in Inghilterra e nel 2014 in Scozia), equiparando l’unione di due uomini o due donne  "al rapporto matrimoniale tra marito e moglie teso alla procreazione di figli”.

Sia ripristinato al più presto il governo autonomo nord-irlandese

Di qui l’appello a tutti i partiti locali “affinché raddoppino i loro sforzi per ripristinare l'Assemblea e l’Esecutivo condiviso, per dare espressione alla volontà democratica dei cittadini nord-irlandesi e per affrontare l'urgente necessità di costruire una società basata sul rispetto del diritto alla vita e sull’ attenzione ai più bisognosi”, che sono i più colpiti dal mancato accordo tra i due principali partiti dell'Irlanda del Nord. Infine, l’invito a tutti i nord-irlandesi a “continuare a pregare per una società che rispetti l'uguale diritto alla vita e alla cura della madre e del figlio non nato”.

 

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22 ottobre 2019, 12:40