Veglia di preghiera con i nomi dei prigionieri Veglia di preghiera con i nomi dei prigionieri 

Gesuiti latinoamericani: la repressione in Nicaragua non è mai cessata

Conferenza dei provinciali dei gesuiti dell’America Latina e del Caribe: “dal 18 aprile 2018 non si è mai fermata la repressione governativa. 328 morti, 800 detenzioni arbitrarie, 88 mila persone hanno lasciato il Paese”

“In Nicaragua la repressione da parte degli agenti del regime Ortega-Murillo non è cessata un solo giorno a partire dal 18 aprile 2018. Nessuno dei detenuti messi in carcere nel 2019 è stato davvero liberato – nonostante gli impegni firmati – poiché i loro procedimenti restano aperti. E sono permanentemente assediati e minacciati nelle loro case e nelle loro comunità”. Questo il duro atto d’accusa verso il Governo di Managua da parte della Conferenza dei provinciali dei gesuiti dell’America Latina e del Caribe (Cpal), che prendono posizione attraverso una nota firmata da padre Roberto Jaramillo, presidente della Cpal, e da padre Rolando Alvarado, superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Centroamerica.

328 morti e oltre 800 detenzioni arbitrarie

Il documento – riporta l’Agenzia Sir - ricorda le cifre della repressione governativa a partire dal 2018, tra cui i 328 morti e le oltre 800 detenzioni arbitrarie, oltre al fatto che ancora oggi sono 130 le persone in carcere per motivi politici. “Le proteste si sono ridotte drasticamente grazie al regime del terrore e della paura provocata dallo spiegamento sproporzionato di agenti all’annuncio di qualsiasi mobilitazione. Mediamente ogni giorno vengono incarcerate quattro persone mentre partecipano a piccole azioni di protesta”. E, ancora, “il controllo sociale è stretto e lo spionaggio si è istituzionalizzato”. Non mancano uccisioni, non tanto nelle città, ma nelle zone rurali soprattutto del nord, mediamente due al giorno.

88 mila persone hanno dovuto lasciare il Paese

La Cpal denuncia che 88mila persone hanno dovuto lasciare il Paese, tra cui cento giornalisti. Conclude la nota, rivolgendosi ancora una volta alla Comunità internazionale: “Non ci stanchiamo di denunciare l’arbitrarietà del regime Ortega-Murillo. Vogliamo continuare, attenti alla voce di quelli che soffrono la tirannia che pretende di sommettere i sogni di libertà e democrazia attraverso il terrore, la tortura, gli omicidi”.
 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

24 settembre 2019, 10:48