Cerca

San Giovanni Paolo II nella Basilica della Madonna delle Lacrime a Siracusa, 6 novembre 1994 San Giovanni Paolo II nella Basilica della Madonna delle Lacrime a Siracusa, 6 novembre 1994

E’ Santuario regionale la Basilica della Madonna delle Lacrime di Siracusa

Con un atto formale firmato dal presidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignore Gristina, la Basilica della Madonna delle Lacrime di Siracusa diventa Santuario regionale. Oggi il via alle celebrazioni per il 66.mo anniversario della lacrimazione di una statua-quadretto raffigurante il Cuore Immacolato di Maria

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Quattro giorni di preghiera, celebrazioni e suppliche presso la Basilica della Madonna delle Lacrime di Siracusa per ricordare, a distanza di 66 anni, la misteriosa lacrimazione di una statua-quadretto: un mezzo busto di gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria. Nella casa di una coppia di sposi Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusti, lei in attesa di un bimbo ma con una gravidanza difficile, la Madonnina pianse dopo una notte difficile per la futura mamma che aveva continui abbassamenti della vista. La lacrimazione si protrasse a più riprese dal 29 agosto al primo settembre. Già nel dicembre 1953 i vescovi siciliani, dopo il pronunciamento di esperti, riconobbero la straordinarietà dell’evento. Poi l’anno successivo anche Papa Pio XII parlò delle lacrime di Maria e nel 1994 fu san Giovanni Paolo II a consacrare la Basilica.

Le celebrazioni per la Madonna delle Lacrime

A chiudere i quattro giorni di fede sarà monsignore Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, con una solenne celebrazione eucaristica mentre stasera sarà firmato il decreto che riconosce la Basilica come Santuario regionale da parte di monsignore Salvatore Gristina presidente della Conferenza episcopale siciliana che spiega il motivo di questo decreto:

Ascolta l'intervista a monsignore Gristina, arcivescovo di Catania

R. – Oggi insieme al segretario della Conferenza episcopale siciliana avrò la gioia di firmare il decreto con cui noi vescovi di Sicilia costituiamo questo Santuario regionale. Siamo arrivati a questa decisione accogliendo la richiesta dell’arcivescovo di Siracusa, tenendo conto di quello che ha significato per le Chiese di Sicilia e anche evidentemente per tanti altri pellegrini quello che accadde 66 anni fa. Tutti auspichiamo che questo Santuario regionale possa essere un punto per crescere come cristiani. Questo significa certamente accogliere l’invito alla conversione, a non far versare lacrime alla Madonna e a tanti fratelli e sorelle. Significa una crescita nella solidarietà, nella carità, nella condivisione. Ci sono tante lacrime dappertutto e anche nella nostra isola. Tante lacrime da asciugare.

Papa Francesco, ricevendo il reliquiario della Madonna delle lacrime nel 2018 a Casa Santa Marta, ha chiesto il dono delle lacrime…

R. – Esatto. Certamente nel Santuario, la preghiera per il dono delle lacrime, con tutto quello che significa, si innalzerà. Tutti ne abbiamo bisogno: dalle lacrime può iniziare quel cammino di ripensamento, di discernimento che ci porta a traguardi di umanità più autentica.

La preghiera di Papa Francesco per la Madonna delle Lacrime

Ogni giorno di celebrazione è dedicato a un particolare tipo di lacrime: Le lacrime che generano speranze, le lacrime per i figli, le lacrime per la Chiesa, le lacrime in cerca di consolazione. Ancora oggi cosa ci dice quella statuetta di gesso?

R. – Ho avuto la gioia di essere diverse volte nel Santuario, anche di poter osservare proprio da vicino quel quadretto. E’ davvero un’esperienza molto bella, molto significativa perché la Madonna condivide le nostre lacrime e quindi ci consola. Le lacrime chiedono di essere anzitutto viste, comprese, asciugate: credo che questo evento sia davvero un dono del Signore. La Vergine Santissima ci aiuterà a valorizzare nella maniera migliore questo dono che riceviamo da suo Figlio. 

Le lacrime di speranza

“Una mamma che piange lacrime di speranza”: così monsignore Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, disegna la Vergine apparsa nella casa di Angelo e Antonina: 

Ascolta l'intervista a monsignore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa

R. – Il Santuario della Madonna delle lacrime sorge per un voto, un auspicio dei vescovi di Sicilia che avevano avuto relazione del prodigio che si era verificato in agosto e fine settembre. Il vescovo del tempo, l’arcivescovo Ettore Baranzini riferì alla Conferenza episcopale siciliana e i vescovi furono unanimi nel riconoscere la straordinarietà di quell’evento, insieme espressero l’auspicio che si costruisse un santuario a perpetua memoria.

Cosa significa per la sua arcidiocesi la presenza di questa Basilica della Madonna delle lacrime?

R. – Io ero bambino quando l’evento è accaduto, ci sono ancora testimoni… Fino a stamattina sono stato a celebrare lì nella casa del pianto e una donna mi ha detto: “Io abitavo qui vicino, sono testimone di quell’evento”. La lacrimazione della Madonna ha segnato un po’ la vita di questa diocesi di Siracusa e non solamente perché è conosciuta in tutta la regione, vengono i pellegrini, e lì andando in santuario, come già al tempo di Giovanni Paolo II, vengono accolti soprattutto per quella esperienza di attenzione materna, perché le lacrime sono un segno bello della madre che piange per i propri figli. E’ la partecipazione molto intensa della Madonna alla vita di noi che siamo suoi figli e della nostra diocesi.

Una madre che piange per i suoi figli che allora pianse per Antonina che stava aspettando un bambino e che era in difficoltà. La Madonna delle Lacrime è anche la protettrice di tante donne in attesa…

R. – Ogni anno si tiene una particolare celebrazione in Santuario proprio per le mamme che sono in attesa.

In un mondo che secondo Papa Francesco sta vivendo oggi la terza guerra mondiale a pezzi, ci sono molti motivi per piangere. A 66 anni da quell’evento miracoloso, quelle lacrime cosa ci dicono?

R. – Credo che le lacrime di una mamma siano sempre di incoraggiamento per i figli. Sono lacrime di dolore ma che manifestano l’intensità di partecipazione dei sentimenti di una madre alla vita dei figli e quindi diventano, già per questo stesso motivo, lacrime di speranza.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

29 agosto 2019, 14:10