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Nigeria: Giornata di preghiera per la pace funestata dall'uccisione di un sacerdote

La vigilia della Giornata sconvolta dalla notizia dell'uccisione di un altro sacerdote nigeriano che stava mediando per la pacificazione di due gruppi etnici. Il vescovo della diocesi esclude ogni responsabilità di gruppi estremisti islamici

Alla vigilia dell'odierna Giornata per la pace in Nigeria è giunta la notizia dell’uccisione di un sacerdote nigeriano che stava mediando in un conflitto tra etnie nell'est del Paese. Ieri don David Tanko, parroco ad Ahmadu, nella diocesi di Jalingo, nello Stato di Taraba, è stato fermato da uomini armati sulla strada per il villaggio di Takum, dove avrebbe dovuto partecipare ad un incontro per mediare un accordo di pace volto a mettere fine alla crisi che oppone le etnie Tiv e Jukun, che sono prevamentemente cristiane, anzi con una componente cattolica. Secondo fonti locali, i malviventi, dopo aver ucciso don Tanko hanno dato fuoco al corpo del sacerdote e alla sua automobile. Monsignor Charles Michael Hammawa, vescovo di Jalingo, ha condannato l'uccisione di don David Tanko ed ha escluso ogni responsabilità  di gruppi estremisti islamici: "Appena avuto la notizia della sua morte - ha detto - siamo rimasti scioccati. La diocesi è in lutto”.

Il vescovo esclude ogni responsabilità di gruppi estremisti islamici

Il vescovo ha aggiunto: “Abbiamo predicato la pace e fatto sforzi per portare entrambe le parti al tavolo negoziale. La polizia dello Stato mi ha promesso che sta indagando sul caso, preghiamo che gli autori siano assicurati alla giustizia. La nostra preoccupazione principale ora - ha proseguito - è di dargli una sepoltura adeguata. Non vogliamo che vi sia alcuna rappresaglia nè vendetta, che non farà che peggiorare la situazione” ha ammonito monsignor Hammawa. I funerali del sacerdote si terranno martedì prossimo, mentre la sepoltura avrà luogo il 3 settembre nel cimitero diocesano di Jalingo. L'omicidio è avvenuto ad un mese di distanza da quello di don Clement Eziagu, della diocesi di Enugu, vittima di un tentativo di rapimento. Come moltissimi cittadini della Nigeria, anche i sacerdoti sono talvolta vittime di azioni violente di diversa matrice; non sempre dal movente anticristiano o, comunque, non solo anticristiano.

I vescovi di un'altra regione invitano a non avere paura

In un’altra regione della Nigeria - riferisce l'Agenzia Fides -  i vescovi della Provincia ecclesiastica di Owerri (capitale dello Stato dell’Imo), nel del sud-est del Paese, che comprende, oltre all’arcidiocesi metropolitana di Owerri, le diocesi suffraganee di Aba, Ahiara, Okigwe, Orlu e Umuahia (capitale dello Stato Federato di Abia), in una lettera pastorale intitolata “Siate forti! Non abbiate paura!" denunciano che “la popolazione è tra due fuochi: i soprusi di politici, militari e forze dell’ordine, da una parte, le violenze e le razzie dei pastori Fulani e di altri banditi, dall’altra”. “La popolazione sta subendo minacce insopportabili. Ogni giorno, lungo tutti i nostri Stati, ascoltiamo storie strazianti di rapimenti, stupri, mutilazioni, estorsioni, accaparramento di terre, uccisioni e distruzione delle fonti di sostentamento delle persone. Continuiamo a sperare invano - scrivono i presuli - che i pubblici funzionari eletti e gli agenti di sicurezza proteggano i nostri cittadini come previsto e sancito dalla Costituzione”.

Il dramma della disoccupazione giovanile

Un’altra situazione allarmante rilevata dai vescovi è la forte disoccupazione giovanile che fa sì che “molti giovani cerchino di fare soldi velocemente e senza scrupoli, anche a costo della vita, invece di cercare lavori creativi, innovativi e redditizi”. I presuli esortano quindi i fedeli a “rimanere saldi nella fede e nell’affidamento a Dio, che costituiscono la nostra principale fonte di forza”; ma avvertono che “ non bisogna abusare della disposizione aperta e amichevole dei cristiani o darla per scontata”.

Il governo tuteli i cittadini

“Il governo nigeriano e i suoi leader – continua la lettera - deve assumersi l'obbligo costituzionale di proteggere e difendere ogni cittadino nigeriano indipendentemente dalla sua appartenenza religiosa o etnica”. Altrimenti, “il senso di unità nazionale della Nigeria diventa insignificante e inutile. Laddove il governo non riesce a proteggere e difendere il popolo, i cittadini saranno costretti a difendersi da soli”.

L'odierna Giornata di preghiera per la pace

Il messaggio esorta poi i cristiani a pregare e a rimanere vigili, “nel promuovere la visione cristiana al fine di contrastare l’ideologia brutale dell'odio, della malvagità e della violenza”. A tal fine oggi, 30 agosto, si tiene nelle diocesi interessate, una Giornale speciale di preghiera per la pace in Nigeria. 

 

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30 agosto 2019, 12:30