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Delegazioni al lavoro durante la XVIII Assemblea del Secam, a Kampala in Uganda Delegazioni al lavoro durante la XVIII Assemblea del Secam, a Kampala in Uganda 

Impegno delle Chiese africane contro lo sfruttamento dell’infanzia

Famiglie, bambini e migranti: gli impegni futuri sottoscritti dai vescovi dell’Africa e del Madagascar nel documento di Kampala, approvato in chiusura dell’Assemblea del Secam. Eletto il nuovo presidente dell'organismo, il cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo

Roberta Gisotti - Città del Vaticano

Sono rientrati nei loro Paesi con un mandato particolare: impegnarsi per valorizzare “la famiglia fondata sull’unione di un uomo e una donna, che rimane il primo luogo di evangelizzazione”, ponendo speciale attenzione ai “bambini” e ai “giovani”, proteggendoli da violenze e abusi diffusi nelle società africane.

50 anni del Secam, nato sotto gli auspici di Paolo VI

Un impegno sottoscritto dai delegati di 40 Conferenze episcopali nel Documento di Kampala, in chiusura della 18ma Assemblea plenaria del Secam, il Simposio delle Chiesa d’Africa e del Madagascar, riunite nella capitale Ugandese, nel 50mo anniversario della nascita di questo organismo di coordinamento continentale, sorto quale frutto del Concilio Vaticano II, il 29 luglio del 1969, sotto gli auspici di Paolo VI, primo Papa a recarsi in Africa, in Uganda, dove potè presenziare la nascita del neonato Simposio dei vescovi africani e malgasci, convocato per l’occasione a Kampala.

Eletto il nuovo presidente: cardinale Ouédraogo

Presenti nella stessa città africana, 50 anni dopo, per festeggiare il giubileo d’oro del Secam, 170 tra cardinali, arcivescovi e vescovi insieme a numerosi sacerdoti, religiosi, religiose e laici, chiamati ad eleggere al termine dei lavori il nuovo presidente nella persona del cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou, nel Burkina Faso, che succede a mons. Gabriel Mbilingi, arcivescovo di Lubango, in Angola.

Famiglia e giovani perno nell’opera di evangelizzazione

“Chiesa, Famiglia di Dio in Africa”, intorno al tema centrale dell’Assemblea sono scaturite tante riflessioni sui progressi fatti in mezzo secolo di vita del Secam nell’opera di evangelizzazione, nel cammino ecumenico, nel dialogo interreligioso, nella comunione, collaborazione ecclesiale, nei rapporti con la società civile. Diverse le raccomandazioni contenute nell’esortazione finale per ridare slancio alla centralità della famiglia, per valorizzare il ruolo della donna, per porre attenzione alla formazione cristiana dei giovani, per tutelare l’infanzia da abusi e violenze nelle stesse famiglie, contrastare il lavoro minorile, la tratta dei minori e l’arruolamento nei gruppi armati.

La difesa dell’infanzia da violenze diffuse nelle società africane

Fenomeni che persistono in molte parti del continente africano, nonostante ci siano leggi che condannano questi crimini efferati, come ha denunciato mons. Thomas Luke Msusa, arcivescovo di Blantyre, in Malawi, vicepresidente della Chiese dell’Africa orientale (Amecea). Serve quindi un maggiore sforzo - ha sollecitato il presule - per sradicare le cause di queste deplorevoli tragedie. “Si tratta di una sfida che noi vescovi abbiamo accettato, e abbiamo promesso che faremo del nostro meglio come Chiesa in Africa per garantire che i bambini siano ben protetti sotto tutti gli aspetti”. “L’Africa come la Chiesa – ha ricordato – è una famiglia che comprende padre, madre, figli. Tuttavia in alcuni contesti, i figli subiscono realtà di grande dolore. E’ il caso degli abusi sessuali, dei piccoli che vengono addestrati a combattere, strappati alla famiglie per essere venduti oltre che sfruttati sul lavoro”. “ Il Vangelo – ha concluso mons. Msusa – raccomanda di amare il prossimo come sé stessi, i bambini sono il nostro prossimo, e abbiamo l’obbligo e il dovere di amarli e difenderli da ogni possibile sfruttamento”.

Appello ai governi per il benessere dei loro popoli

Nella dichiarazione di Kampala i vescovi del Secam non dimenticano di evidenziare la cura pastorale dei migranti e dei rifugiati e il sostegno ad un’ecologia integrale della persona inserita nel creato, rivolgendo infine un pressante appello ai governi, ai politici e alle autorità civili perché lavorino insieme per il benessere dei loro popoli.

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31 luglio 2019, 13:58