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Loreto: con Paolo VI per riconoscere la divinità dell’uomo

Comprendere la grandezza dell'uomo con la recita del Rosario davanti alla Basilica della Santa Casa a Loreto, ricordando le parole di Paolo VI pronunciate una settimana prima della missione Apollo 11 sulla luna

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

L’intenzione di preghiera del Rosario di questa sera, presieduto dall’Arcivescovo Delegato Pontificio, mons. Fabio Dal Cin, sarà per i giovani, le famiglie e i malati, con la memoria viva della dimensione creaturale e insieme divina di ogni uomo. Loreto attende tutti nella piazza della Basilica della Santa Casa, alle ore 21 per concludere con una fiaccolata la più amata delle preghiere mariane. Presenti anche l’UNITALSI di Romana Civita Castellana e l’Associazione Giovanile Sant’Anna di Pandola (Salerno).

Ispirazione e motivo di riflessione dell'incontro, la famosa frase di Paolo VI al termine dell’Angelus del 13 luglio 1969, ad una settimana esatta dall’allunaggio: 

L’uomo, questa creatura di Dio, ancora più della luna misteriosa, al centro di questa impresa, ci si rivela. Ci si rivela gigante. Ci si rivela divino, non in sé, ma nel suo principio e nel suo destino. Onore all'uomo, onore alla sua dignità, al suo spirito, alla sua vita.

Su queste parole, la riflessione di mons. Fabio Dal Cin che guiderà il Rosario.

Ascolta l'intervista a mons. Dal Cin

Mons. Dal Cin, il valore delle parole di Paolo VI in questo contesto di preghiera proprio davanti all Santa Casa...

R.- Una frase che esprime l’animo di questo grande Papa, di questo grande uomo di Dio appassionato dell’umanità e attento anche alle scoperte e al progresso che vede profondamente connesso con quel principio di divinità che è posto nel cuore di ogni uomo, che ha origine in Dio e che rende grande l’uomo. Mi sembra di intravedere tra le righe di questa grande frase, l’espressione di un padre della Chiesa, sant’Ireneo, che diceva: “La Gloria di Dio è l’uomo vivente”. Anche l’esperienza del primo passo sulla luna, rivela questa gloria di Dio.

Non è un controsenso affiancare le parole di Paolo VI, che rimane stupito difronte alla grandezza dell’uomo, “ancor più grande della luna”, alla realtà spesso difficile e fragile dei giovani delle famiglie e dei malati a cui il Rosario di questa sera è dedicato?

R.- Queste tre priorità sono profondamente connesse con il Messaggio di Loreto. Il Santuario, unico nel suo genere insieme a Nazareth, custodisce il Mistero dell’Incarnazione di Dio che si fa uomo e che Paolo VI contempla, ancora una volta, in quel grande evento che è stato la prima spedizione dell’uomo sulla luna. In questo Santuario, Maria e Gesù sono cresciuti. La Santa Casa è la casa della Sacra Famiglia e di tutte le famiglie del mondo, soprattutto di quelle più ferite e che cercano di corrispondere al disegno che Dio ha su di loro, anche se faticano. E poi i malati, i privilegiati di Dio, coloro che partecipano del mistero della Passione e della morte di Cristo. Sono quindi i tre riferimenti pastorali che Papa Francesco, venendo qui in visita lo scorso 25 marzo, ha indicato come priorità del Santuario.

Vi state anche preparando al Giubileo Lauretano “Maria Porta del Cielo”, a proposito di immensi spazi…

R.- Faremo anche questo riferimento. Ci stiamo già preparando all’apertura dell’Anno Santo Lauretano grazie alla concessione del Santo Padre per il centenario della Patrona di tutti i viaggiatori d’aereo. Quindi, il cielo è il riferimento verso il quale noi ci orientiamo anche con questa celebrazione. Cominciamo così a pregare perché l’Anno Santo sia proficuo non solo per chi viaggia in aereo, ma anche per tutti i pellegrini, quei pellegrini che passeranno la porta Santa con il desiderio di conversione, di ritornare a Dio e di ravvivare la celeste devozione a Maria che ci aiuta a guardare il Cielo. Tra le varie litanie lauretane, che la Chiesa ha fatto proprie, c’è quella che recita “Maria porta del Cielo”. Ecco, è Lei che ci aiuta a guardare in alto e a rivolgere i nostri cuori verso Dio.

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20 luglio 2019, 17:25