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Assisi Summer School: lanciato il manifesto per un futuro di pace

Al termine dei lavori della Summer School “Building future on peace” ad Assisi, è stato lanciato il Manifesto per un futuro di pace

Eugenio Serra – Città del Vaticano

Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Focsiv, Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” e Missio lanciano il Manifesto per un futuro di pace. L'iniziativa ha concluso la Summer School che si è tenuta nei giorni scorsi ad Assisi sul tema della costruzione della pace. L’adesione al documento impegna “ad essere cittadini responsabili, artigiani di pace e di speranza, pellegrini sulle orme dei testimoni di un’umanità riconciliata”, nelle città, in Italia, in Europa e nel mondo intero. Il futuro dell’umanità ha bisogno di pace, i popoli hanno bisogno di pace, i diritti umani fondamentali reclamano la pace. Per tutti e per ciascuno la pace è “un bene necessario e un dovere inderogabile, senza cui non può esservi alcun progetto credibile sul futuro”.

La politica agisca con lungimiranza

Il Manifesto ribadisce poi il suo “no” deciso alla vendita delle armi, specialmente a quelle “made in Ue” e chiede l’applicazione di politiche comunitarie, “per accoglienza, inclusione e coesione, sostenibilità ambientale, lavoro, lotta alle disuguaglianze e discriminazioni”, che siano coerenti con i principi fondatori dell’Unione. Il Manifesto vincola ciascuno a “tessere il tessuto sociale delle nostre comunità”, promuovendo una sicurezza che nasca dall’incontro, “non dai muri di separazione”. Chiede alla politica responsabilità e lungimiranza, aprendosi all’ascolto dei cittadini.

Costruire società non violente

Il Manifesto chiede in particolare alla comunità dell'Italia, a 150 anni dalla sua unità, di dare “nuova linfa ai principi di unità, sussidiarietà e leale collaborazione tra istituzioni ed enti che costituiscono la Repubblica”. Chiede, in particolare a ciascun cittadino di “disarmare la lingua e le mani”, sollecitando i responsabili delle istituzioni a riconoscere il valore generativo del confronto, investendo sulla costruzione di una società nonviolenta.

Sviluppo umano integrale

Il Manifesto esprime infine preoccupazione “per lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e delle scelte irresponsabili condotte dall’uomo nell’ultimo secolo” e reclama maggiore sollecitudine nel perseguimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030. Chiede che “lo sviluppo umano integrale, in quanto rispettoso dell’ambiente e dei diritti umani, sia la via per il reale progresso dell’intera umanità e per la costruzione della pace”.

“I contenuti di questo manifesto verranno riproposti a tutti coloro che hanno il coraggio di prendere una posizione netta a favore della pace”. Con queste parole apre l’intervista ai microfoni di Vatican News Michele D’Avino, direttore dell'Istituto Toniolo.

Ascolta l'intervista a Michele D'Avino

Il Manifesto invita a “tessere il tessuto sociale delle nostre comunità”. Oggi prevale sempre di più una cultura individualista. Da dove bisogna ripartire per ricompattare il tessuto sociale?

R. – Bisogna operare una rivoluzione dei legami sociali. Ci hanno inculcato l’idea dell’altro come qualcuno che è ostile alla piena realizzazione di noi stessi. Il manifesto, invece, vuole comunicare che soltanto grazie all’altro posso realizzarmi in quanto uomo. C’è bisogno di riscoprire, a partire da una dimensione di fratellanza, il valore dell’altro come qualcuno che arricchisce la vita e allarga gli orizzonti.

Nel Manifesto viene espresso anche un no deciso alla vendita delle armi…

R. – Nel Manifesto abbiamo voluto sostenere che non possiamo essere davvero cristiani, cittadini europei o cittadini di questa Repubblica, se non denunciamo l’assurdità dell’industria della guerra, se non chiediamo con forza alle istituzioni europee, allo Stato, a tutti coloro che hanno sottoscritto i principi e le convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani e della pace, che bisogna destinare le risorse attualmente impiegate per l’industria della guerra, per costruire progetti concreti a sostegno della pace e di tutto ciò che la pace può promuovere.

Il Manifesto esprime preoccupazione “per lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e delle scelte irresponsabili condotte dall’uomo nell’ultimo secolo”. Crede che ci sia bisogno di una maggiore divulgazione di questo tema?

R. – Questo è uno degli aspetti cruciali del patto tra generazioni. I giovani su questo sono illuminati. Penso alla capacità di Greta Thunberg, un’adolescente di questo tempo, capace di smuovere masse per gridare la necessità di garantire un futuro ai giovani. Noi, su questo tema, siamo partiti dalle considerazioni della Laudato si', e lo abbiamo fatto ad Assisi.

Qual è stato il clima che si è respirato in questi giorni tra i partecipanti?

R. – Posso testimoniare un clima di grande fiducia e di speranza per un bene possibile. Si respirava un clima di grande entusiasmo. Abbiamo avuto giovani da ogni parte d’Europa. La presenza di questi giovani è la testimonianza che il futuro bisogna costruirlo insieme, attraverso il contributo di tutti.

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26 luglio 2019, 14:18