San Basilio Magno, storia di una cattedrale in miniatura

A Bucarest, in Via Polona 50, seminascosta alla vista, sorge la più piccola cattedrale cattolica del mondo. Risale ai primi del ‘900 e la sua costruzione è strettamente legata alle vicende, anche tragiche, della comunità greco-cattolica romena

Alessandro De Carolis – Bucarest

Il granellino di senapa del Vangelo lo insegna, grandezza e valore possono essere inversamente proporzionali alle dimensioni. A Bucarest questa possibilità sembra aver ispirato i detrattori e i costruttori di una chiesetta piccola come una cappella ma bella come una cattedrale e maestosa altrettanto, se non nella struttura (80 mq soltanto) certamente per storia e importanza. La cappella-cattedrale è quella greco-cattolica intitolata a San Basilio Magno. E a differenza di qualsiasi cattedrale non domina con fare regale una piazza, ma si intravede in fondo a un vialetto, guardato a vista da alberi e roseti.

Purché non si veda

Già perché i detrattori preposti ad approvare la sua edificazione avevano imposto alcuni diktat: la chiesa non doveva sorgere su strada ma a 30 metri dalla carreggiata, in pratica all’interno di un cortile perché non ci si facesse troppo caso. Il motivo era dovuto ai richiedenti, ai greco-cattolica che desideravano averla, una comunità invisa alle autorità di Bucarest che imposero un ulteriore vincolo: la proprietà dell’edificio sacro doveva essere ascritta alla Chiesa di Roma, perché i greco-cattolici rumeni – uniti al Papa e dunque osteggiati – non dovevano risultare possessori di alcunché. Le intimazioni non demoralizzano nessuno. I cattolici di Bucarest la finanziano e l'architetto Nicholas Ghica Budeşti si mette all’opera.

La luce e la notte

Era il 21 maggio 1909 quando l'arcivescovo cattolico Raymund Netzhammer ne aveva benedetto la prima pietra. Sette mesi dopo la piccola chiesa è già in piedi. Dopo la prima guerra mondiale passa sotto la giurisdizione dell'arcidiocesi greco-cattolica di Făgăraş e Alba Iulia e nel 1940 quei “piccoli” metri quadri, entrati ormai nel cuore della comunità, vengono elevati a cattedrale. E’ qui che lavora mons. Vasile Aftenie fino a quell’ottobre 1948 – tragico per molti vescovi romeni – quando la Securitate gli mette le mani addosso e lo trascina nelle sue famigerate celle per picchiarlo a morte. La cattedrale viene affidata agli ortodossi.

“La grandezza e la bellezza di questo tempio è data anzitutto dalle pietre vive che siete voi”

Casa per tutti

Caduto il Muro, i greco-cattolici ne chiedono la restituzione ma la cosa non è di semplice definizione. Bisogna arrivare al giugno 2005, quando l’allora Patriarca ortodosso Teoctist annuncia di volerla riconsegnare ai legittimo proprietari, e poi al 4 maggio 2008, il giorno solenne del ritorno, quando davanti a duemila persone viene eretta cattedrale dell’eparchia di San Basilio magno e affidata alle cure di mons. Mihai Frăţilă. L’inaugurazione è avvenuta il 30 agosto 2014 e a portare il saluto di Papa Francesco ai greco-cattolici di Bucarest è stato il cardinale Leonardo Sandri. “La grandezza e la bellezza di questo tempio – ha detto in quella circostanza – e probabilmente di uno più ampio che in futuro potrà essere edificato, è data anzitutto dalle pietre vive che siete voi”. Siate “dimora accogliente per tutti”.

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01 giugno 2019, 08:30