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La Rete Mondiale di Preghiera del Papa compie 175 anni

Il 28 e 29 giugno grande festa nell’Aula Paolo VI in Vaticano alla presenza del Pontefice. Padre Fornos, direttore internazionale: celebreremo anche i dieci anni dalla rifondazione. Senza la preghiera dei nostri milioni di aderenti, la missione della Chiesa non avrebbe la stessa fecondità

Federico Piana - Città del Vaticano

Doppio anniversario per la Rete Mondiale di Preghiera del Papa. L’istituzione, conosciuta anche come ‘Apostolato della Preghiera’ e fondata in Francia il 3 dicembre 1844 dal padre gesuita Francesco Saverio Gautrelet, compie 175 anni dalla sua nascita e 10 dalla rifondazione approvata nel 2014 da Papa Francesco. Il prossimo 28 giugno, solennità del Cuore di Gesù, si aprirà una grande celebrazione nell’Aula Paolo VI in Vaticano alla quale prenderà parte il Santo Padre: prevista la presenza di 6.000 persone provenienti da Europa, Africa, Asia ed Oceania. I lavori continueranno anche il giorno seguente con l’incontro dei direttori e dei coordinatori nazionali, a quali si uniranno i responsabili del ramo giovanile dell’organizzazione, il Meg.

Tutto è partito da un piccolo seminario

La scintilla che 175 anni fa provocò l’incendio dei cuori di milioni di persone pronte a pregare e ad offrire la propria vita facendo la volontà di Dio per le necessità della Chiesa, partì da un seminario francese dei gesuiti. “Qui – racconta padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa – un gruppo di seminaristi espresse il bisogno di andare in India ad annunciare il Vangelo come missionari. Per far questo avrebbero dovuto interrompere gli studi. Il formatore, a quel punto, disse loro che avrebbero potuto essere apostoli anche con la preghiera e con la donazione di sé stessi al Signore per sostenere coloro che già in tutti i continenti facevano conoscere Cristo. Tutto senza cambiare status”. La piccola ed isolata esperienza ben presto divampò, coinvolgendo soprattutto i laici che non avrebbero potuto diventare missionari. Agli inizi del 900 gli aderenti all’Apostolato della Preghiera furono oltre 13 milioni, ora sono diventati 35 milioni, presenti in ogni angolo del pianeta.

Sulla strada della rifondazione

Il glorioso passato e gli abbondanti frutti di 175 anni di attività hanno innescato la necessità di un cambiamento: iniziato 10 anni fa è stato sostenuto ed approvato da Papa Francesco nel 2014. Padre Fornos spiega che il rinnovamento consiste nel “ritornare alla fonte spirituale. Dobbiamo riscoprire ciò che, fin dall’inizio, ci aiutava a stare vicini al Sacro Cuore di Gesù, ciò che ci aiutava ad essere disponibili per la missione della Chiesa. E il mutamento ci obbliga a non fare quello che si faceva prima, perché i tempi sono cambiati. In questo ci aiuta il Papa, ogni mese donandoci un’intenzione di preghiera che ci orienta nel nostro cammino”.

Un ‘esercito del bene’, invisibile

Padre Fornos però si schernisce quando qualcuno prova a ricordare l’imponenza di questo esercito del bene, che di giorno in giorno ingrossa le sue fila: “Non so se siamo un esercito, non siamo come un’organizzazione militare – scherza -. Ma una cosa è certa. Le milioni di persone che vi aderiscono sono ‘invisibili’. Pregano ed offrono la propria vita in silenzio, senza sbandierarlo in giro, senza che i media accendano su di loro i riflettori. E sono convinto che senza tutte queste persone la missione della Chiesa non avrebbe la stessa fecondità”.

Ascolta l'intervista a padre Fornos

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25 giugno 2019, 14:45