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Vescovi statunitensi: combattiamo gli abusi in comunione con il Papa

Andare avanti nel prevenire, guarire e denunciare gli abusi. È questo uno dei temi al centro dell’assemblea di primavera dei vescovi statunitensi, apertasi ieri a Baltimora. I presuli, in un messaggio rivolto al Pontefice, sottolineano che vogliono combattere il crimine degli abusi in comunione con il Papa e con la Chiesa

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

“Nel combattere il peccato e il crimine di abusi sessuali, lo facciamo in comunione con Lei, Santo Padre, nell’unità episcopale e nel generoso servizio a tutti”. È quanto scrivono i vescovi statunitensi nel messaggio indirizzato a Papa Francesco in occasione della loro Assemblea generale. I presuli, “guidati dalla saggezza acquisita durante l'incontro sulla protezione dei minori nella Chiesa” tenutosi a febbraio in Vaticano, aggiungono che si sentono arricchiti dalla testimonianza dei sopravvissuti agli abusi. E proprio il tema della tutela dei minori è stato al centro della prima giornata nella quale è stata incoraggiata, in particolare, l’implementazione del Motu Proprio del Papa “Vos estis lux mundi” dedicato al tema degli abusi, soprattutto nella parte che riguarda le Chiese locali. È stato anche sottolineato che si deve dare spazio ai laici nelle commissioni chiamate a giudicare le inadempienze dei vescovi sui vari casi. Si deve poi migliorare la “Carta di Dallas”, documento per la protezione dei bambini e dei giovani adottato a Dallas nel 2002.

Al servizio dei giovani

Con il Papa - osservano inoltre i vescovi - “condividiamo la speranza per il futuro della Chiesa che vediamo nascere tra i giovani di oggi. “Condividiamo anche la a preoccupazione pastorale per i giovani e la nostra chiamata a dedicarci con integrità e dedizione al servizio dei giovani”.

Abusi, vescovi chiamati a vigilare

L’Assemblea plenaria, ricorda l’agenzia Sir, è stata aperto da un messaggio del nunzio negli Stati Uniti, mons. Christophe Pierre. Il presule è arrivato nei giorni scorsi a Roma per partecipare all’incontro, previsto domani, di Papa Francesco con i nunzi apostolici. Nel messaggio mons. Christophe Pierre esorta i vescovi ad essere responsabili, soprattutto sul tema degli abusi, perché sono chiamati a “vegliare sul gregge ed esserne guida”. Sono migliaia, ha inoltre ricordato il nunzio, i cattolici che continuano a servire la Chiesa nelle scuole, nelle parrocchie, negli ospedali, nelle attività caritative. E questa è la riprova che “la Chiesa è viva".

Riconoscere gli impegni ecclesiali

Nell’ultimo giorno dell’Assemblea, il prossimo 14 giugno, i vescovi statunitensi saranno chiamati a votare un documento intitolato “Riconoscere i nostri impegni ecclesiali”. Nel testo è stata inserita anche una norma in base alla quale qualsiasi codice di condotta del clero deve essere varato nelle diocesi e deve essere applicabile ai presuli.

Alcuni vescovi hanno fallito nella loro missione

L’arcivescovo di Baltimora, mons. William Lori, ha affermato che “alcuni vescovi hanno fallito nel mantenere le promesse fatte durante la loro ordinazione episcopale e hanno commesso atti di abuso o hanno manifestato una cattiva condotta sessuale". “Altri - ha aggiunto - hanno fallito non rispondendo moralmente, pastoralmente ed efficacemente alle accuse di abuso o cattiva condotta perpetrati da altri vescovi, sacerdoti e diaconi”. “Sono questi insuccessi - ha detto - ad aver lasciato i fedeli indignati, inorriditi e scoraggiati”.

Suicidio assistito

Negli Stati Uniti, infine, l’Associazione medica americana ha ribadito ieri, con una votazione, la sua opposizione al suicidio assistito con l’ausilio di un medico. Commentando l’esito del voto, mons. Joseph F. Neumann, presidente della Commissione pro-life della Conferenza episcopale americana, ha rimarcato che “il suicidio assistito comporta gravi conseguenze per tutta la società”. Il suicidio assistito dal medico, ha concluso il presule, è incompatibile con il ruolo del medico.

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12 giugno 2019, 13:18