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Festa dei Popoli a san Giovanni in Laterano Festa dei Popoli a san Giovanni in Laterano 

La 28.ma edizione della Festa dei Popoli insieme al card. Parolin

Domani l'incontro per festeggiare 13 comunità di Paesi diversi. La Festa avrà tre momenti: all’Eucarestia seguirà la cena, dove si potranno degustare pietanze da tutto il mondo, e infine la festa con canti e balli. Per mons. Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes di Roma “la paura del diverso può essere superata soltanto dall’incontro e dal dialogo”

Matteo Petri – Città del Vaticano

Domenica prossima torna l’iniziativa che ha per protagoniste le comunità cattoliche della Capitale provenienti da tutto il mondo. Organizzata dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma e dalla Caritas di Roma, in collaborazione con le comunità cattoliche etniche, con Impresa Sant'Annibale Onlus e tante realtà che lavorano nel campo delle migrazioni, si terrà alla Basilica di San Giovanni in Laterano la XVIII edizione della Festa dei Popoli

Il tema di quest’anno

La tematica di quest’anno sarà “Nella casa comune un’unica famiglia umana” e per l’occasione la celebrazione eucaristica sarà celebrata dal card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano
Quella di domenica sarà la 28.ma edizione che si svolge a piazza San Giovanni in Laterano. Sono previsti tre momenti: la Celebrazione Eucaristica, il pranzo e la festa con balli e musiche di tutto il mondo

La Messa della Festa dei Popoli

La Festa, promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma e dalla Caritas di Roma, in collaborazione con le comunità cattoliche etniche, con Impresa Sant’Annibale Onlus e tante realtà che lavorano nel campo delle migrazioni (Centro Astalli, Missionari scalabriniani, Missionari Comboniani, Acli provinciali di Roma, Apicolf e Federcolf), si aprirà alle 12 con la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Parolin. Ad animare la liturgia saranno 26 comunità etniche di diverse nazionalità: il “Gloria” verrà intonato dai congolesi, il salmo sarà cantato in tagalog, la preghiera dei fedeli in diverse lingue, l’offertorio affidato alla comunità srilankese, il “Sanctus” in ucraino, i canti di Comunione in rumeno e in malayalam, e il canto conclusivo in lingua polacca.

Il pranzo conviviale dei partecipanti e il proseguo della Festa

Al termine della Messa, sul sagrato della basilica, dalle 13.30 circa si potranno degustare piatti tipici preparati dalle comunità di 13 Paesi diversi: Eritrea, Togo, Romania, Ghana, Nigeria, Ucraina, Polonia, Bangladesh, Brasile, Capoverde, Congo, Camerun e Siria. Seguirà, alle 15, uno spettacolo multietnico durante il quale si esibiranno una ventina di gruppi con canti e balli folkloristici. Alle 18 il concerto finale, in collaborazione con African Perfect Armony, gruppo musicale di 11 elementi, nato nel 2017 al centro di accoglienza delle Tagliate di Lucca; e Med Free Orkestra, progetto nato nel quartiere di Testaccio nel 2010 che riunisce musicisti provenienti da varie aree del mondo, che si esibirà insieme all'Earth Band guidata da Tony Esposito. Sul palco anche Marco Iachini, vincitore del Sound Spirit Festival 2019.

La Festa descritta dal direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma

“La Festa stessa può essere vista da occhi esterni come un contenitore - spiega mons. Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantesai nostri microfoni - ma in realtà è un mediatore, è un bell’incontro, di dialogo, di cultura e di fede”. “Questo incontro - spiega ancora Felicolo – crea solidarietà, fa superare, fa superare la diffidenza, andando al di là del folklore. Poiché il culmine di questo dialogo è la Celebrazione Eucaristica, dove tutte le realtà etniche avranno uno spazio”.

Le attività dell’Ufficio Migrantes

“L’attività dell’Ufficio Migrantes - prosegue Felicolo - è quella di accompagnare, sostenere le comunità etniche e far esprimere la fede ognuno nella propria lingua e nella propria tradizione. Il compito dell’Ufficio Migrantes è quindi quello di far fare un cammino di integrazione tra le diverse comunità di Roma, offendo loro un sostegno nella prevenzione, in ambito sanitario, e anche educativo, ad esempio, con corsi di italiano aperti a tutti”. “Soltanto grazie all’incontro e al dialogo - conclude mons. Felicolo – si può è possibile superare la paura e la differenza nei confronti del diverso”.

Ascolta l'intervista a Pierpaolo Felicolo

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18 maggio 2019, 08:00