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Solidarietà dei cristiani del Pakistan per la Chiesa dello Sri Lanka Solidarietà dei cristiani del Pakistan per la Chiesa dello Sri Lanka 

Pakistan: card. Coutts: lo Stato protegge le chiese ma la paura rimane

Alla luce di quanto successo in Sri Lanka, l’arcivescovo di Karachi, il card. Joseph Coutts afferma che per la minoranza cristiana, la paura degli attentati in Pakistan rimane, ma la polizia protegge tutti i nostri luoghi di culto. Per il porporato nel Paese c’è una lotta tra estremismo e islam moderato e democratico

Silvonei Protz - Aparecida (Brasile)

I vescovi del Pakistan nei giorni scorsi hanno condannato fermamente gli attacchi orribili e mortali dello Sri Lanka la domenica di Pasqua, ed hanno espresso profonda tristezza per la perdita di vite preziose e innocenti. Secondo i presuli l’attacco è la prova di un'ondata crescente di estremismo e radicalizzazione in tutto il mondo ed esortano i governi a migliorare le misure di sicurezza specifiche per i luoghi di culto. L’arcivescovo di Karachi, il card. Coutts, in questi giorni ad Aparecida, ospite della Conferenza episcopale brasiliana, parla ai nostri microfoni della situazione dei cristiani in Pakistan, un Paese a maggioranza musulmana dove i cristiani sono una minoranza, appena il 3% della popolazione, ma che negli anni scorsi è stata nel mirino dei terroristi

R. – Negli ultimi 25 anni l’intolleranza è cresciuta e gli estremisti sono diventati più forti; sono contro il nostro governo, perché il Pakistan è una democrazia. Ma quegli estremisti dicono: “Cos’è democrazia? È un concetto occidentale, non è per noi. Noi vogliamo un regno dove la Sharia sia la legge, la legge dell’islam”. Alla base c’è una lotta tra l’estremismo e l’islam moderno e democratico. Noi, grazie a Dio abbiamo la democrazia, non abbiamo tutte le leggi islamiche. Ce ne sono alcune, ma secondo la nostra Costituzione noi abbiamo la libertà di religione – ci sono tante chiese in Pakistan -, come Chiesa abbiamo tante scuole cristiane, anche cattoliche. Nella mia arcidiocesi di Karachi ci sono 56 scuole cattoliche. Anche i musulmani vengono a studiare insieme con noi, così come ci sono anche insegnanti musulmani. E per i musulmani moderati, “più illuminati”, “più liberati” da questo tipo di fanatismo che è diventato molto forte, questo non è un problema.

I cristiani hanno paura in Pakistan?

R. - Paura nel senso che abbiamo vissuto già tante esperienze cattive, brutte. La prima dopo l’attacco alle Torri Gemelle di New York, nel settembre del 2001. In ottobre, dopo un mese, gli americani hanno incominciato a bombardare l’Afghanistan, un Paese veramente povero, più povero del nostro, musulmano al 100%. E quando tanti rifugiati hanno incominciato ad a arrivare in Pakistan, la gente domandava: “Ma cosa fanno gli americani?”, e americani significava anche cristiani; è stato veramente uno shock. Ad un certo punto siamo arrivati ad avere circa tre milioni di rifugiati dall’Afghanistan, gente povera. Allora, cosa è successo? Due giovani estremisti musulmani hanno attaccato una chiesa – era domenica -; questa è stata la prima esperienza negativa. I musulmani sono entrati in una chiesa per ammazzare i cristiani; circa 16 sono morti subito, poi ci sono stati tanti altri feriti. Dopo il 2001 questo è accaduto per altre tre o quattro volte. Ma il governo ci dà protezione, c’è sempre sicurezza. Adesso questa paura che c’era prima è diminuita, ma rimane sempre questa tensione nella testa: quando accadrà di nuovo? Quando e dove. È naturale. Basta vedere cosa è accaduto in Sri Lanka. Lì non si aspettavano una cosa del genere, la sicurezza non era allertata in questo senso. Invece, noi purtroppo dobbiamo pregare la polizia affinché faccia dei controlli fuori dalle chiese.

Il Santo Padre guarda con molto interesse, tante volte il suo cuore piange per le situazioni in cui vivono tanti cristiani. Come è visto il Santo Padre in Pakistan?

R. - Hanno un grande rispetto per Papa Francesco. Credono, dicono, che non è solo un grande leader religioso, ma che è un uomo di pace, perché lui è andato anche in Medio Oriente ad Abu Dhabi, in Marocco, in Turchia. Tutti sanno questo. Hanno grande rispetto verso Papa Francesco.

Ascolta l'intervista al card. Coutts


 

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09 maggio 2019, 07:00