i giovani partecipanti al convegno i giovani partecipanti al convegno

Quella forza evangelizzatrice delle Giornate Mondiali della Gioventù

Al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata all’Isola del Gran Sasso si sta svolgendo il convegno dedicato al ruolo delle Gmg nella vita della Chiesa e nel mondo. Questa sera la Veglia Mariana Internazionale presieduta dal cardinale Parolin.

Marina Tomarro - Città del Vaticano

Raccontare l’importanza delle Giornate Mondiali della Gioventù nella Chiesa partendo dalle figure di San Giovanni Paolo II che ne fu ideatore nel 1985, e da San Gabriele dell’Addolorata esempio di santità per tanti giovani. Questo l’obiettivo del convegno “La GMG nella vita della Chiesa e del Mondo” promosso dalla diocesi di Teramo Atri in collaborazione con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che si è aperto ieri al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata all’Isola del Gran Sasso. L’incontro precede la Veglia Mariana internazionale che avrà luogo oggi pomeriggio nel Santuario, presieduta dal segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

I giovani protagonisti della storia

“La prima Gmg – ha ricordato monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo della diocesi Teramo Atri – si svolse a Roma nel 1985. Qualche mese prima San Giovanni Paolo II era venuto in questo santuario per incontrare i ragazzi dell’Abruzzo e del Molise, quasi una premessa a quello che sarebbe stato il primo di una serie di tanti incontri con i giovani di tutto il mondo. Le Giornate mondiali hanno avuto una forza evangelizzatrice sulle nuove generazioni, senza precedenti. L’eredità spirituale di questi eventi così importanti, è stato un incontro con Cristo, che ha permesso ai ragazzi di vivere una nuova vita alla luce del Vangelo come protagonisti e non solo spettatori della Storia del mondo”.

Le Gmg che cambiano la vita

Nel corso degli anni le Gmg si sono svolte in ogni parte del mondo radunando ogni volta folle oceaniche di giovani, fino all’ultima che si è svolta lo scorso gennaio a Panama. “Quest’ultima Gmg – ha spiegato don Michele Falabretti direttore dell’Ufficio Pastorale Giovanile della CEI – che si è svolta in condizioni molto particolare, in inverno invece che in estate, è stata dedicata maggiormente ad una fascia di età che va dai 20 ai 30 anni, le catechesi dei vescovi si sono trasformate in dialoghi con i giovani, si è parlato di chiamate vocazionali al matrimonio o al sacerdozio”. Molto importante diventa anche la preparazione alla partecipazione alle Gmg. “Bisogna preparare gli educatori che accompagnano i giovani a questi eventi – ha continuato don Falabretti – la Gmg ti può cambiare la vita, ma deve essere vissuta nel modo giusto non come una gita in un Paese differente dal nostro, ma come un pellegrinaggio alla scoperta delle risposte che ci vuole dare il Signore”.

Quella notte a Tor Vergata

Chi vive questa esperienza la conserva nel proprio cuore per tutta la vita spesso portando la sua testimonianza agli altri che non l’hanno ancora vissuta. “Nel 2000 – ha raccontato Gigi De Palo presidente del Forum delle Associazioni familiari – ho lavorato all’organizzazione della GMG di Roma. La notte della veglia a Tor Vergata rimane per me un ricordo indelebile. Quella fatidica sera ha cambiato la mia vita per sempre. Le parole di Giovanni Paolo II che ci invitava a non rassegnarci sono state profetiche, i suoi insegnamenti oggi li trasmetto ai miei cinque figli a cui auguro di vivere e sperimentare insieme ai loro coetanei quella bellezza dell’incontro con Gesù che noi genitori abbiamo potuto vivere in queste straordinarie occasioni”.

Gigi De Palo presidente del Forum delle Associazioni familiari

Il Sinodo e i giovani

Grande l’attenzione della Chiesa verso i giovani, non solo attraverso le Gmg ma anche con l’ultimo Sinodo dei vescovi dedicato proprio a loro e che ha ispirato Papa Francesco nell’esortazione Apostolica Postsinodale: “Christus Vivit”. “Il messaggio di questa Esortazione – ha sottolineato monsignor Fabio Fabene, sotto-segretario del Sinodo dei Vescovi – è racchiuso tutto nel titolo "Cristo Vive", questo è il messaggio che la Chiesa vuole consegnare ai giovani dopo il Sinodo dedicato a loro. Cristo giovane con i giovani, che cammina con loro per far scoprire a ciascuno la bellezza e il senso della vita. Questo è il messaggio principale di questa esortazione, che è dedicata anche agli educatori che devono trasmettere ai ragazzi la gioia e la bellezza della fede cristiana che illumina il cammino della vita”.

Monsignor Fabio Fabene sotto-segretario del Sinodo dei Vescovi

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11 maggio 2019, 14:04