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Papa Francesco e i vescovi della Conferenza episcopale del Messico Papa Francesco e i vescovi della Conferenza episcopale del Messico  

Messico: la plenaria dei vescovi per rispondere alla crisi della Chiesa

Il presidente della Conferenza episcopale messicana, mons. Rogelio Cabrera, nel suo intervento di apertura ieri della plenaria dei vescovi ha rilanciato le sfide urgenti che la Chiesa locale deve affrontare tra queste la piaga della pedofilia, la pastorale giovanile e l’accoglienza dei migranti

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Viviamo in un tempo di crisi molto grave”: facendo sue le parole di Papa Francesco, mons. Rogelio Cabrera, presidente della Conferenza episcopale messicana, ha aperto l’assemblea plenaria dei vescovi del Paese. Una crisi antropologica-culturale dettata dal cambiamento dei tempi ma anche “a causa degli scandali che hanno influito sulla nostra credibilità e autorità morale”.

Il contesto messicano

Mons. Cabrera ha rilanciato il Progetto Pastorale Globale 2031-2033, evidenziando come spesso si avverta una distanza tra la Chiesa ed “i migranti, i giovani, le donne, le minoranze e persino gli stessi sacerdoti”. “In questo scenario mutevole – ha spiegato -  dobbiamo collocare il terribile flagello della pedofilia, che in passato non abbiamo saputo affrontare, ma di cui ci stiamo occupando in tutta fretta, dando priorità all'attenzione alle vittime e stabilendo impegni e protocolli adeguati”. A pesare il contesto politico messicano, fortemente polarizzato, nel quale la Chiesa è chiamata ad un atteggiamento di rispetto “senza rinunciare al nostro diritto di esporre la verità in cui crediamo; di collaborazione in questioni che ci sono comuni, ma abbandonando ogni desiderio di complicità e di presunto utile collaborazionismo”.

Le emergenze pastorali

Tre le emergenze indicate: i giovani, i migranti, i sacerdoti. “In Messico – ha spiegato il presidente dei vescovi - vivono più di 36 milioni di giovani, quasi il 26% della popolazione totale. Molti di loro sono assenti dalle nostre parrocchie e dobbiamo andare a incontrarli, rafforzando il loro impegno sociale e non solo il loro desiderio di novità”. Una pastorale che rispetti l’idea di una Chiesa capace di fare insieme ai giovani “un Paese pieno di speranza, di gioia e di vita piena”. Sui migranti, l’invito è di vedere in loro Cristo, continuando ad essere una Chiesa impegnata nella pace e nelle cause sociali. Infine i sacerdoti, “Siamo nella sfida – ha affermato mons. Cabrera - di mantenere l'equilibrio perché non possiamo nascondere i crimini, ma non possiamo nemmeno perdere i nostri presbiteri”. Bisogna lavorare sull’accompagnamento e la formazione permanente, rafforzando l’esperienza di conversione personale e pastorale.

Il clericalismo

“Papa Francesco – ha spiegato - ci ha detto che una delle ragioni originarie della pedofilia è il clericalismo. Come pastori, siamo chiamati a combatterla con austerità nella nostra vita, intesa non solo come necessaria sobrietà personale, ma come l'esercizio austero della nostra autorità. Il dialogo piuttosto che l'imposizione è la nostra sfida”. Di clericalismo ha parlato anche mons. Franco Coppola, nunzio apostolico in Messico, nel suo intervento alla Plenaria, definendolo “un virus che la Chiesa ha incubato per secoli” e particolarmente sentito in America Latina dove i laici spesso sono visti come persone impegnate “nelle cose del prete”. Una visione alla quale contrapporre la sinodalità che “presuppone la consultazione e l'ascolto di tutto il popolo di Dio, non solo della parte clericale. La sinodalità è uguaglianza e unità, il clericalismo è disuguaglianza, differenza e divisione. La sinodalità esige riavvicinamento, comunione, collaborazione, corresponsabilità in tutte le istanze ecclesiali e in tutte le Chiese”.

Donne, giovani e poveri

Per il nunzio, le donne nella Chiesa – come evidenziato da Francesco – hanno uno scarso ruolo, il servizio viene confuso con la servitù mentre sono essenziali per comprendere la misericordia di Dio. I giovani devono trovare spazi per far sentire la loro vice mentre dai poveri è necessario lasciarsi toccare per onorare Cristo.

La formazione alla paternità

Particolare l’accento di mons. Coppola sulla formazione dei futuri sacerdoti. I seminari devono diventare “comunità di formazione” e il formatore colui che serve, cura e santifica il popolo di Dio. “Mi sembra – ha spiegato - che ai nostri sacerdoti manchi una vera formazione alla paternità…I genitori hanno un giorno libero alla settimana? Hanno vacanze senza figli? Hanno orari di apertura? Senza rendercene conto, stiamo trasformando la nostra missione di Padri, come ci ricorda il nostro popolo, in una professione”.

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30 aprile 2019, 12:17