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Gesù ed i farisei: se ne parlerà in un convegno internazionale a Roma

Un convegno internazionale per i 110 anni del Pontificio Istituto Biblico getterà nuova luce sulla comprensione di un rapporto travisato dagli stereotipi. Il professor Sievers: Gesù aveva più punti in comune con i farisei di quello che comunemente si crede. Riportare la visione sui farisei alla realtà oggettiva aiuterà nel dialogo ebraico-cristiano

Federico Piana - Città del Vaticano

L’obiettivo è arduo, ma affascinante: gettare una luce nuova sul rapporto tra Gesù ed i farisei. E scoprire ad esempio che questo gruppo politico-religioso giudaico, dell’epoca che va dal II secolo a.C. fino alla prima guerra giudaica del 70 d.C, non era poi così inviso a Gesù. Il compito spetterà ad un Convegno internazionale di esperti (Gesù ed i farisei. Un riesame interdisciplinare) che si terrà a Roma dal 7 al 9 maggio prossimi, organizzato dal Pontificio Istituto Biblico in concomitanza con i festeggiamenti per i 110 anni dalla sua fondazione voluta da Papa Pio X.

Un aiuto al dialogo ebraico-cristiano

Tutta la tematica che riguarda i farisei è uno dei punti di discussione delicati e centrali nel dialogo ebraico-cristiano. I Vangeli (soprattutto Matteo, 23), la tradizione e la letteratura patristica hanno generato una comprensione forse parziale dei farisei, i quali hanno finito per impersonare la figura dell’ipocrita (malato di legalismo, ipocrisia ed avidità) nella predicazione, nell’insegnamento e nella cultura popolare in genere. E spesso indicata come rivale di Gesù. Mentre invece, sostengono gli organizzatori del Convegno, “alcuni commentari rabbinici più recenti menzionano esplicitamente i farisei con una scala di atteggiamenti che vanno dall’approvazione alla denigrazione, e il consenso generale alla ricerca, ora in discussione, è stato che i rabbini della Mishnah e del Talmud, e quindi le espressioni più tarde del giudaismo, sono eredi dei farisei”. Avere uno sguardo nuovo e più vero sui farisei senza dubbio potrebbe aiutare nei rapporti tra cristiani ed ebrei.

Combattere pregiudizi nelle omelie, nei film e in tv

Si capisce, dunque, che il Convegno internazionale non sarà un semplice esercizio accademico, ma avrà l’ambizione dichiarata di “riconsiderare i fattori responsabili dei pregiudizi che hanno danneggiato la percezione comune dei farisei e di suggerire modi per superarli. Ci sarà un’attenzione specifica all’omiletica, cioè si indicherà come realizzare un’omelia sui farisei quando essi compaiono nel lezionario”. Certamente non saranno tralasciati gli ambiti della cultura popolare: cinema, film, televisione.

Progenitori dei nostri amici ebrei

Il professor Joseph Sievers, docente di Storia e letteratura giudaica al Pontificio Istituto Biblico, sarà uno dei partecipanti all’evento. È convinto che una operazione scientifica e culturale di una portata del genere potrà avere l’effetto del seme che produce buoni frutti sul fronte della comprensione reciproca. Dice: “Se riconosciamo che gli ebrei di oggi si sentono discendenti dei farisei allora dobbiamo capire che non possiamo parlare male dei progenitori dei nostri amici. Noi vogliamo poterne parlare su una base più veritiera e con un amore vero per l’altro”. Poi attacca i pregiudizi che si sono accumulati nel tempo: “Sono molto diffusi, anche in ambito laico. Già Dante parlava di Bonifacio VIII come nuovo fariseo. Esempi anche antichi di questo tipo ci fanno dimenticare, invece, ottimi farisei come San Paolo, come Nicodemo, come Gamaliele che ci mostrano la cattiveria endemica degli stereotipi”. In sostanza, ammette Sievers, i cristiani hanno compreso male i farisei.

I farisei davvero rivali di Gesù?

Se davvero i farisei fossero rivali di Gesù, il professor Sievers preferisce non svelarlo, lasciando la risposta al Convegno. Sullo sfondo lascia solo intravedere un abbozzo di spiegazione quando afferma che “Gesù era vicino ai farisei non solo con Nicodemo. Secondo il Vangelo di Matteo, molto polemico con i farisei, chi fa la domanda sul grande comandamento è un fariseo. E secondo il Vangelo di Marco in quel caso Gesù gli dice: tu non sei lontano dal Regno di Dio. Certamente non c’era unione di vedute su tutto ma su molte cose sì: come sull’attesa della resurrezione o nel campo della purezza e del matrimonio. E sulla Sacra Scrittura, che per Gesù era l’Antico Testamento, specialmente sui primi cinque libri”.

Ascolta l’intervista al prof. Sievers

La missione del Pontificio Istituto Biblico

Il Convegno internazionale sui farisei non è una iniziativa isolata del Pontificio Istituto Biblico, ma rientra pienamente nella sua missione istituzionale, desiderata fortemente da Papa Pio X ormai 110 anni fa. Lo conferma padre Michael Kolarcick, rettore dell’istituto. Che ricorda come Pio X volesse a Roma una scuola forte e di qualità che studiasse la Sacra Scrittura e la Bibbia: “In questi anni abbiamo collaborato spesso con studiosi e rabbini ebrei: molti sono arrivati addirittura dagli Stati Uniti. In fondo questo congresso celebra lo studio del rapporto tra i cristiani e gli ebrei. Stiamo cercando la verità tra il Nuovo Testamento e l’ebraismo di ieri e di oggi”. Il Convegno promette dunque sviluppi interessanti. 

Ascolta l’intervista a p. Kolarcick

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06 aprile 2019, 09:00