Donna in un villaggio in Sud Sudan Donna in un villaggio in Sud Sudan 

Sud Sudan: “Non c’è pace se potenti non si abbassano ai piedi della gente”

Spiegando il senso evangelico del rito della Lavanda dei piedi, che si rinnova nel Giovedì Santo, Fra’ Federico Gandolfi, Superiore della comunità di Juba, capitale del Sud Sudan, racconta come ha vissuto dall’Africa il gesto del Papa che in Vaticano, ricevendo i due leader del Paese per un ritiro spirituale, ha baciato i loro piedi implorando l’impegno per la pace

Città del Vaticano – Antonella Palermo

“Non solo chi si china compie un grosso atto di umiltà, ma anche chi si lascia baciare i piedi da un’altra persona riconosce il suo limite davanti all’altro. E’ un abbandonarsi all’altro, è il messaggio di Gesù a ciascuno di noi: lascia che sia io a prendermi cura di te”. Fra’ Gandolfi torna all’icona di Gesù, alla sua ‘kenosis’, e commenta quel gesto di Papa Francesco con i leader del Sud Sudan: “Ci ha toccato in particolar modo se contestualizzato nella mentalità sud sudanese, in cui molto è fatto secondo protocolli. Un gesto che rompe ogni protocollo, ci ha lasciato tutti con gli occhi sbarrati, a bocca aperta, con tanta speranza nel cuore. Spero proprio che i due leader si siano lasciati toccati dalla grazia di Dio in quel momento, che possa portarli ad avere una visione comune perché davvero senza pace questo Paese è devastato”.

La povertà non ha nulla di poetico

Fra’ Gandolfi offre dei quadri di “una miseria che – dice - non si può raccontare”. E aggiunge: “Il Papa si è abbassato. Se non ci svuotiamo non possiamo essere ricostruiti. Bisogna abbassarsi e guardare il popolo”. Racconta il modo di operare dei frati minori: “Noi non facciamo grandi progetti: entriamo nei campi profughi, uno è all’interno del nostro territorio parrocchiale, due volte a settimana siamo lì e la domenica. Vediamo gente che non ha assolutamente nulla, vivono in condizioni igieniche impossibili. Finché i potenti non si abbassano a vedere e ad annusare certe situazioni, sarà difficile avere la pace in questa terra. La povertà non ha nulla di poetico. Il Papa ha baciato i piedi ai potenti, essi devono baciare i piedi alla loro gente, che li guarda sempre dal basso verso l’alto. Qui si dà la mano in continuazione, si stringono mani della folla, mani sporche. Ma è una sporcizia, questa, per me quasi santa che sarà il profumo nel Regno dei Cieli, speriamo. Finché i potenti non entrano in quelle tende, la pace sarà difficile”.

Qui la Via Crucis è quotidiana, ma la gente ripete: “Dio c’è”

“Ungiamo sporcandoci le mani, toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente; ungiamo profumandoci le mani toccando la loro fede”. Riecheggiano le parole del Papa nell’omelia della Messa del Crisma. Fra Gandolfi spiega che la sua comunità vive in una zona povera del centro di Juba e che, fortunatamente, “la parrocchia è un centro di aggregazione, vitale, sempre piena, tantissimi bambini ovunque”. Negli ultimi quattro anni sono stati celebrati più di 4mila battesimi. “I giovani stanno preparando gli inni per la Via Crucis che rappresenteranno in maniera drammatica. Qui la via Crucis è quotidiana. La Passione del Signore è visibile 365 giorni l’anno. Eppure la gente ha una espressione molto bella, rituale: qualunque cosa succeda, la gente dice: “Dio c’è”. Si fermano qua, a questa espressione basica, non vanno oltre. E per me questa non è la diminuzione della fede ma l’apice della mistica”.

Ascolta l'intervista a Frà Gandolfi

 

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18 aprile 2019, 14:21