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2012 Milano, VII Incontro Mondiale delle Famiglie, Milano 2012 Milano, VII Incontro Mondiale delle Famiglie, Milano 

Al via il Convegno di Migrantes: "Tessitori di comunità"

Si apre oggi a Seveso il Convegno nazionale Migrantes, al quale sono invitati i direttori Migrantes e i loro collaboratori, i cappellani degli italiani all’estero e i cappellani degli stranieri in Italia. Fino al 26 aprile obiettivo degli interventi e delle attività è individuare l’orizzonte di Chiesa che deve orientare il lavoro nei prossimi anni alla luce della realtà immigratoria ed emigratoria che segna Milano e l'Italia

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

L' "unica tenda" è la comunità umana a cui tutti, come figli di Dio, siamo chiamati a partecipare, e i suoi "colori diversi" sono le componenti multietniche e multireligiose che costituiscono l'Italia. Da qui il titolo del Convegno organizzato da Migrantes:“Tessitori di comunità. Colori diversi per un’unica tenda”. "La comunità non è una cosa che esiste di per sè, ma serve costruirla, sapendo che tutti siamo chiamati a formare una comune unione" spiega a Vatican News mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes. "La Pentecoste è l'immagine biblica che rappresenta tutto questo - aggiunge-  e subito dopo c'è la pagina biblica degli Atti degli Apostoli, che riguarda il rapporto tra giudeo-cristiani e pagani, a cui noi vogliamo far riferimento per affrontare le sfide che questo rapporto pone anche oggi".

Le parrocchie e il rapporto con i non credenti

Ruolo fondamentale è stato giocato da sempre dalle comunità parrocchiali. Per questa ragione si è deciso che esse godranno di un rilievo privilegiato anche nei lavori del Convegno nazionale Migrantes, come laboratori vivi di incontro e di scambio reciproco, completando in tal senso il lavoro per gruppi di studio, durante il quale i partecipanti al Convengo saranno chiamati a confrontare esperienze, problematiche ed aspirazioni su diversi temi – dal dialogo ecumenico ed interreligioso al confronto con le nuove generazioni.

Ascolta l'intervista a mons Guerino. Di Tora

Punti di forza, base della riflessione, saranno le "buone pratiche di accoglienza" diffuse in tutta Italia. "Lo abbiamo visto a Sacrofano -  al Meeting “Liberi dalla paura”, del febbraio scorso acui ha preso parte anche il Papa - nelle famiglie e nelle comunità parrocchiali c'è la gioia dell'incontro".

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R. – La base da cui partire è quella di comunità cristiane parrocchiali, famiglie, che già hanno accolto, hanno ospitato in varie forme, con tutto quello che la cosa comporta: l’assistenza, l’aiuto per andare alla Asl, i problemi giuridici da poter risolvere, l’integrazione dei figli … Quindi, un punto forte, ad esempio, in questo momento, sono le nuove generazioni. La presenza negli oratori di ragazzi di tante realtà ed etnie diverse che convivono e realizzano veramente una nuova situazione, e da questa il passaggio poi ai genitori e l’interesse l’uno dell’altro delle mamme, di come è fatta una cosa, l’altra … diventa un modo di "costruire". L’importante è crederci profondamente e impegnarsi di persona.

Quanto è difficile quando la cronaca – ahimé! – ci parla invece di conflitti che generano paure, che generano muri, astio, respingimenti … questa è una realtà da tenere in considerazione, perché sembra remarci contro ... o no?

R. – Indubbiamente! Sappiamo di questa situazione che rema contro, di tante realtà, di chi evidenzia maggiormente le paure e non le opportunità: ecco perché le esperienze e la testimonianza del cristiano che crede in una realtà diversa, devono emergere.

Periferia milanese: dove le diversità è ricchezza

La giornata del 25 aprile sarà dedicata ad un focus sull'esperienza del Sinodo minore “Chiesa dalle genti” che ha impegnato la diocesi di Milano dal gennaio al novembre dello scorso anno per riflettere su quanto e su come sia cambiata la comunità ambrosiana negli ultimi anni, in particolare grazie all'apporto dell'immigrazione dall'estero. Durante la giornata i partecipanti al Convegno visiteranno 11 parocchie della periferia del capoluogo lombardo per ascoltare la testimonianza e condividere la vita che in queste comunità è fatta di presenze multietniche e multireligiose. Il valore di questa tappa nelle parole di don Giovanni De Robertis Direttore generale Fondazione Migrantes:

Ascolta l'intervista a don Giovanni De Robertis

R. – Questa tenda dai diversi colori, non è un’utopia di là da venire. Basta soltanto - per usare un’immagine - pensare alla nazionale di volley femminile per cui tutti abbiamo tifato qualche mese fa, dove già l’immagine ti dava l’idea di un’Italia multicolore, composta da tradizioni, provenienze, esperienze diverse che sono una ricchezza e non un pericolo se sanno integrarsi fra di loro. Quindi noi andiamo ad imparare a vedere luoghi, comunità cristiane, in cui c’è già un inizio di “Chiesa dalle genti”, per citare l’immagine usata dal Sinodo minore di Milano. Si tratta soprattutto parrocchie e comunità della periferia di Milano, dove la presenza di persone immigrate, non italiane, è più consistente. Poi ogni comunità ha una sua accentuazione diversa; ci sono comunità che vivono un’esperienza di dialogo ecumenico, interreligioso, oppure altre che, soprattutto a livello giovanile, vivono questa esperienza di integrazione con gli oratori.

Quali ostacoli emergono, quali limiti e quali bellezze?

R. - Penso che nell’incontro c’è sempre uno scambio, una contaminazione. Certo, dipende anche da ciascuno di noi. Quando ci si deve inserire in un mondo che è diffidente e ostile, tutto avviene con maggiori difficoltà. Visitando i nostri italiani all’estero, in Olanda, in Inghilterra, in tanti altri Paesi, a volte mi sento dire: “Sì, qui sono anche accoglienti, però spesso non hanno nessuna voglia di mescolarsi con gli altri”. Ecco noi vorremmo invece rompere questa barriera. È molto importante per il bene dell’Italia, del nostro Paese, e anche come testimonianza della nostra fede, che ci sia la volontà di conoscere l’altro, di incontrarsi.
 


 

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24 aprile 2019, 13:32