La visita di Papa Francesco all'Onu nel 2015 La visita di Papa Francesco all'Onu nel 2015 

Comece: tutela dei diritti umani è fondamentale per la Chiesa

Incontro a Bruxelles tra i vescovi europei e i deputati del Parlamento europeo per i 70 anni dalla Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite

Michele Raviart – Città del Vaticano

“La commemorazione della Dichiarazione dei diritti umani dell’Onu è una cosa importante anche a livello ecclesiale. Il fondamento di questi diritti si trova nell’affermazione della dignità dell’uomo e oggi vediamo che in diverse parti del mondo questo non è sempre molto capito o neanche accettato da certi governi o da certi gruppi”. Così mons. Antoine Hérouard, vescovo ausiliare di Lille e presidente della Commissione affari sociali della Comece ha commentato la presenza dei vescovi europei all’incontro che si è svolto ieri al Parlamento europeo di Bruxelles per ricordare i 70 anni dalla nascita del documento delle Nazioni Unite. (Ascolta l'intervista integrale a mons. Héroud)

Alla base la dignità dell’uomo

“Per noi cristiani questa dignità è fondata sul fatto che l’uomo è creato da Dio”, ribadisce mons. Hèrouard, ma anche i non credenti possono affermare questa dignità inalienabile dell’uomo”.  “I diritti dell’uomo sono fondamentali, a partire dal diritto alla libertà religiosa”, continua, “un tema che ad esempio San Giovanni Paolo II ha sviluppato molto nel suo insegnamento”.

Confronto con le istituzioni europee

Tra gli argomenti affrontati anche quello dell’art.17 del Trattato sull’Unione europea che, spiega il presule, “prevede e obbliga le istituzioni europee ad avere un dialogo che sia regolare, aperto e diretto con le diverse religioni che sono presenti in Europa”. Un processo che avviene regolarmente “sia con la Commissione che con i rappresentanti delle varie religioni”. Ieri, continua mons. Hèrouard, “abbiamo avuto un dialogo con i deputati del Parlamento europeo sul tema dei diritti dell’uomo. Questo si fa regolarmente ed è anche un bel modo per dare significato al posto delle religioni e della fede in generale nella società europea”.

Religione e fede contribuiscono al bene comune

L’incontro è stato anche un’occasione per fare il punto sulla libertà religiosa in Europa. “Non ci sono problemi gravissimi come ce ne sono in altre parti del mondo”, spiega il presule, “ma dobbiamo anche sottolineare il fatto che per alcune persone c’è sempre questa tentazione di rimettere la religione e la fede in una dimensione puramente privata. Noi invece dobbiamo dire anzi che come Chiesa abbiamo qualcosa da dire alla società intera, che può aiutare alla costituzione di un bene comune in tutta Europa. Un argomento con il quale vogliamo combattere una certa forma di laicismo che può esistere in diversi Paesi”.

“Plasmare il futuro del lavoro”

Nei giorni scorsi la Comece è intervenuta sostenendo il Global Compact sulle migrazioni, che sarà discusso in Marocco il prossimo 11 dicembre e, la scorsa settimana, ha pubblicato una riflessione sul futuro del lavoro in Europa. Spiega mons. Hèrouard, che ha presentato il documento “plasmare il futuro del lavoro”: “Il mondo del lavoro sta cambiano rapidamente. C’è una più grande polarizzazione del lavoro e noi abbiamo proposto una riflessione perché il lavoro sia più decente, duraturo e partecipante. Per questo abbiamo fatto delle proposte molto concrete per dare una visione di un’economia che sia al servizio dell’uomo. Dobbiamo anche promuovere un lavoro più stabile e più sicuro e anche ripensare tutta una nozione dell’educazione affinché ciascuno nel suo lavoro pensi anche alle generazioni che vengono dopo. Tutto questo permette un rapporto con il lavoro che sia più nel rispetto delle persone”.

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05 dicembre 2018, 16:52