L'incontro del Papa a Bari con i patriarchi delle Chiese del Medio oriente L'incontro del Papa a Bari con i patriarchi delle Chiese del Medio oriente 

Card. Parolin: quello di san Nicola è un ecumenismo del popolo

Il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ieri a Bari, a margine della celebrazione in occasione della solennità del vescovo di Myra e patrono del capoluogo pugliese, ricorda la figura di san Nicola come simbolo di amore e integrazione

Per il card. Parolin “Quello che si sta vivendo a Bari negli ultimi anni ha un ruolo di prima linea. Ricordiamo l’incontro del 7 luglio tra il Papa e i patriarchi delle Chiese del Medio Oriente che è stato un evento svoltosi sotto la protezione di san Nicola. Qui, a Bari, - ha osservato il card. Parolin - vengono moltissimi pellegrini da tutto il mondo: quello di san Nicola non è soltanto un ecumenismo dei responsabili delle Chiese ma anche del popolo cristiano che si ritrova in questo Santo. Ed è bello che sia così”.

San Nicola è una figura che unisce

“Ci sono delle figure – ha osservato - che uniscono e San Nicola è certamente una di queste. Speriamo che possa aiutare a promuovere sempre più questo cammino di unità di cui il mondo ha tanto bisogno. C’è un richiamo ad essere aperti a tutti e a vivere questa dimensione di accoglienza a tutti, rispettando le differenze e facendo delle differenze un motivo per arricchirci reciprocamente. Credo che dobbiamo davvero cambiare la narrativa nei confronti dell’altro, del diverso. Non sentirlo come una minaccia come purtroppo tante volte lo si percepisce, ma sentirlo come una ricchezza che può davvero aiutarci a crescere e ad aiutare. Nel fare memoria del vescovo di Myra vorremmo essere capaci di trasmettere qualcosa dello splendore che viene dal Vangelo e che conferisce dignità a ogni uomo, che risana ogni cuore ferito e dà speranza in ogni situazione, anche la più difficile”.

La memoria di san Nicola fa parte della fisionomia spirituale di questa terra

“Rallegriamoci dunque per questo giorno, – ha continuato il porporato - che ci viene dato per riscoprire la gioia di vivere accanto agli altri, che sentiamo non estranei ma amici, e per ritrovare il desiderio di costruire insieme una città umanamente più ricca e fraterna”. “Riconoscere oggi san Nicola come patrono – afferma il card. Parolin – significa riconoscere con gratitudine la fondamentale continuità della nostra comunità attraverso i secoli. In san Nicola vogliamo professare il valore della tradizione autentica, in cui ritrovare la radice della nostra cultura e della nostra umanità”.

Cammino di unità tra le Chiese presuppone umiltà e cercare il bene dell’altro

“La figura di san Nicola ci ricorda che un vero cammino di dialogo tra le Chiese passa sempre attraverso l’umiltà di cercare il bene e l’interesse dell’altro. Spesso la vita ci pone davanti ad ostacoli e limiti e ci costringe a rinunciare ai sogni e ai progetti. Il Vangelo ci ricorda che è proprio in quell’occasione che la sequela diventa segno trasparente e dimostrazione di un amore distaccato e purificato, che si fa dono generoso e lieto. È quello che vediamo nei santi e, in particolare, oggi in San Nicola, - ha concluso il card. Parolin - la cui vita, fin dalla prima giovinezza, fu improntata all’obbedienza. Anche in lui si realizzò la Parola del Signore detta a Pietro, perché sotto l’imperatore Diocleziano venne esiliato e imprigionato: ‘Un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi’”.
 

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07 dicembre 2018, 10:49