Mons. Mario Delpini arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini arcivescovo di Milano 

Mons. Delpini: Siamo autorizzati a pensare

Nella basilica di Sant’Ambrogio, in occasione della festa del patrono, partendo dalla “Lettera di Giacomo”, mons. Delpini, ha guardato difficoltà e lacerazioni della società, ma anche volontà e impegno

Massimiliano Menichetti - Città del Vaticano

 

Mons. Delpini ha lanciato subito la sfida della sapienza “che viene dall’alto”, contro una visione emotiva dell’agire. “La comunità cristiana, nelle sue articolazioni territoriali e nella sua organizzazione centrale, desidera abitare la città”, ha detto inquadrando le tante problematiche che la città, il Paese, vive: la crisi demografica, la povertà di prospettive per i giovani, la mancanza di lavoro, la solitudine. Per l’arcivescovo servono processi concreti, lungimiranti, da attuare con determinazione. Ha parlato comunque di una Chiesa viva sul territorio, di “comunità pronte” che sono “già all’opera”. Centrale per la costruzione della società il ruolo della famiglia: “Fattore decisivo” che deve essere aiutato e non lasciato solo.

Emotività e suscettibilità

Per l’arcivescovo si deve partire da un pensiero “puro” pieno di misericordia”, capace di portare “buoni frutti”, a fronte di una realtà spesso schiacciata da troppa emotività e suscettibilità. La chiave per sconfiggere queste derive è: “Essere persone ragionevoli”. Portando il loro esempio, ha ringraziato “gli operatori che sanno accogliere con particolare attenzione coloro che si trovano in condizioni di necessità”. Ha lodato la “pazienza” e la “comprensione” donate da chi impegnato nel “servizio pubblico alla comunità”, respingendo gli “atteggiamenti di pretesa arrogante” che spesso la “cultura post-moderna” esalta.

Sensibilità ammalata di suscettibilità

Ha parlato di una sensibilità che si è ammalata di suscettibilità commentando il “pregiudiziale atteggiamento di discredito verso le istituzioni” e i “servizi pubblici”, ma è tornato ad invocare la "ragionevolezza" ed il "pensare", non giustificando in alcun modo le “inadempienze” o i disservizi.

Favorire un sano confronto pubblico

Cambio di prospettiva anche per l’ambito del dibattito pubblico dove “il linguaggio tende a degenerare in espressioni aggressive” e “l’argomentazione si riduce a espressioni a effetto” o slogan. Per il presule infatti “il consenso costruito con un’eccessiva stimolazione dell’emotività dove si ingigantiscano paure, pregiudizi, ingenuità, reazioni passionali” non giova “al bene dei cittadini” e non favorisce la partecipazione democratica. La via proposta, contro ogni fanatismo, è quella della risposta ai bisogni, della condivisione del pensiero, del confronto su “dati e programmi”.

Semplificazioni ragionevoli

Difronte all’intralcio incomprensibile di procedure, normative e pratiche burocratiche che ledono intraprendenza, creatività e generosità, ha parlato di un’ossessione per la documentazione e il controllo che sembra essere ispirata “da una sorta di pregiudiziale sospetto sul cittadino”, visto come disonesto e “incline a contravvenire alle regole”. La proposta è stata quella della semplificazione, nella direzione del recupero della fiducia “tra i cittadini, e tra cittadini e pubblica amministrazione”.

Autorizzati a pensare

“Nella comunità del pensare riflessivo, e non del vociare emotivo - ha proseguito - si riconosce, si promuove, si custodisce e si propizia l’umano-che-è-comune”. Poi si è rivolto al mondo accademico e non solo, affinché si promuovano riflessioni, studi e confronti. Ha messo in guardia dalle strumentalizzazioni ideologiche e riferendosi ai rischi della “recente rivoluzione digitale”, che potrebbe condurre ad “un virtuale inafferrabile e irresponsabile”, ha richiamato alla “responsabilità” del pensare e all’onere della scelta.

Europa pacifica e solidale

Per l’Europa mons. Delpini ha auspicato sempre più un cammino di convivenza pacifica e solidale. Guardando con speranza ai giovani ha richiamato i valori costituzionali e l’importanza dell’educazione civica, ribadendo il dovere per i padri della trasmissione delle radici che costruirono l’Italia. "Gli amministratori locali - ha proseguito - sono chiamati a un esercizio di realismo e quindi anche a essere vigili sul rischio di lasciarsi condizionare da gruppi di pressione che promuovono ideologie o punti di vista troppo parziali".

Il ruolo della religione 

Per mons. Delpini “la religione, in questo quadro, vuole mettersi in cordiale confronto con ogni uomo che cerca la verità e così concorrere alla ricerca del bene comune".

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06 dicembre 2018, 18:00