Il card. arcivescovo di Managua Leopoldo Brenes (al centro, foto di archivio) Il card. arcivescovo di Managua Leopoldo Brenes (al centro, foto di archivio) 

Vescovi del Nicaragua: sempre vicini al popolo

"Contate su di noi e noi contiamo su di voi": così il card. Brenes si è rivolto al popolo nicaraguense al termine dell'Assemblea della Conferenza episcopale del Paese. La crisi socio-politica continua

I vescovi del Nicaragua, al termine della loro Assemblea annuale svoltasi a Managua dal 12 al 14 novembre, hanno ribadito la loro vicinanza al popolo nicaraguense.

A parlare per la Conferenza episcopale è stato l'arcivescovo di Managua, il cardinale Leopoldo Brenes. Il porporato, in un breve videomessaggio, ha ringraziato i fedeli per la loro preghiera e vicinanza durante questi tre giorni di "riflessione e fraternità", in cui, ha detto, abbiamo sentito "la presenza dello Spirito che ci ha guidato":

"Ci prepariamo a tornare nelle Chiese particolari per continuare ad accompagnarle e ad annunciare loro Gesù Cristo. Vi ringraziamo per la vostra preghiera, il vostro affetto e la vostra vicinanza e vogliamo dirvi che vogliamo sempre essere vicini a voi e continuare ad annunciarvi Gesù Cristo. Contate sempre sulle nostre preghiere. Saremo attenti a ciascuno di voi, la nostra preghiera vi accompagnerà sempre. Contate su di noi e noi contiamo su di voi".

La crisi del Paese

I vescovi nicaraguensi non hanno fatto accenni alla delicata situazione del Paese, ma si sono affidati alla Madre di Dio e al loro rapporto con il popolo, a cui sono stati più vicini che mai in questi sette mesi di conflitto sociale. La crisi è iniziata il 18 aprile scorso, con le prime proteste contro i tagli alle pensioni e l’aumento dei contributi per imprese e lavoratori decisi dal presidente Ortega. Le misure sono state poi revocate, ma le manifestazioni antigovernative sono continuate chiedendo le dimissioni del capo di Stato. La repressione militare ha causato, secondo alcune fonti, circa 500 morti e numerosi arresti.

La mediazione della Chiesa

La Chiesa nicaraguense ha svolto un ruolo di mediazione nella crisi, ma col crescere della repressione i vescovi hanno denunciato le violazioni dei diritti umani e la mancanza di una reale volontà di dialogare da parte del governo. Di qui le minacce e gli attacchi ad esponenti ecclesiali da parte di gruppi filogovernativi.  I vescovi restano sempre disponibili a riannodare il dialogo per il bene della popolazione.

 

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16 novembre 2018, 08:08