Cerca

Una esibizione proposta dal Circo Medrano Una esibizione proposta dal Circo Medrano 

Vescovi italiani: fieranti e circensi chiedono accoglienza

A Ostia un incontro organizzato dalla Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana per promuovere la pastorale della ‘gente del viaggio’

Fabio Colagrande - Città del Vaticano

“Sono diciotto anni che sono prete e diciotto anni che seguo la ‘gente del viaggio’. I vescovi della mia diocesi, Vittorio Veneto, hanno sempre voluto che si continuasse questa tradizione pastorale di seguire la gente che viaggia di piazza in piazza”. A parlare così è don Mirko Dalla Torre, sacerdote che fa parte della Consulta nazionale dello spettacolo viaggiante della Chiesa italiana. Don Mirko è tra i relatori dell’incontro nazionale, organizzato in questi giorni a Ostia dalla Fondazione Migrantes della Cei, rivolto agli operatori pastorali del circo e del luna park. "Testimoni del Vangelo di Gesù tra fieranti e circensi: l'accoglienza e l'ascolto della gente del viaggio" è il tema delle due giornate che hanno ospitato anche l’intervento di p. Fabio Baggio, Sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Ci insegnano che tutto è provvisorio

“Fieranti e circensi come cristiani chiedono accoglienza alle nostre comunità”, spiega don Mirko. “Quando piantano il loro circo e la loro giostra, con la loro carovana, girando di piazza in piazza, una settimana in un paese e quella dopo in un altro, ci ricordano la provvisorietà della nostra vita”. “Tutto ciò è uno spunto di riflessione per noi che siamo stanziali e pensiamo di avere tante sicurezze. Ci ricorda che l’unica sicurezza che abbiamo, in realtà è la speranza nella Provvidenza di Dio, così come loro che si affidano a Dio, augurandosi di poter lavorare nel paese dove sostano”.

Senza parrocchia

“È una porzione del Popolo di Dio che non ha parrocchia”, ricorda inoltre il sacerdote. “Le parrocchie che frequentano sono quelle di noi stanziali che visitano quando si fermano, il loro vescovo è quello della diocesi in cui si fermano”. “È per questo che c’è bisogno di un’attenzione particolare della Chiesa nei loro confronti. Ogni diocesi dovrebbe avere un referente per questa pastorale o perlomeno ogni Conferenza episcopale locale, perché seguirli da vicino è impossibile, tante volte”.

Una fede genuina

“Tra le roulotte, i camion e i tendoni si vive una fede itinerante, genuina, una fede trasmessa dai genitori, trasmessa in famiglia”, spiega ancora don Mirko Dalla Torre. “Una fede semplice, ma con i caratteri della genuinità e dell’autenticità. Io ho lavorato bene sia con gruppi di adulti che di ragazzi, per esempio nella preparazione dei sacramenti, o nei momenti di lutto famigliare. Sono i momenti in cui come Chiesa partecipiamo alla loro vita, siamo vicini a loro e siamo accolti, soprattutto quando siamo già conosciuti”.

Ascolta l'intervista a don Mirko Dalla Torre

Domenica: per loro un giorno lavorativo

“Una difficoltà pastorale dei fieranti e dei circensi è che nelle giornate di sabato e domenica sono costretti a lavorare. È pressoché impossibile che nel giorno del Signore partecipino alla vita della comunità”, racconta ancora il sacerdote della Consulta nazionale dello spettacolo viaggiante. “Però per loro il mercoledì e il giovedì sono giorni di sosta, in cui trovano più facilmente il tempo per celebrare i sacramenti, per esempio i matrimoni”. “Sono giorni in cui si può celebrare l’Eucarestia insieme, o vivere un momento di fede tra le carovane o sotto lo chapiteaux del Circo. È capitato anche a tanti miei colleghi che svolgono questa pastorale”. “Anche la domenica, terminato lo spettacolo serale – racconta - può capitare di ritrovarsi dietro le quinte, nei camerini degli artisti, per vivere insieme l’ascolto del Vangelo domenicale, con alcune riflessioni e momenti di preghiera, che sorgono anche spontaneamente da parte loro”.

Spesso si sentono emarginati

“A volte i circensi si sentono un po’ emarginati”, conclude don Mirko. “C’è la fatica di trovare una piazza di sosta, di trovare chi li accoglie. C’è il problema dei rapporti con gli animalisti. Sono tutti elementi che si trasformano in difficoltà quotidiane che registro tra le loro famiglie quando da sacerdote mi reco in un circo”. “L’intento di questo convegno di Migrantes è proprio creare rete fra le chiese locali perché ci sia sempre uno spirito di accoglienza, conoscenza e condivisione nei confronti di questa gente e di questa pastorale”.

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

21 novembre 2018, 14:39