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Controlli della Polizia contro il caporalato Controlli della Polizia contro il caporalato 

Caritas italiana contro caporalato e lavoro nero

L'organismo pastorale della Cei, in collaborazione con 13 diocesi, lancia ‘Presidio 3.0’, il progetto nato nel 2014 per contrastare il caporalato e il lavoro nero in Piemonte, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia

Giordano Contu - Città del Vaticano

Creare una cultura della legalità. Questo il proposito che anima gli operatori delle diocesi che, in quattro anni, hanno assistito 5 mila lavoratori irregolari, circa la metà delle persone sfruttate in Italia. “Caritas Italiana - ha dichiarato Caterina Boca, consulente dell’organismo pastorale della Cei - vuole sostenere tutte le diocesi che si propongono l’obbiettivo di assistere i lavoratori e quindi fornire loro assistenza sociale, sanitaria e legale”.

Ad essere minacciati sono soprattutto i migranti regolari

Il progetto, nato nel 2014, si chiama Presidio 3.0. e vi aderiscono 13 diocesi: Saluzzo, Latina, Aversa, Capua, Caserta, Teggiano, Manfredonia, Cerignola, San Severo, Foggia, Nardò, Ragusa e Noto. In ognuna di esse gli operatori assistono le persone, sensibilizzano l’opinione pubblica e cercano strumenti di lotta contro il lavoro nero. Come si vede dalla dislocazione geografica, il programma demolisce il luogo comune che lo sfruttamento sia confinato al sud. Resta però un dato incontrovertibile: il fatto che ad essere minacciati siano soprattutto i migranti regolari, ovvero con un permesso di soggiorno.

Il fenomeno del caporalato nel mondo dell’agricoltura

L’obiettivo è quello di fare emergere e monitorare il lavoro irregolare, in particolare il fenomeno del caporalato nell’ambito dell’agricoltura. “Il primo modo per approcciare i lavoratori è rispondere ai bisogni primari”, spiega Boca, come ad esempio fornire coperte, vestiti o utensili. Poi c’è “un lavoro più strutturato in collaborazione con le istituzioni, le parti sociali e le associazioni che difendono gli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro”.

Ascolta l'intervista a Caterina Boca

 

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27 novembre 2018, 10:59