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Chiesa argentina contro ideologia gender, rischio pensiero unico

“Distinguiamo: sesso, genere e ideologia”: l’appello dei vescovi dell’Argentina in vista di possibili modifiche alla legge in vigore sull’educazione integrale, contrarie alla visione cristiana del mondo e che potrebbero limitare l’esercizio delle libertà dei genitori e delle istituzioni educative

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

La ‘questione di genere’, se ne parla “negli ultimi tempi ripetutamente, talvolta senza capire molto di cosa si tratti”, premettono i presuli argentini in una Dichiarazione su “un argomento – sottolineano - di grande importanza e rilevanza”, frutto del lavoro di tre Commissione episcopali dei laici e della famiglia, dei catechisti e della pastorale sanitaria.

Distinguere ma non separare sesso biologico e genere

Primo chiarimento è che “si può distinguere senza separare il sesso biologico dall’ambito socioculturale del sesso, ovvero del genere”. Sesso e genere sono infatti “realtà profondamente connesse ma non sono esattamente le stesse”, come insegna l’esperienza cristiana, che “ci aiuta a prenderci cura ed armonizzare le diverse dimensioni della persona”. Secondo punto è che “la cosiddetta ‘ideologia di gender’ distingue sesso e genere”, ma “li separa impedendo l’integrazione armonica di tutti gli aspetti della persona umana”.

Studi di genere sono un utile strumento culturale

Gli studi di genere – osservano i vescovi argentini – possono certo “offrire uno strumento di analisi per valutare come le differenze sessuali tra maschi e femmine sono state vissute in culture diverse e per indagare se questa interpretazione stabilisce relazioni di potere e come le stabilisce. Non si vive la stessa condizione maschile e femminile oggi, che cento anni fa. Non è la stessa in Argentina come Tibet”. E se “la storia porta le tracce delle culture patriarcali”, che non riconoscono uguale dignità a uomini e donne”, è possibile - come incoraggia Papa Francesco - intraprendere un cammino di cambiamento.

Non è il colore dei vestiti indossati da bambini e bambine, secondo modalità culturali che mutano con i tempi e i luoghi ad influenzare la condizione degli uomini e delle donne. Cosi come oggi abbiamo donne che studiano all’università diversamente che nel passato e uomini che cambiano i pannolini ai bambini, abitudine assai rara un paio di generazioni fa. “Nessuna di queste azioni – osservano i vescovi – altera la sessualità degli uni o delle altre, sebbene possiamo distinguere un cambio di ruoli di genere. Non è l’attività che rende la donna e l’uomo ciò che sono”, ma certo la donna e l’uomo “possono variare le attività secondo le circostanze dell’epoca”.

Prospettiva di genere aiuta a riconoscere uguale dignità

“In questo senso – spiegano i presuli - il ‘genere’ è una categoria di analisi culturale, un modo di comprendere la realtà. Guardare la società tenendo conto dei ruoli, le rappresentazioni, i diritti e doveri delle persone secondo il proprio genere, è adottare una prospettiva di genere. Situazione che è necessaria perché tutte le persone siano trattate secondo uguale dignità”

L’ideologia di gender ha invece la pretesa di autocostruire l’identità

Grave preoccupazione esprime invece la Chiesa riguardo l’ideologia di gender, “che pretende di imporsi come pensiero unico”, “dove il genere è pensato come una realizzazione multivalente, fluida e autocostruita, indipendentemente dalla biologia, per cui la propria identità possa progettarsi secondo il desiderio autonomo di ogni persona”.

Si tratta di un’ideologia - come avverte Francesco nell’ Amoris laetitia - che “nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna” e che “prospetta una società senza differenze di sesso”, svuotando “la base antropologica della famiglia”. Un’ideologia che “induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina”. Da qui il grave rischio denunciato dal Papa che “l’identità umana” venga consegnata “ad un’opzione individualistica” e “mutevole nel tempo”.

Pensiero unico imposto nel progetto educativo

Se dunque la prospettiva di genere è una categoria utile per analizzare la realtà, al contrario – rimarcano i vescovi argentini - l’ideologia di gender preoccupa grandemente quando si pretende di imporla nel progetto educativo, “ignorando la libertà che aiuta i genitori e le istituzioni educative a educare secondo le proprie idee”.

Antropologia cristiana illumina ricerca di felicità per tutti

“Siamo convinti – concludono i presuli – che l’antropologia cristiana abbia un potenziale di umanità estremamente prezioso per illuminare la ricerca della verità e felicità, cui anelano tutti i cuori umani”. Una ricchezza di esperienza e pensiero che la Chiesa argentina desidera condividere “con tutti coloro che sono disposto al dialogo aperto, sincero, appassionato intorno agli interrogativi che oggi inquietano la vita umana e configurano il futuro immediato delle generazioni che verranno”.

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29 ottobre 2018, 14:13