Assisi, Preghiera per il creato del 1° settembre 2018 Assisi, Preghiera per il creato del 1° settembre 2018 

Impegno delle istituzioni cattoliche a non investire in combustibili fossili

Diciannove istituzioni cattoliche si impegnano a disinvestire dai combustibili fossili: tra queste, anche le arcidiocesi italiane di Palermo e Vercelli. L’annuncio è dato dal Movimento cattolico mondiale per il clima in risposta alla Laudato si’ di Papa Francesco

Giada Aquilino - Città del Vaticano

Uno sforzo globale di riduzione delle emissioni di gas serra, attraverso il “disinvestimento dai combustibili fossili”. A siglare l’iniziativa in queste ore è un gruppo di 19 istituzioni cattoliche di Austria, Bangladesh, Belgio, Canada, Fiji, Germania, India, Irlanda, Italia, Kenya, Pakistan e Stati Uniti, guidate da Caritas India e dalla Conferenza episcopale irlandese.

Il Movimento cattolico mondiale per il clima

L’annuncio è dato dal Movimento cattolico mondiale per il clima - che riunisce oltre 650 organizzazioni e migliaia di cattolici in risposta all'appello di Papa Francesco per proteggere la nostra casa comune - in occasione del Global Climate Action Summit, il vertice internazionale di attori non statali impegnati a risolvere la crisi climatica che si tiene dal 12 al 14 settembre a San Francisco, in California.

Il “Tempo del creato”

La decisione viene presa inoltre durante il “Tempo del creato”, il mese di preghiera e di azione per la difesa della casa comune condiviso dai cristiani di tutto il mondo, iniziato il 1° settembre in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, e in programma fino al prossimo 4 ottobre, data in cui la Chiesa ricorda San Francesco d’Assisi. Una sollecitazione a partecipare al “Tempo del creato” era giunta dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, oltre che dai partecipanti alla Prima preghiera ecumenica per il creato che ha visto riuniti i leader delle diverse confessioni cristiane ad Assisi all’inizio del mese.

L’impegno dell’arcidiocesi di Vercelli

Assieme all’arcidiocesi di Palermo, ad aderire “con entusiasmo” all’iniziativa per disinvestire dai combustibili fossili è l’arcidiocesi di Vercelli, guidata da mons. Marco Arnolfo. “A prescindere da quanto possiamo avere come diocesi - e non siamo assolutamente una diocesi ricca - se abbiamo dei risparmi, dei conti correnti o comunque degli investimenti, non vogliamo assolutamente usarli per investire su queste fonti energetiche fossili che producono inquinamento”, afferma il presule (Ascolta l'intervista a mons. Marco Arnolfo).

Contrastare la cultura dello scarto

Riprendendo i temi della Lettera enciclica Laudato si’, Papa Francesco nella recente intervista a Il Sole 24 Ore ha ricordato come il nostro sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non abbia ancora sviluppato la capacità di “assorbire e riutilizzare” rifiuti e scorie: serve - ha sottolineato -  adottare “un modello di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future” e che richiede di “limitare al massimo” l’uso delle risorse non rinnovabili, moderare il consumo, massimizzare l’efficienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare, con l’obiettivo di “contrastare la cultura dello scarto che finisce per danneggiare il pianeta intero”. Lo stesso Pontefice ha evidenziato come in questa direzione il lavoro da fare rimanga “ancora molto”. “La nostra è una scelta chiara e un segno per tutta la diocesi - mette in luce mons. Arnolfo - per cercare di essere sempre di più in linea con una sostenibilità e un’attenzione all’ecologia integrale, come richiama Papa Francesco proprio nella Laudato si’. In essa il Pontefice chiede di passare ad altre fonti energetiche, che siano invece sostenibili e in linea con l’ambiente”.

Un impegno per le generazioni future

Nell’arcidiocesi di Vercelli, prosegue il presule, “abbiamo cercato di favorire questa presa di coscienza del rispetto per il creato. A tal proposito, negli ultimi giorni abbiamo organizzato una gita in bicicletta con 60 persone sul nostro territorio, dove vi sono tra l’altro situazioni di fragilità. Ci sono infatti delle cave molto profonde che rischiano di compromettere anche le falde acquifere, non solo quelle superficiali ma pure quelle più profonde, dove attingono i pozzi per gli acquedotti dei comuni più a valle. E poi ci sono anche delle discariche. Per cui, in questa gita sul territorio, abbiamo cercato di fare un’opera di sensibilizzazione sull’attenzione da avere nei confronti del creato, della natura. Come diocesi cerchiamo di vivere l’invito del Papa che viene dalla nostra esistenza non solo cristiana, ma proprio umana, vissuta con maggiore consapevolezza. Perché - conclude - su questo pianeta siamo tutti coinvolti in un impegno ad avere più rispetto per la casa comune, non solo per noi ma anche per le generazioni future”.

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11 settembre 2018, 07:30