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Dublino, famiglie in cammino aspettando Francesco

Nella città che ospita in questi giorni l’Incontro Mondiale delle Famiglie cresce l’attesa per l’arrivo di Papa Francesco. Tweet del Pontefice sulla famiglia, "culla della vita e scuola di accoglienza e di amore"

Raul Cabrera – Dublino / Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

L’ estate di Dublino si intreccia, in queste ore, con la festosa mescolanza di bandiere e volti che colorano di speranza l’Incontro Mondiale delle Famiglie, apertosi martedì scorso. Oggi riecheggiano, in particolare, le parole del tweet di Papa Francesco: “La #famiglia è culla della vita e scuola di accoglienza e di amore; è una finestra spalancata sul mistero di Dio”. Tra folle di turisti si confondono numerosi gruppi di pellegrini, accompagnati da vescovi e sacerdoti. Le famiglie, che provengono da 116 Paesi, testimoniano la loro fede e aspettano trepidanti l’arrivo, il 25 agosto, di Papa Francesco in Irlanda.

Una città in festa

Canti, preghiere e l’entusiasmo dei bambini scandiscono queste ore di gioiosa attesa. Lungo il tragitto che percorrerà il Pontefice, già sventolano bandiere irlandesi e del Vaticano. In varie zone della città, presidiate da un ingente dispositivo di sicurezza, si vedono ordinate file di volontari, un prezioso riferimento per districarsi nel centro di Dublino e tra gli eventi in programma. Famiglie numerose, con disabili e ad esempio provenienti dall’Africa e dall’India manifestano varie e specifiche esigenze. Ma tutte sono animate dalla stessa luce: quella della Parola di Dio. Nei vari incontri che finora hanno animato l’Incontro  Mondiale delle Famiglie si sono approfonditi vari temi, legati anche ad esperienze quotidiane e all’attualità.

Il dono di una nuova vita

Mons. Eamon Martin, arcivescovo di Armagh e primate di tutta l’Irlanda, riferendosi all’esortazione apostolica postsinodale di Papa Francesco “Amoris Laetitia” ha incentrato stamani il proprio intervento su un dono immenso: quello di una nuova vita. “Sono colpito - ha detto il porporato - dall’esempio di donne e uomini laici, molti di loro madri e padri, che sono disposti a diventare voce di bambini non nati e pertanto senza voce”. I giovani - ha osservato il porporato - sono circondati da quella che Papa Francesco definisce ‘cultura dello scarto’ e da una mentalità contraccettiva e contraria alla nascita.

Missionari per la causa della vita

Agli stessi giovani – ha aggiunto l’arcivescovo di Armagh - viene anche offerta “una tecnocratica mercificazione” della nascita di un bambino, anche “indipendentemente da qualsiasi rapporto sessuale”. In quanto persone “ispirate dal Vangelo della vita e dal Vangelo della famiglia - ha poi affermato il primate di tutta l’Irlanda - siamo tutti chiamati ad essere ‘missionari per la causa della vita’, a casa nelle nostre famiglie, ma anche nelle nostre parrocchie e nei luoghi di lavoro”.

Comprendere la realtà delle famiglie

Il cardinale Joseph W. Tobin, arcivescovo di Newark, negli Stati Uniti, si è soffermato stamani sul significato dell’amore nell’esperienza quotidiana: “l’umiltà del realismo” – ha detto – ci aiuta ad evitare di presentare “un ideale teologico troppo astratto e quasi artificiale del matrimonio, lontano dalle situazioni concrete e dalle possibilità pratiche delle famiglie reali”. “Se non riusciamo ad ascoltare la realtà - ha aggiunto - non possiamo comprendere i bisogni del momento presente”.

La bellezza dell’amore sessuale

Sempre oggi, il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, ricordando l’esortazione apostolica “Amoris Laetitia”  ha sottolineato che “la sessualità non è un mezzo di gratificazione o intrattenimento” ma un linguaggio interpersonale in cui l’altro è preso sul serio, “nella sua dignità sacra e inviolabile”. “L’amore sessuale che spinge le persone ad uscire da se stesse - ha detto il porporato - è contrassegnato da un’incomparabile dignità e bellezza”. La comunicazione – ha affermato inoltre l’ arcivescovo di Chicago - è “l’ingrediente più importante in un matrimonio riuscito o nella guarigione di una relazione coniugale che è stata ferita”.  “Le coppie che non hanno paura di comunicare esplicitamente i loro desideri reciproci aprono la via alla comunione”. “Nella pornografia invece – ha osservato il cardinale Cupich – non c’è comunicazione reciproca, nessun desiderio condiviso e nessun movimento verso la comunione. Le persone sono condotte verso un isolamento opprimente”. 

Un programma per sostenere le coppie in crisi

Tra gli eventi di oggi, anche la presentazione del programma “Retrouvaille” (parola francese che significa ritrovarsi) che propone a coppie in conflitto o in crisi “strumenti pratici per migliorare la comunicazione, costruire un matrimonio più forte e riscoprire l’amore”. Leigh and Steve Baumann, di Retrouvaille International (Usa e Canada) hanno sottolineato, in particolare, che il matrimonio deve essere inteso come un processo costante di crescita creando un’atmosfera d’amore in cui le relazioni possano crescere e prosperare. Entrambi i coniugi “devono decidere di impegnarsi” e “lavorare insieme per migliorare il loro matrimonio”.

L’ amore tra coniugi

Ieri padre José Granados, vicepreside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, si è soffermato sull’amore coniugale: “l’amore tra gli sposi” - ha detto - ha bisogno di un ambito più grande, per essere “stabile, profondo e fecondo”. La Chiesa - ha osservato il religioso - è il luogo in cui promuovere tutti i giorni un impegno radicale nell’amore: “nella Chiesa – ha detto - troviamo la certezza dell’impegno di Dio in Cristo”. “Sposarsi in chiesa – ha sottolineato Padre José Granados - significa stabilire come fondamento del proprio impegno l’amore radicale di Gesù per la sua Chiesa. Inoltre, attraverso il perdono di Cristo, la Chiesa ci offre un posto dove il nostro amore può essere guarito quando ferito”.

Famiglie e lavoro

La relazione tra famiglia e lavoro – ricorda l’agenzia Sir - è stata al centro, ieri, dell’intervento del cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale. Sviluppando il tema “La vocazione del leader d’impresa: una prospettiva di impresa familiare”, il porporato ha affermato che “l’impresa è una nobile vocazione che organizza e svolge il lavoro per porre il creato e le sue risorse al servizio del bene della famiglia umana in generale”. “La famiglia – ha aggiunto il porporato - è una risorsa per la sostenibilità e il servizio d’amore per i nostri figli e quelli che verranno dopo di noi”.

Imprese familiari

“Le famiglie impegnate negli affari - ha spiegato Gordian Gudenus, direttore della Bank Gutmann di Vienna - hanno un ruolo chiave nello sviluppo del bene comune, nello sviluppo sociale e nei bisogni economici dell’umanità”: “le imprese familiari – ha ricordato – rappresentano nel mondo due terzi delle imprese, impiegano il 60% della forza lavoro e contribuiscono per oltre il 70% al Pil mondiale”. La Chiesa – ha poi sottolineato Gordian Gudenus - “ha un ruolo nel sostenere i valori delle famiglie di imprenditori, aiutandole a vivere fino alla loro vocazione come modelli di riferimento”.

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23 agosto 2018, 13:30