La miniera di Mariana in Brasile: l'incidente alla diga ha causato 19 vittime La miniera di Mariana in Brasile: l'incidente alla diga ha causato 19 vittime 

America Latina, la Chiesa vicina alle vittime delle estrazioni minerarie

Si apre il 7 agosto, fino al 10, a Brasilia, l’incontro delle comunità latinoamericane minacciate dalle attività estrattive promosso dalla Conferenza episcopale brasiliana, dal Celam e dalle reti di solidarietà Iglesia y Mineria e Cisde

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

I rappresentanti di 35 comunità e villaggi vittime delle attività estrattive in America Latina si riuniranno dal 7 al 10 agosto a Brasilia, su iniziativa della Conferenza episcopale brasiliana, delle reti Iglesias y Mineria e Cisde e dal Celam, la Conferenza episcopale dell'America Latina. Lo scopo della riunione, che segue quella tenuta in Vaticano nel 2015, dopo la pubblicazione dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, è “promuovere un dialogo con le Chiese locali e le loro gerarchie” ed “elaborare strategie comuni in difesa delle vittime, delle comunità e dei loro territori, attraverso uno sguardo ed un impegno che derivano da una fede solidale”.

La lettera pastorale del Celam sull'ecologia integrale

L’incontro sarà coordinato dal vescovo brasiliano dom Sebastião Lima Duarte,  presidente del gruppo di lavoro sull’attività estrattiva della Cnbb, e sarà illuminato dalla lettera pastorale sull’ecologia integrale del Celam, pubblicata a marzo. Si rifletterà anche sul prossimo Sinodo sull’Amazzonia, territorio tra i più minacciati dalle attività minerarie, previsto nell’ottobre 2019. Al termine dei lavori sarà presentato un documento che sarà inviato al Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, al Celam, alla Cnbb, alle altre conferenze episcopali latinoamericane e alle comunità religiose, nel quale si cercherà di individuare il volto di chiesa che si attendono le comunità minacciate da progetti estrattivi. A padre Dario Bossi, missionario comboniano in Amazzonia e tra i coordinatori della rete latinoamericana Iglesias y Mineria (ascolta qui l’intervista a padre Bossi), abbiamo chiesto quali sono oggi i rischi per le comunità che vivono vicino ad impianti di estrazione mineraria.

R. - L’ America Latina da molti anni e ancora oggi basa la sua politica economica sull’estrattivismo, una politica neocoloniale di sottrazione delle materie prime dal territorio, per la maggior parte dei casi per l’esportazione. Questo genera quindi una dipendenza totale di molti paesi latinoamericani dal modello commerciale definito dall’estero, in vari casi anche con un indebolimento della propria struttura degli investimenti industriali. Questa intensificazione dell’estrazione mineraria ha facilitato la flessibilizzazione delle leggi ambientali, a scapito dei diritti umani e della natura in tutte le nostre regioni, soprattutto colpendo le comunità tradizionali, indigene, che abitano nei territori che sono saccheggiati dall’estrazione. Gli impatti principali sono l’inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria, sono il disboscamento, il trasferimento di parecchie comunità che si trovano nelle regioni dell’estrazione mineraria, e anche, come avete potuto seguire dall’estero, danni enormi legati alle infrastrutture dell’estrazione, come è successo a Mariana quando una diga di un deposito di rifiuti minerari ha travasato e ha ucciso con un’inondazione 19 persone ed ha contaminato un intero fiume.

 

Però sta cambiando la sensibilità dei governi latinoamericani grazie anche all’azione della Chiesa?

R. – Ci sono delle pressioni forti. Senza dubbio il modello minerario è in discussione, a livello politico, e la Chiesa sta maturando una posizione critica sempre più chiara. Sicuramente l’enciclica Laudato Si’ lascia il segno su questo. Anche l’indizione del Sinodo speciale per l’Amazzonia e il testo base che stiamo tra l’altro lavorando intensamente nelle comunità denuncia fortemente l’aggressione ai territori con una concezione del pianeta come se fosse un deposito illimitato di risorse. In alcuni casi l’incidenza della Chiesa nei governi nazionali ha avuto successo, come nel caso per esempio di El Salvador, in cui, dopo decenni di manifestazioni e di proteste, la Chiesa è riuscita ad ottenere l’eliminazione dell’estrazione mineraria di metalli dall’intero paese, con una legge costituzionale. Per dire che è possibile pensare ad economie che non dipendano tanto fortemente dall’estrazione mineraria.

La recente lettera pastorale del Celam sull’ecologia integrale ha contribuito ad aprire gli occhi sul problema a tutte le Chiese locali?

R. – Senza dubbio questa lettera è un discernimento latino-americano alla luce della Laudato Si’, è proprio il sottotitolo. I vescovi della Conferenza episcopale latinoamericana hanno cercato di ricontestualizzare il messaggio di Papa Francesco alla Chiesa universale, nel contesto del nostro continente latinoamericano. E’ stato molto interessante vedere quanto l’obiettivo principale di questa lettera è esattamente l’estrattivismo, questa politica che risucchia le risorse del pianeta. C’è una sensibilità chiara della Chiesa latinoamericana nel denunciare i ritmi intensissimi, incontrollati di questo processo. La lettera è stata tradotta informalmente in varie lingue e ora si sta divulgando tramite un processo di educazione popolare, con incontri, dibattiti, pubblicazione di materiali semplici, di assimilazione di questa lettera. Abbiamo davanti un grande percorso perché la lettera diventi uno strumento popolare che orienti le chiese locali.

Come si struttureranno i quattro giorni di lavori? Quali vescovi parteciperanno?

R. – Questo incontro prevede principalmente la riunione delle comunità colpite dalle estrazioni minerarie. Non abbiamo potuto aggregare molte persone, ma avremo 30-35 rappresentanti da otto diversi paesi latinoamericani. L’incontro sarà coordinato dal vescovo brasiliano presidente del gruppo di lavoro della Cnbb, dom Sebastião Lima Duarte. E’ molto importante che la Conferenza episcopale brasiliana abbia creato un gruppo permanente di lavoro e riflessione sul tema dell’estrattivismo. E’ un segno politico di sensibilità. All’incontro parteciperanno anche altri vescovi e avremo anche il messaggio del neo cardinale Pedro Barreto, che è il vicepresidente della rete ecclesiale panamazzonica (Repam, n.d.r.). Avremo anche un testo di studio, che ci sembra molto rilevante, del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, preparato da don Bruno Marie Duffé, che ci offre uno strumento di lavoro col quale le comunità approfondiranno il dibattito.

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06 agosto 2018, 18:08