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Nicaragua. Card. Brenes condanna l'uccisione di civili

Almeno un morto e due feriti sabato durante una manifestazione per la libertà dei "prigionieri politici" in diverse città del Nicaragua nell'ambito delle proteste contro il governo del presidente Daniel Ortega. La voce del presidente della Conferenza episcopale del Paese

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Ancora drammatica la situazione in Nicaragua dove una nuova vittima si somma a circa 400 persone che finora sono rimaste uccise in seguito alla dura campagna di repressione governativa iniziata ad aprile.

Ogni vittima è un dolore per il Paese

E' successo sabato pomeriggio durante una manifestazione di centinaia di nicaraguensi per la liberazione dei "prigionieri politici" a Matagalpa, capoluogo dell'omonimo dipartimento. Il quotidiano Il Nuevo Diario ha reso noto che la marcia autoconvocata e' stata attaccata a colpi d'arma da fuoco e diversi partecipanti sono rimasti feriti. La vittima è stata identificata come Lenin Mendiola, figlio della leader contadina Benigna Mendiola. "Ogni nicaraguense che muore, è sempre un dolore per il Nicaragua, e questo deve essere condannato da tutti". Così in conferenza stampa, domenica, l'arcivescovo di Managua e Presidente della Conferenza Episcopale del Nicaragua, il cardinale Leopoldo Brenes.

Libertà per i prigionieri

Nelle parole del porporato la deplorazione per la condizione dei prigionieri politici e per il dolore dei rispettivi familiari e la richiesta al popolo di pregare "Dio che queste persone in prigione siano presto libere". Il cardinale fa anche riferimento alla riapertura del dialogo nazionale, per il quale l’Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha pensato ad una Commissione speciale, composta da esponenti di diversi Paesi, col compito di affiancarsi e cercare soluzioni pacifiche alla crisi in atto.

Per la ripresa del dialogo

"Stiamo facendo ogni sforzo per assicurarci che sia fatto il più presto possibile - ha detto il cardinale Brenes ai giornalisti - speriamo di avere le risposte positive per ristabilirlo. Innanzi tutto, stiamo cercando di ottenere alcuni appuntamenti con il ministro degli Esteri Denis Moncada, che rappresenta la Commissione governativa, per vedere se possiamo ottenere qualche parola positiva". Il dialogo è stato avviato a metà maggio, ma è stato intermittente e poi sospeso, dopo l'ultimo incontro, a fine giugno.

Vicinanza della Chiesa e del Papa al Nicaragua

La Commissione che dovrebbe affiancare il cammino di risoluzione della crisi, è stata proposta da Stati Uniti, Argentina, Cile, Messico, Brasile, Colombia, Perù e Canada, ma ha già ricevuto parere negativo dal governo nicaraguense. A tal proposito il cardinale Brenes, ha ribadito in conferenza stampa che è sempre "benvenuto" il lavoro di quelle "istituzioni che senza alcuna intenzione di danneggiare il Paese" vogliono contribuire al superamento della crisi. Il presidente della Conferenza episcopale nicaraguense ha affermato di sentire la vicinanza e la preghiera di tutta la Chiesa d'America e d'Europa che si aggiunge a quella, in prima persona, di Papa Francesco.

Le proteste contro il governo sono iniziate il 18 aprile per il fallimento di una serie di riforme sociali e sono diventate una richiesta di dimissioni del presidente Ortega da 11 anni al potere, e accusato per abusi e corruzione.

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13 agosto 2018, 13:23