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Stoccolma: Incontro ecumenico per la settimana mondiale dell'Acqua

In Svezia il "Water and Faith", l'incontro aperto al pubblico e organizzato dal Consiglio Mondiale delle Chiese per studiare e proporre soluzioni al problema globale della carenza e dello spreco dell'acqua

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

"Acqua e Fede" è l'odierna giornata organizzata a Stoccolma dal Wcc - il Consiglio Mondiale delle Chiese - per studiare e capire come gruppi, istituzioni e organizzazioni religiose possano agire in collaborazione con il settore pubblico e privato per ottenere 'giustizia idrica' per l'umanità intera. La giornata è inserita nella Settimana Mondiale dell'Acqua, che è in corso dal 26 al 31 agosto sul tema "Acqua, ecosistemi e sviluppo umano". 

L'aspetto ecumenico

Al seminario interverranno il vescovo Arnold Temple, presidente della Rete Ecumenica dell'Acqua del WCC e presidente della Conferenza delle Chiese di tutta l'Africa, il muftì Mohammad Zoubi, il muftì di Amman, Giordania, e rappresentanti del Vaticano e dei programmi delle Nazioni Unite in materia di acqua. Attesi 3.000 partecipanti provenienti da 135 paesi.

I temi affrontati

In questa giornata, il vescovo Temple parlerà di come nel 2016 il WCC sia diventato una 'Comunità Blu', dell' impegno di promuovere 'l'oro blu' come bene pubblico e di incentivare, dove possibile, il consumo dell'acqua dal rubinetto, diminuendo, di conseguenza, l'uso delle bottiglie di plastica così altamente inquinanti. Si discuterà, inoltre, su come le organizzazioni religiose possano contribuire alla realizzazione dell'Obiettivo 6 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, che è quello di "Assicurare la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie per tutti".

Fede e Acqua, terza edizione

Dinesh Suna, coordinatore dell'Ecumenical Water Network (EWN), ha dichiarato a Vatican News che questa giornata aperta al pubblico è alla sua terza edizione e si augura che comunità religiose, organismi delle Nazioni Unite possano fare significativi passi avanti per affrontare insieme l' "obiettivo 6".

Come si diventa 'Blue Community'

"La missione della 'Blue Community' - ha spiegato Suna - si basa su tre importanti requisiti che devono essere rispettati: chi vuole farne parte deve rispettare il diritto umano di accedere all'acqua come riconosciuto nel 2010 dalle Nazioni Unite. Il secondo requisito è di promuovere un controllo pubblico sui servizi idrici. Questo significa - ha specificato il coordinatore - la non privatizzazione dell’acqua. Il terzo requisito è dire 'No' alle bottiglie d’acqua laddove l’acqua è potabile mentre, laddove l’acqua non è sicura, è necesario studiare altri sistemi più ecologici e sostenibili".  Le industrie delle bottiglie di acqua producono circa un milione di bottiglie di plastica al minuto e "entro il 2050 - conclude a riguardo Suna - avremo più bottiglie di plastica negli oceani che pesci! Per questo motivo siamo la WCC ha deciso di entrare a far parte della 'Blue Community'."

Papa Francesco e l'incontro a Ginevra

In riferimento all'Incontro Ecumenico dello scorso 21 giugno a Ginevra tra Papa Francesco e la WCC , il coordinatore dell'EWN ricorda lo scambio di doni: "uno dei doni ufficiali che abbiamo offerto al Santo Padre è stata una semplice e umile bottiglia in vetro d'acqua che noi usiamo nei nostri uffici e durante le nostre conferenze. Questo, per lanciare un messaggio, ovvero, che anche il Vaticano può e dovrebbe diventare un membro della 'Blue Community' perché Papa Francesco - coclude - nella sua Enciclica “Laudato Si’” ha parlato spesso dell’accesso all’acqua come diritto umano e della sostenibilità del nostro pianeta.

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27 agosto 2018, 08:00