Migranti: sbarco nell'agrigentino (archivio) Migranti: sbarco nell'agrigentino (archivio) 

Mons. Staglianò: sui migranti, i vescovi italiani hanno il diritto di parlare

Il vescovo di Noto sulla nota della Conferenza episcopale italiana “Migranti, dalla paura all'accoglienza". Non è un’ingerenza politica, precisa, l’accoglienza è un principio non negoziabile del Vangelo

Federico Piana - Città del Vaticano

Adesso basta. Non si può rimanere indifferenti davanti “allo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all’abisso che ha inghiottito altre vite umane”. Non si deve rimanere impassibili ascoltando “parole sprezzanti ed osservando atteggiamenti aggressivi” di chi vorrebbe chiudere i porti- ed il cuore- a chi scappa da guerre e fame nel tentativo di conquistarsi un’esistenza migliore. I vescovi italiani non hanno avuto paura di urlarlo. Hanno preso carta e penna e stilato una nota, a firma della presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, che chiama in causa la coscienza di tutti gli uomini, non solo quella dei cattolici. Certo, i vescovi lo hanno chiarito bene, per evitare equivoci e maliziosi fraintendimenti: come pastori della Chiesa “non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade, però, non possiamo volgere lo sguardo altrove”.

I vescovi hanno il dovere di guidare le coscienze

E non potrebbe essere altrimenti. Non potrebbero tacere. Mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto e delegato per le migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana, ne è convinto. Ha negli occhi le centinaia di sbarchi di disperati arrivati sulla sua amata isola e sa che rimanere in silenzio equivarrebbe a macchiarsi di colpa grave. “Avevano il diritto ed il dovere di farlo- spiega a Radio Vaticana Italia-. I vescovi sono pastori d’anime ma le anime non vagano senza corpo. Non sono disincarnate. E nel momento in cui i corpi sono offesi nasce la necessità di far qualcosa di concreto per tentare di salvarli. Questo intervento, chiaro, puntuale, era necessario”.

Non è un’ingerenza politica

Il messaggio non vuole essere un’ingerenza politica. I vescovi lo hanno precisato, mons. Staglianò lo ribadisce: “Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa rispetta l’autonomia dello Stato e della politica. Molti vescovi sono intelligenti ed avrebbero qualche soluzione tecnica da proporre ma non lo fanno per questioni di rispetto di competenze. Però, gli orientamenti di coscienza gli spettano, li possono offrire”.

L’accoglienza, principio non negoziabile del Vangelo

Consigli ed ammonimenti non solo per la classe politica ma anche per quei “cattolici convenzionali che – entra nel dettaglio mons. Staglianò- digeriscono senza problemi l’idea di abbandonare in mare gli immigrati, lasciarli morire per affermare il principio dell’identità nazionale e della forza dell’Italia nei confronti dell’Europa. Il Vangelo, invece, fa dell’accoglienza un principio non negoziabile”. Poi, il presule si pone una domanda sulle attuali scelte politiche italiane: il governo sui migranti “sta giocando un braccio di ferro con l’Europa: è giusto? Oppure si potrebbero trovare altre vie, più rispettose della dignità umana?”.

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20 luglio 2018, 14:05