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Vescovi Canada: legalizzare la cannabis avrà effetti disastrosi

Il no dei vescovi canadesi alla legalizzazione della vendita, coltivazione e consumo della marijuana. “Non tutti sono convinti che riduca il coinvolgimento della criminalità organizzata, al contrario può anche avere l'effetto opposto”

Alina Tufani - Citta del Vaticano

La Conferenza episcopale canadese ha espresso il suo rammarico per l’approvazione della legge conosciuta come “Bill C-45”, che legalizza la cannabis- marijuana per uso ricreativo. “È deplorevole – affermano i presuli - che il governo federale abbia deciso di facilitare la distribuzione e l'uso di una sostanza che crea dipendenza e avrà effetti disastrosi per così tante persone”.  Dopo l'acceso dibattito dello scorso 19 giugno, il Senato canadese ha votato (52 a 29) a favore della legge che consentirà la vendita, l'uso e la coltivazione legali di cannabis in tutto il territorio nazionale. Dopo l'Uruguay, la nazione nordamericana è il secondo Paese al mondo a legalizzare la marijuana a scopo ricreativo e il primo tra i grandi Paesi del G7.

A rischio salute fisica e mentale dei giovani

La dichiarazione - sottoscritta anche da presidente del Consiglio canadese degli Iman - ribadisce che sono numerosi e noti i rischi che l'uso di cannabis comporta per la società e la salute fisica, mentale ed emotiva delle persone. Avvalendosi degli studi eseguiti dalle associazioni nazionali di pediatria, psichiatria e medicina, i vescovi sottolineano come l'uso della cannabis sia legato anche alle dipendenze, depressione, ansia, psicosi, danni allo sviluppo cerebrale e problemi polmonari come asma ed enfisema. In particolare, la nota fa riferimento alle statistiche dell’UNICEF che considera i giovani canadesi i maggiori utilizzatori di marijuana "nel mondo sviluppato".

Non limiterà né diminuirà l'uso di marijuana

L’episcopato canadese condivide il parere di “numerosi capi della polizia e leader indigeni, regionali e municipali” che la nuova legislazione non ridurrà il coinvolgimento della criminalità organizzata ma, al contrario potrebbe avere l'effetto opposto. Una posizione - dichiara l’episcopato - condivisa da Papa Francesco che ha ribadito che “la legalizzazione delle cosiddette 'droghe leggere', anche parziali, oltre ad essere quanto meno discutibili sul piano legislativo, non producono gli effetti desiderati".

La legalizzazione aumenterà i problemi già diffusi nella società

“Ci saranno sempre dei mali sociali difficili da sradicare - affermano i vescovi - ma la risposta sicuramente non può essere quella di arrendersi, condonare o legalizzare”.  Per l’episcopato, il massiccio aumento del consumo di cannabis che accompagnerà la sua legalizzazione non produrrà una società più giusta e umana, ma esacerberà e moltiplicherà i problemi già diffusi nella società, comprese malattie mentali, criminalità, disoccupazione, danni alla famiglia, feriti e morti.

Educazione, lavoro e supporto alle famiglie

La Conferenza episcopale ribadisce che le soluzioni per il traffico di droga, dipendenza e abuso si trovano nelle opzioni educative e occupazionali; nelle comunità di supporto per i più vulnerabili; nel trattamento e la prevenzione; nel supporto alle famiglie; nella riduzione dell'offerta di droga; nello scoraggiamento del consumo di droga e nella promozione di programmi di recupero. “Nel momento in cui sono già state spese così tante risorse per scoraggiare l'uso ricreativo del tabacco - affermano i vescovi - risulta difficile comprendere il disprezzo per la sicurezza pubblica insito nella legalizzazione della marijuana, che è probabilmente molto più pericolosa". La legge entrerà definitivamente in vigore il prossimo 17 ottobre.

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02 luglio 2018, 18:17