Migranti: la nave Diciotti al suo arrivo nel porto di Trapani Migranti: la nave Diciotti al suo arrivo nel porto di Trapani 

Cambiare il modo di comunicare le migrazioni: una priorità per i vescovi europei

A Stoccolma esperti ecclesiali a confronto dal 13 al 15 luglio. Obiettivo, dimostrare che i flussi migratori non sono un’emergenza e trovare la chiave giusta per raccontare cosa fa la Chiesa per aiutare chi sale su una carretta del mare in cerca di una vita migliore

Federico Piana - Città del Vaticano

(Ultimo aggiornamento 08:30 del 15 luglio)

Fare tanto per i migranti e i profughi e non riuscire a comunicarlo. O comunicarlo nel modo sbagliato. Nell’epoca dell’informazione veloce e dei social, potrebbe essere un peccato grave. I vescovi europei ne sono consapevoli, a tal punto che all’annuale incontro dei delegati e responsabili per la pastorale dei migranti del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa è stato impresso un tema emblematico: ‘ Un movimento d’umanità: il flusso dei migranti e delle notizie. Il dialogo e la comunicazione per una cultura dell’incontro’.

Un errore continuare a definire ‘emergenza’ i flussi migratori

A Stoccolma, in Svezia, da oggi fino al 15 di luglio, gli esperti di migrazioni e di comunicazione degli episcopati del continente si confronteranno sulla necessità di dimostrare quanto sia errata e pericolosa la narrazione dell’ "emergenza delle migrazioni" e nel contempo trovare una chiave divulgativa moderata e positiva per raccontare un fenomeno ormai strutturale e per nulla totalmente negativo. E spiegare alla pubblica opinione, senza entrare in sterili polemiche e inutili contrapposizioni, cosa fa la Chiesa in concreto per aiutare chi si imbarca su una carretta del mare in cerca di una vita migliore e di maggior fortuna.

La realtà non è tutta negativa come si vuol far credere

“Il nostro impegno – spiega mons. Luis Okulik, segretario della Commissione pastorale sociale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa – è quello di intercettare gli interessi che spingono i meccanismi della comunicazione a generare queste distorsioni nel tentativo di fargli cambiare l’effetto finale, riportandolo alla realtà, che non è totalmente negativa come la si dipinge”. (Ascolta l'intervista a mons. Okulik sul confronto dei vescovi sull'immigrazione)

La Chiesa non cada nel trabocchetto comunicativo dello scontro

Mons. Okulik mette in evidenza la necessità di non cadere nel trabocchetto della contrapposizione, dello scontro, anche verbale. “Le conferenze episcopali europee non hanno mai fatto riferimento ai flussi migratori accostandoli al termine ‘emergenza’. I numeri ufficiali dicono il contrario. Sicuramente c’è una complessità da gestire, da comprendere. Per questo abbiamo mantenuto aperti i canali di dialogo con le istituzioni, con i governi. La Chiesa si propone sempre di collaborare mettendo al centro la dignità di ogni persona umana”.


 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

13 luglio 2018, 13:58