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Cile. Card. Ezzati: mai nascosto o ostacolato la giustizia

"Ribadisco il mio impegno per la ricerca della verità". Così il card. Ricardo Ezzati, arcivescovo di Santiago del Cile, convocato il 21 agosto dalla Procura regionale di O’Higgins per rispondere alle accuse di presunti occultamenti di abusi sessuali compiuti dal clero cileno

Debora Donnini-Città del Vaticano

L’arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Ricardo Ezzati, è stato convocato il prossimo 21 agosto dalla Procura regionale di O’Higgins per rispondere alle accuse di presunti occultamenti di abusi sessuali compiuti dal clero cileno. Con una breve nota sul sito ufficiale, l’arcidiocesi di Santiago del Cile conferma la notizia della convocazione. “Ribadisco il mio impegno e quello della Chiesa di Santiago per le vittime, per la ricerca della verità e per il rispetto della giustizia civile”, scrive il porporato. “Ho la certezza di non aver mai nascosto o ostacolato la giustizia”, prosegue assicurando che come cittadino adempirà al dovere di fornire tutte le informazioni che potranno contribuire a chiarire i fatti. 

L’assemblea plenaria straordinaria dei vescovi

Nei giorni scorsi la Procura nazionale cilena ha reso noto che, dal 1960 a oggi, in Cile la sua unità specializzata sulle indagini sulle violazioni di diritti umani, sulla violenza di genere e sui reati sessuali ha svolto inchieste su 158 persone - fra religiosi, sacerdoti, vescovi, membri di Congregazioni o laici legati alla Chiesa – in relazione a 144 casi. In totale si parla di 266 vittime, 178 delle quali minorenni. Quindi i vescovi cileni hanno annunciato che dal 30 luglio al 3 agosto si terrà un’assemblea plenaria straordinaria della Conferenza episcopale cilena proprio per “riflettere sull’attuale, delicato momento alla luce, soprattutto, delle nuove indiscrezioni sullo scandalo degli abusi sessuali”.

La missione di mons. Scicluna

Sulla situazione in Cile è intervenuto direttamente Papa Francesco che, nei mesi scorsi, dopo il suo viaggio apostolico di gennaio nel Paese latinoamericano, ha inviato in missione a Santiago del Cile il suo rappresentante mons. Charles J. Scicluna, presidente del Collegio per l’esame di ricorsi e in materia di delicta graviora alla Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, e mons. Jordi Bertomeu della stessa Congregazione.

Il Papa incontra i vescovi cileni e alcune vittime

Ad aprile poi il Papa ha mandato una Lettera ai presuli del Cile, a conclusione della missione di mons. Scicluna,  parlando di dolore e vergogna per tante vite crocifisse e li ha convocati a Roma per discutere sulle sue conclusioni. A fine aprile ha iniziato ad incontrare personalmente vittime di abusi in Cile. Dal 15 al 17 maggio ha quindi ricevuto in Vaticano 34 vescovi cileni. Al termine, gli ha consegnato una Lettera in cui si parla di un “discernimento franco” di fronte ai “gravi fatti” che hanno “danneggiato la comunione ecclesiale” e “indebolito il lavoro della Chiesa del Cile negli ultimi anni”. A loro volta i vescovi cileni hanno ribadito la richiesta di perdono per il dolore causato alle vittime, al Papa, al Popolo di Dio e al loro Paese, e rimesso i loro incarichi a Francesco che successivamente ha accolto la rinuncia di alcuni di loro. Il Papa ha poi incontrato un altro gruppo di vittime di abusi.

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26 luglio 2018, 12:36