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Card. Filoni: opera missionaria non è filantropia ma annuncio e testimonianza

E' entrato nel vivo il Quinto Congresso Missionario Americano con la Messa, ieri, presieduta dall'Inviato speciale del Papa, il cardinale Fernando Filoni, che ha ricordato che l'opera missionaria è prima di tutto una benedizione. Fondamentale è essere credibili

Debora Donnini-Città del Vaticano

L’opera missionaria non è “filantropia” né nasce dalle “nostre opere di buona volontà” ma è prima di tutto una “benedizione” per tutti coloro ai quali viene annunciato il Vangelo. Lo ha detto il cardinale Fernando Filoni, che ha celebrato, ieri pomeriggio, la Messa di inaugurazione del Quinto Congresso Missionario Americano, il cosiddetto CAM 5, a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. L’Inviato speciale di Papa Francesco per questo evento, ha ricordato, infatti, che le opere di bene, di preferenza per i poveri, cioè verso “tutte le periferie esistenziali”, “hanno come legame indissolubile il nome di Gesù e quindi tutto è benedizione”.

Annuncio e testimonianza

 “Che cos’è l’opera missionaria?”: è la domanda da cui parte l’omelia del cardinale Filoni. La risposta è che prima di tutto il suo cuore è “Gesù” e, quindi, è “una benedizione”. Concretamente, l’essere missionari si gioca su due campi fondamentali. Il primo è quello dell’annuncio di Gesù, del suo caricarsi dei nostri peccati, del perdono. Senza la consapevolezza di ciò che Dio ha fatto “nella mia vita”, si resta “superficiali” e non si è “credibili”, sottolinea il porporato. L’altro fronte è, quindi, la testimonianza per la quale è appunto fondamentale essere credibili.

Madre Maria Ignazia di Gesù 

Autentica “missionaria dei nostri tempi” è stata la Beata Madre Maria Ignazia di Gesù le cui reliquie erano presenti alla Messa. La donna spagnola, vissuta a cavallo fra fine ‘800 e la prima metà del ‘900, in Bolivia scoprì un amore immenso per l’apostolato missionario e fondò un nuovo Istituto, quello delle Missionarie Crociate della Chiesa, dedito a poveri ed emarginati. La religiosa – ha ricordato il card. Filoni – sarà canonizzata il 14 ottobre prossimo da Papa Francesco.

Il CAM 5

Storia paradigmatica per eccellenza è poi quella di Abramo: Dio prende l’iniziativa e chiede la collaborazione dell’uomo. Un progetto che porta con sé la benedizione di Dio. E chiedere la benedizione, come un figlio ai genitori quando esce di casa, è un gesto biblico che ben si addice – ha evidenziato il porporato – all’inizio di ogni iniziativa come il CAM 5. Un evento particolarmente significativo come numeri. Vi prendono parte 2.500 delegati e missionari che in questi giorni ascolteranno testimonianze e prenderanno parte a dibattiti e lavori di gruppo. Ci saranno anche momenti di preghiera.  Al centro, il tema: “America in missione, il Vangelo è gioia”. Non a caso mons. Sergio Gualberti, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, aveva ricordato nei giorni scorsi, nell’intervista a Vatican News, che lo scopo del Congresso è quello di promuovere una vera “conversione missionaria”, capace di diffondere “la gioia del Vangelo a tutti i popoli”, “con particolare attenzione alle periferie del mondo di oggi, non solo fisiche ma anche esistenziali”. La Giornata conclusiva sarà sabato prossimo: prevista la celebrazione di una Giornata Missionaria nelle parrocchie e la Messa di invio missionario. 

Origini

I Congressi Missionari Americani nascono da quelli del Messico, a livello nazionale, che nel 1997 assunsero un aspetto più ampio divenendo Congressi Missionari Latinoamericani (Comla) e, poi, dopo il Sinodo dei vescovi per l'America del 1997, si decise di riunire i rappresentanti di tutto il Continente e così il Comla 6 divenne il primo CAM. Il secondo si tenne a Città del Guatemala nel 2003 e da allora ogni 5 anni. 

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11 luglio 2018, 10:00