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La diocesi di Roma apre la causa di beatificazione del gesuita Pedro Arrupe

Ha guidato la Compagnia di Gesù dal 1965 al 1983 apportandovi un profondo rinnovamento nella fedeltà ai principi conciliari: ora il basco padre Arrupe si avvia al cammino di beatificazione a livello diocesano

Gabriella Ceraso- Città del Vaticano

La Diocesi di Roma ha aperto la causa per la beatificazione del Padre Pedro Arrupe, il 28º Superiore Generale della Compagnia di Gesù. Ne dà notizia la Newsletter della Compagnia.

Il Padre Generale Arturo Sosa ha annunciato l'apertura del processo, all'incontro dell'Associazione Internazionale delle Università dei gesuiti a Bilbao, in Spagna, l'11 luglio. "Siamo ancora all'inizio del processo, ma il card. Angelo de Donatis, Vicario di Roma" ha detto che il padre Sosa "ha dato l'approvazione diocesana. Il preposito generale della Compagnia di Gesù ha definito padre Arrupe "un uomo di verità radicato in Cristo e dedicato alla missione, il cui miracolo più grande è il fatto che noi ci troviamo qui oggi". Una "figura di grande importanza" – ha affermato ancora Sosa – "una persona che ha vissuto la santità in modo profondo e originale in tutta la sua vita: da giovane, come gesuita, come maestro dei novizi, come provinciale e come generale". "La causa aperta non tiene conto soltanto del suo governo ma dell’intera persona, che ha saputo identificarsi con il Signore per tutta la vita. E l’auspicio condiviso è quello di essere in grado di incontrare con il Signore la vita di santità di padre Arrupe” ha concluso Sosa. 

Testimone di Hiroshima

Basco, nato a Bilbao il 14 novembre 1907 padre Arrupe compie gli studi di Medicina a Madrid, entra in noviziato nel 1927 e viene ordinato sacerdote nel 1936. La  prima destinazione sono gli Stati Uniti e poi il Giappone terra in cui resterà per vent'anni. Qui il 6 agosto del 1945,  vive l’esperienza catastrofica del bombardamento nucleare di Hiroshima che lo segnerà per sempre come si legge in un suo scritto: "Appena smisero di cadere tegole, schegge di vetro e travi il fragore cessò, mi alzai da terra e vidi di fronte a me l’orologio ancora appeso alla parete, però fermo: sembrava che il pendolo fosse rimasto inchiodato. Erano le 8.10. Quell’orologio silenzioso e immobile è stato per me un simbolo. L’esplosione della prima bomba atomica può essere considerato un avvenimento al di sopra della storia. Non è un ricorso, è un’esperienza perpetua, che non cessa con il tic-tac dell'orologio. Hiroshima non ha rapporto con il tempo: appartiene all'eternità".

La discontinuità per stare al passo coi tempi

Padre Arrupe viene eletto nel 1965, alla Chiusura del Concilio, 28.mo preposito generale della Compagnia di Gesù, avviando in circa vent'anni, un profondo e delicato processo di cambiamento che provoca spaccature e qualche preoccupazione. Il suo successore nel 1985 padre Peter-Hans Kolvenbach S.I. lo definisce "un innovatore che ha aperto molte vie nuove, ha dato impulso a un nuovo spirito missionario nel mondo e ha dato inizio a una nuova forma di vita consacrata, sull'esempio degli apostoli". Fondamentale il servizio svolto, sotto la sua guida, dai gesuiti nel mondo con una particolare attenzione per gli ultimi e la giustizia sociale. Dall'Africa, all'Asia, all'Europa, di Arrupe è l'intuizione del Jesuit Refugee service nata dopo l'esperienza ravvicinata con il dramma dei profughi vietnamiti.

Nell’estate del 1981 un ictus costringe padre Arrupe ad un decennio di immobilità e perdita della parola. Morirà il 5 febbraio del 1991 vivendo questo tempo di malattia in preghiera. 

 

 

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25 luglio 2018, 12:30