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Meeting di Cl a Rimini: ripartire dall’uomo felice

Presentata a Roma l’edizione 2018 che dal 19 al 25 agosto vedrà il confronto tra esponenti della Chiesa, della cultura, dell’economia e della politica

Luca Collodi ed Alessandro Guarasci – Città del Vaticano


“Le forze che cambiano la storia sono le stesse che rendono l'uomo felice”. E’ il titolo dell’edizione del meeting di Rimini, dal 19 al 25 agosto, organizzato da Comunione e Liberazione, e presentata ieri sera all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Un confronto tra esponenti della Chiesa, della cultura, dell’economia, della politica. Secondo il programma attuale, dovrebbero mancare politici e ministri dei M5S ora al governo, presenti invece rappresentati della Lega.

"In un mondo dominato da particolarismi e contrapposizioni, nella confusione e nella fatica a trovare punti di valore e di riferimento comuni il Meeting lancia un suggerimento: ripartire da un uomo felice. Occorre ripartire da un uomo, da ogni uomo, per ristabilire legami, per ritrovare la fiducia", ha spiegato la presidente della Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri. Per l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Pietro Sebastiani, “il rapporto con il Meeting verte sulla sua capacità di dialogo e incontro a livello internazionale e sulla sottolineatura del suo contributo come ricchezza per la comunità nazionale e per i carismi dei movimenti scaturiti dal Concilio Vaticano II".

Presente anche il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, convinto che “la formazione è fondamentale per fornire ai giovani strumenti attraverso i quali gestire e governare le sfide che li attendono. Un'istruzione di qualità è determinante per favorire la crescita di persone protagoniste e libere che concorrano, attraverso il loro agire, a 'muovere la storia' nella direzione giusta".

Per sua Beatitudine Louis Raphael I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, “bisogna lavorare per riportare la pace nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. Basta con le guerre, basta con le armi, questo lo dobbiamo dire al mondo perché chi paga tutto ciò è la gente. Per quanto riguarda l’Iraq, ci sono troppe influenze esterne, ora la mentalità è diventata settaria”.

Ascolta l'intervista di Luca Collodi a Emilia Guarnieri

 

 

 


 

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27 giugno 2018, 09:09