Comunicare Cristo, la sfida dei portavoce della Conferenze Episcopali Europee

In corso a Roma fino al 29 giugno l’incontro annuale dei portavoce e degli addetti stampa delle Conferenze episcopali d’Europa. Don Pawel Rytel-Andrianik parla di alcuni spunti emersi nei primi due giorni di lavori

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Comunicare Cristo: questo è il tema del nostro incontro dei portavoce”, don Pawel Rytel-Andrianik, portavoce della Conferenza episcopale polacca, entra subito nel vivo della discussione che sta animando la consueta riunione degli addetti stampa e dei portavoce delle Conferenze episcopali d'Europa, che quest’anno si svolge a Roma dal 26 al 29 giugno.

Incontro annuale per sviluppare sinergie e strategie

Una volta l’anno, infatti, i responsabili della comunicazione delle Chiese europee, che hanno anche il compito di assistere gli uffici diocesani per le comunicazioni sociali nella loro attività, si radunano per dialogare sulle sfide nel campo dei media e della trasmissione del messaggio cristiano. Fra le altre cose, vengono condivise le buone pratiche e sviluppate possibili sinergie in vista di una più efficace collaborazione.

L’Europa vuole i valori cristiani

Don Pawel Rytel-Andrianik ha parlato oggi a VaticanNews dopo l’udienza del Papa in Piazza San Pietro, alla quale hanno partecipato anche gli operatori della comunicazione della Conferenze episcopali del Vecchio Continente. “Nel contesto della nostra società – ha detto il sacerdote polacco -, ci siamo chiesti se l’Europa sia ancora cristiana. Questa domanda l’ha posta il cardinale Bagnasco. La risposta è: nonostante le difficoltà, sì, l’Europa è cristiana perché prima o poi la gente vuole i valori cristiani”.

“In questo tempo – ha aggiunto - ancor più dobbiamo comunicare Cristo, comunicare il Vangelo. Questo è stato il messaggio nato dall’incontro dei portavoce qui, a Roma”.

La comunicazione di Francesco

Secondo Don Pawel in questo orizzonte i portavoce attingo dall’esempio di Papa Francesco: “Noi sempre guardiamo al Santo Padre, a Papa Francesco, che ci insegna come comunicare: con le sue parole, i suoi gesti”. Per questo motivo “abbiamo pensato che sarebbe bene anche comunicare alla gente nella lingua che la gente può capire, e questa è la lingua dell’amore, prima di tutto”.

La sfida dell’inglese

Infine il portavoce dei vescovi polacchi ha parlato dello sforzo per cercare e promuovere un linguaggio comune tra le diverse comunità di fedeli: “Noi non siamo come gli Stati Uniti che abbiamo una sola lingua, però la lingua franca è la lingua inglese. Perciò le sfide adesso riguardano anche come comunicare le esperienze delle Chiese – per esempio dell’Est, dell’Ovest – in lingua inglese”.

Il discorso del cardinale Bagnasco

Ieri, l’incontro dei portavoce delle Conferenze episcopali è stato aperto dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi europei (Ccee). “Veicolare la bellezza della trascendenza della persona, capovolgere la concezione dei legami e insistere nell’elogio della fragilità”, sono queste le “stelle polari” indicate nel discorso pronunciato dal porporato e ripreso dall’agenzia Sir.

“L’informazione deve trasformarsi in formazione e deve favorire l’opera educativa delle persone e dei popoli”, ha poi ricordato il cardinale Bagnasco sottolineando che occorre “annunciare Cristo e promuovere una bonifica intellettuale, frantumando le durezze, i pregiudizi, le abitudini mentali, una certa lettura di Dio, della Chiesa e dell’uomo”.

 

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27 giugno 2018, 14:29