Gli studenti della Lateranense in missione in tutto il mondo

Il progetto missionario “12xLui”, per il quarto anno consecutivo, porterà alcuni giovani universitari a prestare servizio nelle periferie del globo

Salvatore Tropea – Città del Vaticano

Studenti universitari che decidono di partire in missione durante il periodo estivo, inviati nei cinque continenti, senza poter decidere la loro meta e venendone a conoscenza soltanto nel corso di una cosiddetta Messa di invio. È questo il progetto “12xLui” della Pastorale Universitaria della Pontificia Università Lateranense, che già da quattro anni coinvolge i giovani dell’Ateneo inviandoli in missioni umanitarie nelle periferie del mondo.

Dodici, come gli Apostoli

In realtà, fin dal primo anno, il numero dodici è stato più simbolico che concreto, visto che il successo e l’attrattività dell’iniziativa hanno fatto sì che ogni anno siano stati ben più di dodici i ragazzi e le ragazze ad aderire al progetto. Quello che si richiede ai partecipanti, è di aderire incondizionatamente, con fede e spirito di servizio. Dopo le Messe di invio, si è tenuta ieri nella cappella dell’Ateneo la celebrazione per la consegna delle croci missionarie. Il Rettore Magnifico, mons. Enrico dal Covolo, ha infatti messo al collo di ogni missionario una croce, che porteranno per tutta la durata delle loro missioni.

Una Chiesa concreta, in uscita

Incoraggiato e sostenuto proprio dal Rettore della Pul, il “12xLui” – già in passato chiamato “Erasmus della Fede” – rappresenta la possibilità, per i giovani studenti del Laterano, di “conoscere non una Chiesa in astratto, ma quella comunità cristiana concreta che vive, soffre, si impegna ed evangelizza”, come spiega a Vatican News don Mirko Integlia, direttore della Pastorale Universitaria della Lateranense e ideatore del progetto. Uno degli scopi principali di questa iniziativa, spiega don Integlia, è anche quello di “sottolineare, con queste missioni che partono da un contesto universitario, che non si studia solo per se stessi e per accrescere il proprio sapere, ma si studia per servire l’uomo”.

Inviati in tutto il mondo

In questi quattro anni, il progetto ha coinvolto circa 70 ragazzi, dei quali quattordici quest’anno, divisi in piccoli gruppi da due o tre persone e destinati in cinque paesi diversi. In particolare le missioni, tra qualche mese, si svolgeranno in India, Messico, Timor Est, Filippine e nelle Isole Solomon. “Un’opportunità – spiega Ginevra Gallinelli, 22 anni, che si recherà nell’Isola Palawan delle Filippine – per rendermi utile e stare a contatto con chi è in difficoltà e si trova nelle vere periferie del mondo”. Le missioni, inoltre, per gli studenti non rappresentano solo un momento di aiuto concreto verso chi è in difficoltà, ma un modo “per avere una consapevolezza diversa di quella che è la realtà e, allo stesso tempo – racconta sempre Ginevra – per ritrovare la serenità interiore”.

Fare del bene, un esempio per tanti

Un’occasione, quella di partire per luoghi lontani e servire gli ultimi, che significa anche, come ama ripetere spesso don Mirko Integlia, uscire dalla propria “comfort-zone”. È dello stesso avviso Niccolò Chiamori, studente di 26 anni e prossimo missionario in Timor Est, nel sud-est asiatico. “Sarà un momento importante per me per fare del bene – spiega – soprattutto in un luogo che fino a poco tempo fa neanche conoscevo”. Anche per Niccolò, inoltre, il progetto “12xLui” sarà un’ulteriore possibilità “di crescita personale e culturale e per tornare con un bagaglio umano e di esperienza molto più grande. Quello che però è fondamentale – precisa lo studente della Lateranense – è ovviamente l’aspetto umanitario e di aiuto verso il prossimo, ma anche tornare dalla missione con un qualcosa da poter trasmettere a chi rimane qui e magari un giorno vorrà intraprendere questa strada”.

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24 maggio 2018, 11:47