Il card. Gualtiero Bassetti in un recente incontro con Papa Francesco Il card. Gualtiero Bassetti in un recente incontro con Papa Francesco 

Card. Bassetti: non rinunciare ad essere lievito e sale per il bene dell'Italia

Guardare con fiducia al bene che c’è in Italia e impegnarsi di più a fianco di chi si occupa della cosa pubblica, senza dimenticare il Mediterraneo che ha urgente bisogno di pace. Così il card. Gualtiero Bassetti nell’intervento di apertura all’Assemblea generale della Cei che si tiene a Roma fino al 24 maggio

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Il card. Bassetti apre l’assise dei vescovi italiani con un intervento che, pur non negando le criticità del momento attuale, punta a sottolineare le forze e le energie positive che esistono nel Paese e a rinnovare la speranza, la fiducia e l’impegno della Chiesa italiana verso il futuro.

L'impegno missionario e educativo

Ad un anno dalla nomina a presidente dei vescovi italiani, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, parla esplicitamente del ministero dell’ascolto e dell’incontro, della consolazione e dell’incoraggiamento, che in questi mesi ha cercato di esercitare a servizio della Chiesa e che l’ha portato dentro ai problemi dell’oggi. Con questo sguardo ricorda il tema principale dell’Assemblea: “Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo” che ha come obiettivo “mettere a fuoco una lettura dello scenario della comunicazione in funzione della nostra presenza e del nostro impegno missionario ed educativo”. 

La gioia dell'incontro con Francesco

Il presidente della Cei ritorna un momento alla gioia dell'incontro dei vescovi, ieri, con il Papa. Abbiamo in cuore, afferma, le sue preoccupazioni per la crisi delle vocazioni o la riduzione delle Diocesi italiane, ma anche la sua riconoscenza per ciò che la Conferenza episcopale ha fatto nel tempo "sulla via della povertà e della trasparenza".

In Italia c'è ancora tanto bene

Ma il suo sguardo va poi all’Italia e afferma: “Non sarebbe difficile, probabilmente, dar fiato a una serie di preoccupazioni, a fronte delle difficoltà in cui si dibatte la nostra gente, a causa di una crisi economica decennale che ha profondamente inciso sulla stessa tenuta sociale”. Oppure osservare il “clima di smarrimento culturale e morale, che ha prodotto un sentimento di rancore diffuso, di indifferenza alle sorti dell’altro, di tensioni e proteste”. Così come gli effetti pesanti di tutto questo anche in politica con il lungo periodo di stallo post elezioni. Ma il card. Bassetti invita i suoi confratelli a cogliere quanta disponibilità per il bene comune e quante ragioni ci siano ancora per non darsi per vinti. L’esortazione  è a prendere “le distanze dal disincanto, dalla prepotenza e dalla sciatteria morale che ci circondano e dalle nostre stesse paure”.

Evangelizzare la politica

E ricorda l’appello ai Liberi e Forti lanciato 100 anni fa “da un gruppo di tenaci democratici, riuniti intorno a don Luigi Sturzo”. “Fu l’inizio di una storia, quella del cattolicesimo politico italiano, che ha segnato la nostra democrazia e che ci ha dato una galleria di esempi alti di dedizione, di umiltà, di intelligenza”. Il presidente della Cei invita a tornare a quello spirito, a guardare con predilezione a quanti operano in politica e all’impegno di evangelizzazione in questo contesto. “Nessuno può negare - continua il cardinale - che nelle migliaia di Comuni italiani ci sono persone che senza alcuna visibilità e senza guadagno reggono le sorti della nostra fragile democrazia. Chi si impegna nell’amministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro figlio prediletto: dobbiamo mettere tutta la forza che ci resta al servizio di chi fa il bene ed è davvero esperto del mondo della sofferenza, del lavoro, dell’educazione”.

Essere luce, lievito e sale nel Paese

Il card. Bassetti pone quindi interrogativi importanti: “Dove sono le nostre intelligenze, dove sono le nostre passioni?  Perché il dibattito tra noi è così stentato? Di che cosa abbiamo timore? “. “Credo che, con lo spirito critico di sempre, sia giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza e, soprattutto, per rinnovare la nostra pedagogia politica e aiutare coloro che sentono che la loro fede, senza l’impegno pubblico, non è piena”. Non è questione di numero, osserva il cardinale, ma di luce, lievito e sale: ogni società vive e progredisce se minoranze attive ne animano la vita spirituale e si mettono al servizio di chi nemmeno spera più”.

Favorire la crescita di un'etica pubblica

Ma, prosegue, non basta il governo per guidare un Paese, ci vuole la crescita di un’etica pubblica, ci vuole un respiro europeo, bisogna conoscere veramente l’Italia e “rispettarne la storia e l’identità” di Paese “libero, democratico e solidale”.  A questi principi, afferma il card. Bassetti, intendiamo dare un contributo reale, convinti che questo sia un tempo in cui occorre ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società”.

Un'iniziativa per la pace nel Mediterraneo

Il porporato supera poi  i confini nazionali per guardare al Mediterraneo “teatro di conflitti e tragedie”: dalla Libia alla Siria, dall’Iraq a Israele attraversati da  “tante situazioni di estrema instabilità politica e di forte criticità dal punto di vista umanitario”. E lancia un’iniziativa confortato, dice, anche dal Santo Padre: dar vita cioè a un Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo che riunisca i vescovi della regione. In questa Assemblea si lavorerà per definire meglio il progetto che, conclude il cardinale, ci aiuterà “a maturare quello sguardo incrociato e complessivo che spesso è assente nell’operato delle singole nazioni o all’interno delle organizzazioni internazionali”.

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22 maggio 2018, 11:59