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Chiesa e storia, perché superare questa contrapposizione

Don Gilfredo Marengo, nel suo nuovo libro, pone l’accento sul contrasto, da superare, tra la Chiesa e la sua presenza nella storia e nel mondo

Salvatore Tropea – Città del Vaticano

Dopo cinquant’anni dal Concilio Vaticano II e dalla promulgazione della Gaudium et Spes il tema del rapporto tra la Chiesa e il mondo è stato trattato moltissimo. Rimane però attuale parlarne e soprattutto è ancora possibile approfondirlo e dare qualcosa di nuovo alla discussione sul tema. A confermarlo è il volume di don Gilfredo Marengo, dal titolo “Chiesa senza storia, storia senza Chiesa”, che pone un’ampia riflessione sul significato della modernità in rapporto al ruolo e alla presenza della Chiesa nel mondo. L’analisi di Marengo, inoltre, supera gli schematismi progresso-regresso, innovazione-conservazione, tradizione-modernità con i quali spesso si legge il Concilio.

Marengo: la Chiesa nel mondo è un fatto da riconoscere

L’autore del volume, don Gilfredo Marengo, è consapevole che si parla di un tema già ampiamente trattato in passato, ma non per questo passato in secondo piano e non più attuale, come spiega intervistato da Vatican News, a margine della presentazione del suo libro a Roma, presso l’Auditorium del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. “Il mio tentativo – sottolinea – è stato quello di smarcare questo tema da un certo modo di affrontarlo che in passato non ha aiutato a scogliere alcuni nodi fondamentali”. Il primo punto cruciale è, infatti, quello “di aver problematizzato la presenza della Chiesa nel mondo, come se la Chiesa potesse stare da qualche altra parte. Dire che la Chiesa è presente nel mondo – precisa Marengo – non è un traguardo da raggiungere ma un fatto da riconoscere”. Il secondo punto riguarda, invece, una “certa esagerazione con cui si è pensato che l’agire della Chiesa nel mondo fosse l’applicazione deduttiva di principi dottrinali. E infatti da questo punto di vista il libro insiste molto su questo contrasto tra dottrina e pastorale”.

Superare la contrapposizione tra dottrina e pastorale

Un altro nodo cruciale toccato dall’autore è quello della polarità tra i termini, e i concetti, di dottrina e pastorale. “Una contrapposizione – spiega Marengo – che nasce in un contesto in cui la Chiesa avverte come problematico il suo rapporto con il mondo”. Il problema, secondo il sacerdote, non è “elaborare una dottrina e poi applicarla al mondo reale, bensì essere presenti nella realtà offrendo al mondo la novità dell’annuncio cristiano”.

Riccardi: il mondo sta perdendo il senso della storia

Alla presentazione del libro di Marengo, moderata dal giornalista Luigi Accattoli del Corriere della Sera e tenutasi mercoledì scorso, sono intervenuti il prof. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e storico del cristianesimo e il prof. Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. È stato Andrea Riccardi, ai microfoni di Vatican News, a sottolineare con forza che si sta vivendo in “un mondo complesso che sta perdendo il senso della storia”. Sotto questo aspetto, dunque, il lavoro di Marengo “affronta – spiega Riccardi – a partire dal Concilio quella che è la rivoluzione storica nella Chiesa e la dimensione della pastoralità”. Un approccio, quello del libro, che ovviamente guarda anche le prospettive future e non solo il passato, poiché, come conclude Riccardi, “non ci può essere futuro se non c’è una dimensione storica, altrimenti il tempo torna circolare”.

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25 maggio 2018, 11:00