La presentazione ad Assisi del libro 'Francesco il ribelle' La presentazione ad Assisi del libro 'Francesco il ribelle' 

Il futuro governo lavori per la gente: così il card. Bassetti ad Assisi

Intervenendo alla presentazione del libro "Francesco il ribelle", il segretario della Cei lancia un appello a chi nel futuro governerà l'Italia. Del libro dice: mette in luce la ricerca di san Francesco di un cristianesimo autentico e può illuminare il nostro cammino

Adriana Masotti - Città del Vaticano

"Il nuovo governo sia di gente retta che pensa ai poveri”. Ad esprimersi in questi termini è stato il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti,  rispondendo ai giornalisti a margine della presentazione, ieri pomeriggio al Sacro Convento di Assisi, del nuovo libro di padre Enzo Fortunato 'Francesco il ribelle. Il linguaggio, i gesti e i luoghi di un uomo che ha segnato il corso della storia', edito da Mondadori. A chi sarà al governo il cardinale chiede "di essere totalmente al servizio della gente e di ascoltarla" e di “attuare quello che “noi anche nella dottrina sociale della Chiesa chiamiamo il bene comune che è il bene di tutti".

Bene la grande partecipazione al voto in Italia

Commentando ancora l’attuale situazione politica italiana, il card. Bassetti ha detto di essere soddisfatto per l’alta affluenza alle recenti elezioni che dimostra l’interesse della gente per la politica, e che “ora sarà il presidente della Repubblica, nella sua sapienza e prudenza, a dare le indicazioni più opportune". Il porporato si è quindi riservato di dare qualche giudizio più specifico sul tema, durante il prossimo Consiglio permanente, confrontandosi prima con gli altri vescovi.

"Francesco il ribelle": apparenti contraddizioni

Il testo di padre Enzo Fortunato, 'Francesco il ribelle', è "una lettura ecclesiale del santo di Assisi", scrive nella prefazione il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, "perchè non c'è dubbio sul fatto che Francesco sia anzitutto un uomo di Chiesa, fedele al Papa".  Il libro vuol mettere in luce, dunque, il rapporto tra Francesco e la Chiesa del suo tempo e per far questo accosta termini in apparenza contradditori come ribellione e follia con obbedienza, docilità e mansuetudine. “ Chi segue il Vangelo come Francesco - ha detto il card.Bassetti - è al tempo stesso libero e obbediente, ribelle e docile, folle e appagato”. Lo stesso linguaggio del Poverello – ha sottolineato -  è rivoluzionario, “volto ad annullare gli antagonismi di una società basata sul potere”.

Francesco corre, libero, verso l'altro

“Il chiostro di Francesco – ha affermato ancora il segretario della Cei - è il mondo e lui rompe con ogni luogo chiuso e con ogni forma di divisione”. Va verso persone e situazioni, non sta fermo ad aspettare: “il cammino di Francesco è un correre verso l’altro”. Si cala nel mondo, si sporca le mani. Francesco mostra rapporti improntati alla fraternità, ordina ai suoi frati di lavorare per servire e non per guadagnare.

Il rapporto con il Papa e con il Creato

Molti i gesti di rottura del santo, ma Francesco non rompe con la Chiesa, anzi cerca il rapporto con il Papa e chiede la sua approvazione "a testa alta e non con servilismo". E ancora, ed era una novità nella sua epoca, percepisce e contempla la bellezza della natura e loda Dio per il Creato.

Papa Francesco, provvidenziale Francesco di oggi

Inevitabile poi il riferimento del card. Bassetti a Papa Francesco che “ ha assunto consapevolmente e coraggiosamente”  la scelta di prendere il nome di Francesco.  Il porporato ne ricorda le parole all’omelia alla messa mattutina dell’11 aprile 2013, poco dopo l’elezione al soglio pontificio: “Dio non può essere oggetto di negoziato. E la fede non prevede la possibilità di essere tiepidi, né cattivi né buoni, cercando con una doppia vita di arrivare a un compromesso per uno status vivendi con il mondo”. Il Papa spiegava che “Obbedire è ascoltare Dio E questo ci fa liberi”.

La preghiera e l'augurio per l'italia

Il card. Bassetti ha ricordato, infine, che san Francesco è il patrono d’Italia e che rappresenta una delle voci più autentiche “di cui dovremmo essere orgogliosi e che dovremmo valorizzare sempre meglio”. Papa Bergoglio, “il provvidenziale Francesco dei nostri tempi” terminava quell’omelia con una preghiera “per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide”, e questa ha concluso il card. Bassetti, “vuol essere anche la mia preghiera e il mio augurio”.

 

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11 marzo 2018, 11:28