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Due donne pregano davanti la porta del Santo Sepolcro a Gerusalemme, chiuso per proteste Due donne pregano davanti la porta del Santo Sepolcro a Gerusalemme, chiuso per proteste 

Gerusalemme: chiuso per la prima volta il Santo Sepolcro

La decisione per protesta contro la richieste di tassa sugli immobili non adibiti a luogo di culto e contro il rischio espropri

Michele Raviart – Città del Vaticano

Con una decisione senza precedenti le tre Chiese principali che gestiscono il Santo Sepolcro di Gerusalemme hanno deciso ieri di chiudere al pubblico la basilica fino a data da destinarsi, per protesta contro la richiesta del Comune di versare tasse municipali sugli immobili non adibiti al culto e contro una proposta di legge che limita i diritti di proprietà delle Chiese  fino all’esproprio.

“Un attacco contro i cristiani”

Il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, il patriarca greco ortodosso Theophilos III e il patriarca armeno Nourhan Manougian hanno scritto una lettera in cui denunciano un “attacco sistematico e senza precedenti contro i cristiani in Terra Santa”, che “calpesta la delicata rete delle relazioni tra la comunità cristiana e le autorità costruita nel corso di decenni”, in quella che viene definita una “flagrante violazione dello status quo esistente”.

Il Comune di Gerusalemme chiede 151 milioni di euro

Secondo quanto riferito dall’Agenzia Sir, il Comune di Gerusalemme reclama una cifra pari a 151 milioni di euro attraverso la tassazione di 886 proprietà delle Chiese e di organismi Onu come l’Agenzia per l’assistenza ai profughi palestinesi, e ha già mandato una richiesta di pignoramento dei conti correnti delle Chiese per garantirsi gli arretrati. A rischiare, secondo i rappresentanti delle Chiese cristiane, “sarebbero le famiglie impoverite che resterebbero senza cibo e senza casa, come pure i bambini che non potrebbero andare a scuola”.

“Le leggi violano gli accordi esistenti”

“Questa sistematica e offensiva campagna ha raggiunto un livello senza precedenti dopo che il Comune di Gerusalemme ha emanato scandalosi avvisi di pagamento e di blocco di beni, proprietà e conti bancari della Chiesa, per presunti debiti di tasse municipali punitive”, si legge nella lettera,  e sono azioni che “violano gli accordi esistenti e gli obblighi internazionali che garantiscono i diritti e i privilegi delle Chiese, in quello che appare un tentativo di indebolire la presenza cristiana a Gerusalemme”.

Leggi simili a quelle dei periodi bui in Europa

La discussione del disegno di legge, intanto, è stato rinviata la prossima settimana alla Knesset che “se lo approvasse, renderebbe possibile l’espropriazione delle terre delle Chiese”. “Questo ci ricorda tutte le leggi di natura simile emanate contro gli ebrei durante i periodi bui in Europa”, si legge ancora nel comunicato.

Le celebrazioni al Santo Sepolcro saranno chiuse ai fedeli

"Quando è troppo è troppo: basta alle persecuzione delle Chiese”, si legge in un manifesto di protesta davanti alla Basilica del Santo Sepolcro, dove le liturgie e le celebrazioni continueranno a svolgersi all’interno, ma senza fedeli. La richiesta al Comune è di “ritirare la decisione e di assicurare che lo status quo sancito dalla storia sacra sia mantenuto, e il carattere della Città Santa di Gerusalemme non sia violato. Siamo fermi e uniti nella nostra posizione per difendere la nostra presenza e priorità”.

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26 febbraio 2018, 15:23