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Giornata per la Vita. Mons. Fragnelli: “Tutti chiamati alla vita che non muore”

Il presidente della Commissione Cei per la vita esorta a celebrare questa giornata all’insegna di una fiduciosa riscoperta di valori fondamentali

Marco Guerra – Città del Vaticano

“L’amore dà sempre vita”. Si apre con le parole di Papa Francesco, scritte nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia, il Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della Cei per la 40.ma Giornata Nazionale per la Vita che si celebra oggi. Il Santo Padre all’Angelus ha espresso “apprezzamento e incoraggiamento alle diverse realtà ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita, in particolare il Movimento per la Vita”.

Gionata 2018 nel solco del Vangelo della vita

La ricorrenza del 2018 è tutta incentrata  sul tema “Il Vangelo della vita, gioia per il mondo”, in questo modo i vescovi italiani sottolineano che “la gioia che il Vangelo della vita può testimoniare al mondo, è dono di Dio e compito affidato all’uomo”. I presuli attingono ancora al magistero del Santo Padre, ricordando che “solo una comunità dal respiro evangelico è capace di trasformare la realtà e guarire dal dramma dell’aborto e dell’eutanasia”, una comunità che “sa farsi ‘samaritana’ chinandosi sulla storia umana lacerata, ferita, scoraggiata”, una comunità che cerca il sentiero della vita. Del messaggio di gioia portato dal Vangelo, della promessa di una vita che non muore e che sconfigge la deriva nichilista, abbiamo parlato con mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione Cei per la famiglia, i giovani e la vita:

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Vogliamo insistere come Chiesa italiana su quello che è il leitmotiv del Papa: la gioia del Vangelo. L’Evangelii Gaudium pervade tutto il senso cristiano della vita. Per questo riteniamo che il Vangelo della vita possa sempre di più illuminare di gioia il mondo e respingere ogni forma di tristezza che è collegata con la chiusura della vita sia al suo inizio che alla sua conclusione.

Il cardine di tutto il Vangelo è infatti la promessa di vita eterna che ci ha dato Cristo e la vittoria sulla morte. Quindi proprio il cuore del cristianesimo è un messaggio di vita …

Sì, effettivamente è proprio questo. Il messaggio insiste sul fatto che dobbiamo lasciarci formare dal Vangelo della vita che poi è una buona notizia dell’amore di Dio verso l’umanità, un amore che parte da lontano e, nell’eternità dell’amore di Dio, è una chiamata alla vita eterna. Ora, cogliere il Vangelo della vita significa sicuramente interessarsi all’arco terreno di ogni storia, di ogni esistenza. Significa, anche e soprattutto, aprire sempre, ogni giorno, alla prospettiva di una vita che non muore, di una vita eterna a cui siamo chiamati. Questo è il cuore del Vangelo; questa è anche, direi, la radice della gioia profonda che noi possiamo e dobbiamo consegnare al mondo come testimoni, missionari del Cristo risorto.

Quindi la gioia come mezzo per aprirsi al dono della vita e per battere la paura e la cultura della morte?

Effettivamente il contesto nel quale oggi viviamo accentua molto di più queste derive che sembrano occuparsi più del nulla, della morte che della vita. Il Vangelo è questa sorgente nuova che ci educa alla novità della relazione evangelica e quindi permette, nella relazione di coppia, di capire il senso profondo del donare la vita. Una giornata per la vita significa una giornata per farsi formare dall’amore e formare dalla verità cristiana. Entrambi, l’amore e la verità, sono sorgenti di gioia.

Nella società è riscontrabile una deriva che porta a vedere la vita come un bene disponibile a qualsiasi uso. Custodire la vita fin dal concepimento, fino alla morte naturale, dà dignità all’integrità di ogni essere umano …

Si tratta di riscoprire il senso profondo dell’essere umano come persona. La grande tradizione cristiana ci porta a cogliere pienamente la bellezza del concetto di persona: l’uomo non è soltanto un consumatore; la vita non è un bene consumistico disponibile a questa o quell’altro tipo di ideologia. La vita è un dono del Signore che, in questo momento della storia in modo particolare, ha bisogno di essere riannunciato perché le coppie, le famiglie in generale, riscoprano il dono della vita. E lo annuncino con gioia, contro ogni forma di deriva, di tristezza, a cui la società consumistica e nichilista sembra voler formare le nuove generazioni. Bisogna saper coniugare di fronte a questo dono della vita anche la responsabilità che ciascuno di noi ha nelle diverse forme con cui la vita merita di essere attenzionata: sia all’interno della famiglia sia all’interno della comunità parrocchiale ed ecclesiale e in genere, all’interno della società. Tutti abbiamo una grande responsabilità di verità e di amore - come Papa Francesco continua a dirci - sia negli  aspetti più prettamente pastorali sia in quelli culturali.

Ci sono particolari iniziative per la giornata odierna o in occasione di questa ricorrenza?

Tutte le diocesi e le comunità parrocchiali, ma anche i movimenti e le realtà più sensibili, le associazioni, stanno vivendo questa 40.ma Giornata per la Vita all’insegna di una fiduciosa riscoperta di valori connessi con la vita. Questo ci dà la fiducia che le nuove generazioni sono capaci di guardare oltre questo confine oscuro che a volte la cultura della morte e il calo demografico portano con sé.

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04 febbraio 2018, 10:21