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Card. Bagnasco: per l'Europa la fine delle illusioni è una grazia

Presentato il Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, redatto dall’Osservatorio cardinale Van Thuân di Trieste, dal titolo: “Europa: la fine delle illusioni”. Ai nostri microfoni il cardinale Angelo Bagnasco

Gabriella Ceraso e Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

E' una disamina lucida ma non priva di speranza quella del cardinale Angelo Bagnasco sul continente europeo e sull'Unione europea, da est a ovest. Nel primo, dice "resiste una cultura ancora molto antropologica e veri valori, mentre l'Ue è impregnata di secolarismo e di materialismo laicista. In essa l'uomo ha perso i suoi riferimenti. Nelle Costituzioni e nei Trattati si parla di dignità, certo, ma cosa è questa dignità? A chi è affidata? Su cosa si basa? Sul diritto delle Corti e dei Tribunali? Se è così è insufficiente!".

Visione materialista e relativismo etico, minacce dell'Ue

Dal materialismo e dal relativismo etico, legato al voler vivere come "se Dio non ci fosse" deriva, sottolinea il cardinale - illustrando i contenuti del Nono Rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa nel mondo presentato presso la Segreteria per la Comunicazione a Palazzo Pio - una "mentalità consumistica che riempie di cose il vuoto di sostanza che segna l'uomo di oggi, convincendolo che tutto dipende da se stesso". Ma questa situazione non può durare a lungo: "Prima o poi la sete di bene e di verità profonda che è propria dell'essere umano emerge, e oggi purtroppo non trova risposte". Il cardinale parla di una "nausea esistenziale" che si traduce in domande angoscianti: "Dove andremo? Cosa faremo? Sono domande di senso, che nonostante tutto non possono e non devono scoraggiare". Per il porporato siamo infatti di fronte ad una chance sociale, religiosa, antropologica a cui non può mancare la risposta del cristianesimo. "Non possiamo mancare", afferma, "nel momento in cui l'uomo chiede di sé, del suo futuro, della sua dignità, delle sue potenzialità".

Ai politici: è miope ignorare i populismi

"Il fondamento delle antiche democrazie teneva presente", afferma il cardinale Bagnasco, "la cura della verità, quella ultima, definitiva, universale e duratura. Non delle opinioni ma della Verità fondamentale. Oggi nell'Unione europea non esiste questa preoccupazione di andare al senso profondo della vita dell'uomo". E i populismi, l'assenza di Dio? Sono questi i pericoli dell'Europa unita? Si tratta di due elementi profondamente connessi e di due pericoli, spiega il cardinale. Se ci fosse veramente Dio come  punto di riferimento, prosegue, “se l’Europa non avesse paura di Dio, i problemi delle nazioni e dei popoli sarebbero già risolti". Poi ci sono le spinte e i rigurgiti populisti: "I responsabili dell'Ue e i politici in generale devono considerare attentamente le spinte centrifughe che circolano nell'Unione europea. E' miope guardarle con sufficienza o ancora peggio con arroganza. Esse sono da una parte la reazione a vere e proprie aggressioni politiche, finanziarie, culturali e sociali, dall'altra sono il modo di cavalcare le paure della gente per interessi particolari". Ma mai ignorarle, ribadisce il cardinale, occorre analizzarne le motivazioni per cercare di risolverle.

I dieci comandamenti nel progetto dei padri dell'Ue

I padri dell'Unione europea, rilancia ancora il cardinale Angelo Bagnasco, dicevano senza vergogna che "un cammino di unificazione europea doveva basarsi sui 10 comandamenti". Non lo dicevano, aggiunge il presidente della Ccee, "pensando ad una unione confessionale, ma perché ritrovavano nel decalogo un distillato della Rivelazione, un distillato della migliore esperienza umana. E' questo che dobbiamo tenere tutt'oggi presente: il Decalogo deve tornare ad essere il riferimento culturale dell'umanesimo europeo.

 

Ascolta l'intervista di Gabriella Ceraso al card Angelo Bagnasco

 

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09 febbraio 2018, 18:47