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Marcia di Capodanno per la Pace: il popolo di Dio in cammino

Il 31 dicembre si torna a Sotto il Monte, paese natale di Giovanni XXIII, dove l’iniziativa partì 50 anni fa

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Torna anche quest’anno la Marcia di Capodanno per la Pace, tradizionale appuntamento del 31 dicembre organizzato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, Pax Christi Italia, Caritas italiana e Azione Cattolica. A 50 anni dalla prima edizione, i fedeli torneranno a camminare là dove tutto è iniziato: a Sotto il Monte, paese natale di Giovanni XXIII per tenere viva la memoria del Papa buono che tanto si adoperò per la pace.

 

Essere operatori di pace significa dire dei sì e dei no

Di pace parla anche Papa Francesco in un tweet di oggi: “In questi giorni – scrive – diamo spazio agli atteggiamenti e ai gesti che favoriscono la pace”. Per don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, tra gli organizzatori dell’evento, avere un atteggiamento di pace significa non solo parlarne, ma viverla nel concreto della propria vita dicendo no alla guerra, alle armi, al razzismo, e sì alla vita e all’accoglienza dell’altro.

 

Papa: migranti e rifugiati uomini e donne in cerca di pace

Le riflessioni durante la Marcia, come sempre, riprendono il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace che si celebra il 1 gennaio. Per il 2018 Francesco  invita a ripensare migranti e rifugiati come uomini e donne in cerca di pace. Il Papa – sottolinea don Sacco – si sofferma in particolare sulle donne, che pagano un prezzo altissimo nei cosiddetti viaggi della speranza. Di qui, poi, l’invito a guardare con occhi diversi questi fratelli, fuggiti da una realtà di violenza e povertà creata da un modello di sviluppo del mondo ormai non più sostenibile.

 

Nella Marcia è il popolo di Dio in cammino 

Don Sacco, infine, anticipa le tappe che percorrerà la Marcia di quest’anno, partendo dal recupero dello spirito di 50 anni fa, quando nel corso della prima edizione padre Turoldo specificò che quella che si cerca non è la “pace americana” o “russa”, ma “la pace di Cristo”. Ci saranno poi una tappa dedicata all’ecumenismo, al tema del disarmo e dell’impegno per la riconversione dell’industria militare, spazio per parlare di lavoro e per le testimonianze dirette di alcuni migranti, prima della grande Messa conclusiva a mezzanotte.

Ascolta l'intervista a don Renato Sacco

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30 dicembre 2017, 12:49