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Il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani Il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani 

Koch: nella fede in Gesù Cristo possiamo trovare l’unità

Nella settimana di preghiera ecumenica, che termina mercoledì prossimo, il prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani sottolinea il legame tra bene e giustizia. La guerra tra cristiani in Ucraina è un segnale molto triste, ma bisogna continuare il dialogo. L’eredità di Benedetto XVI: per lui l’unità era un concetto di fede

Mario Galgano – Città del Vaticano

“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” è il tema di quest’anno per la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, iniziata lo scorso 18 gennaio e che terminerà il 25. Le parole del profeta Isaia sono state scelte dalla Commissione del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani insieme al Consiglio della chiese del Minnesota, negli Stati Uniti.  Bene e giustizia, spiega il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero, sono infatti correlate ed essenziali per l’unità.

Ascolta l'intervista al cardinale Kurt Koch

Eminenza, qual è l’impulso che dal punto di visto cattolico può arrivare da questa settimana?

Questo leitmotiv ,“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dice che le due cose sono entrambe unite. Il fondamento di tutto l’ecumenismo è la preghiera per l’unità. Non possiamo fare cosa migliore che pregare per l’unità, perché noi uomini da soli non possiamo fare l’unità. Noi possiamo fare la divisione, la separazione, come mostra la storia, ma anche il presente. L’unità è sempre un dono dello Spirito Santo e la migliore preparazione per ricevere questo dono è la preghiera. D’altra parte però dobbiamo anche lavorare per l’unità, come dice il Santo Padre attraverso tre cose: camminare insieme, pregare insieme e collaborare insieme. A partire da questo dobbiamo ritrovare anche la giustizia tra i cristiani e tra le comunità ecclesiali.

Parlando di giustizia tra i cristiani, attualmente assistiamo purtroppo a questa brutta guerra che colpisce soprattutto i cristiani. Una guerra di cristiani contro cristiani in Europa. Come può il dialogo ecumenico dare un contributo alla pace?

È veramente un messaggio molto triste questo di cristiani che uccidono altri cristiani, ortodossi che uccidono altri ortodossi. Questo mostra che la religione è parte del problema, ma invece deve essere parte della soluzione. In questo senso dobbiamo continuare e approfondire il dialogo. Non c’è alternativa al dialogo per ritrovare la pace, ma il fondamento della pace è la giustizia, come dice il motto di quest’anno. In un altro capitolo del profeta Isaia si legge “il frutto della giustizia è la pace”, opus iustitiae pax. Era anche il motto di Pio XII, il segno del suo pontificato. Dobbiamo approfondire questo messaggio.

Questa è la prima settimana di preghiera per l’unità dei cristiani senza Benedetto XVI. Quale eredità lascia sull’ecumenismo sia come Papa che come teologo Joseph Ratzinger?

Papa Benedetto ha fatto molte cose per l’unità dei cristiani, già come teologo, poi come cardinale e Papa e non soltanto nel dialogo con gli ortodossi, che ha molto favorito, ma penso anche al dialogo con i protestanti. Per esempio la dichiarazione comune sulla giustificazione ad Asburgo nel 1999 è stato un grande contributo del cardinale Ratzinger. Penso che il suo concetto di ecumenismo fosse che l’unità non è un concetto politico ecclesiale, ma un concetto di fede. Il fondamento dell’ecumenismo è, negli occhi di Papa Benedetto, la fede che ogni membro del corpo di Cristo riceve al battesimo. Approfondire questo fondamento nella fede in Cristo stava molto a cuore a Papa Benedetto XVI. Possiamo dire che il suo ecumenismo era cristocentrico ed io ho avuto esperienza che molti rappresentanti di altre chiese e comunità ecclesiali hanno il cuore aperto a questo concetto. Possiamo ritrovare l’unità nella fede in Gesù Cristo.

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22 gennaio 2023, 08:00