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Un monastero in Siria Un monastero in Siria 

Francesco: dalla preghiera dei monasteri il sostegno alla Chiesa

Nel giorno in cui ricorre la memoria liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio e si celebra la Giornata Pro Orantibus, il Papa ricorda l’impegno quotidiano delle comunità monastiche. Sabato e domenica le iniziative del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e il Segretariato Assistenza Monache. Da Lecce, la testimonianza di una monaca benedettina che insieme alle consorelle gestisce Radio orantes e produce podcast

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

“I monasteri contemplativi, con il silenzio orante e nel sacrificio nascosto, sostengono maternamente la vita della Chiesa”. Così Papa Francesco, in un tweet dall'account @Pontifex, ricorda oggi, memoria liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio e Giornata Pro Orantibus, l’impegno quotidiano delle comunità monastiche. La consacrazione di Maria al servizio del Tempio di Gerusalemme richiama, in particolare, l’ideale della vita consacrata e claustrale, da qui l’invito a pregare, in questa giornata, per tutti i contemplativi. La ricorrenza mette, infatti, in luce l’appartenenza della Vergine a Dio, il suo esserne tempio, dimora da Lui scelta per incarnarsi. Ed è in questa offerta radicale di Maria che si riconosce il modello della consacrazione totale a Dio.

Le claustrali fari che illuminano il cammino di uomini e donne

“La Chiesa nei secoli ci ha sempre indicato Maria quale summa contemplatrix - scrive Papa Francesco nella Costituzione apostolica sulla vita contemplativa femminile Vultum Dei Quaerere -  dall’annunciazione alla risurrezione, attraverso il pellegrinaggio della fede culminato ai piedi della Croce, Maria resta in contemplazione del Mistero che la abita. In Maria intravediamo il cammino mistico della persona consacrata, stabilita nell’umile sapienza che gusta il mistero del compimento ultimo”. Il Papa precisa che sull’esempio della Vergine, “il contemplativo è la persona centrata in Dio, è colui per il quale Dio è l’unum necessarium”, che “capisce l’importanza delle cose, ma queste non rubano il suo cuore e non bloccano la sua mente, sono anzi una scala per arrivare a Dio”, Francesco definisce poi le claustrali “fari che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo” esortandole ad essere “in profonda comunione con la Chiesa, per diventare in essa prolungamento vivo del mistero di Maria vergine, sposa e madre, che accoglie e custodisce la Parola per restituirla al mondo, contribuendo a far nascere e crescere Cristo nel cuore degli uomini assetati, anche se spesso inconsapevo­lmente, di Colui che è ‘via, verità e vita’ ”. 

Le iniziative in occasione della Giornata Pro Orantibus

La Chiesa dedica il 21 novembre come giorno di preghiera e di ringraziamento per la vocazione contemplativa dal 1953, anno in cui nasce, su impulso della Sacra Congregazione dei Religiosi - oggi Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica - il Segretariato Assistenza Monache. L’obiettivo è quello di divulgare i valori spirituali della vita contemplativa, farne conoscere gli elementi essenziali, sostenere le comunità di clausura femminili nei loro bisogni quotidiani, contribuire alle spese mediche per le religiose. Oggi, l’organismo provvede, soprattutto, alle necessità dei monasteri in difficoltà sparsi nei cinque continenti. In occasione della Giornata Pro Orantibus, il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e il Segretariato Assistenza Monache hanno previsto due appuntamenti: sabato 26 novembre un incontro online per approfondire i due ultimi documenti sulla vita contemplativa Vultum Dei Quaerere e Cor Orans, e domenica 27 novembre, la Messa alle 11 nella chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, a Roma, che sarà trasmessa in diretta su RaiUno, presieduta da monsignor José Carballo, segretario del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Ma qual è il senso più profondo della Giornata Pro Orantibus? Per suor Luciana Mirjam Mele, monaca benedettina del monastero San Giovanni Evangelista di Lecce, è cogliere l'unione con Dio che è comune a tutta la Chiesa; pregare per le religiose di clausura invita anche a guardare alla dimensione di chi ha consacrato interamente la propria vita all'Altissimo e a sua volta riscoprire la Grazia battesimale, spiega suor Luciana, che insieme ad altre tre consorelle gestisce Radio orantes, un'emittente dal monastero che produce anche podcast, con testi e parte tecnica curati dalle monache, che stanno riscuotendo ampio apprezzamento.

Ascolta l'intervista a suor Luciana Mirjam Mele

Che cosa vuol dire oggi pregare per le claustrali?

Pregare per e con le claustrali significa scoprire una dimensione della Chiesa. Ed è una dimensione che nasce dalla sua unione sponsale con Cristo, l'Orante, il Sacerdote che intercede per tutta l'umanità. Noi, con il battesimo, siamo partecipi di questo ufficio del Signore; è in Lui che tutta la Chiesa prega e offre con la propria esistenza il culto gradito al Padre, e in Lui abbiamo accesso al Padre. Allora la nostra vita non fa che evidenziare quella che è una dimensione comune a tutta la Chiesa, questo è molto bello: è la riscoperta del rapporto strettissimo tra una vocazione specifica e la vocazione battesimale.

Papa Francesco nella costituzione apostolica Vultum Dei Quaerere definisce le claustrali fari che illuminano il cammino di uomini e donne di oggi. In che siete vicine alla gente?

Credo che il modo più comune, più evidente, possa essere quello dell’esserci, una comunità che è in un territorio, che vive una dimensione di vita comune ma anche altra, nella costituzione di una comunità che si raduna intorno al mistero di Cristo. È l'ascolto, quindi esserci innanzitutto, al di là di quello che questo nostro esserci può declinare con l’azione, con una certa visibilità. E poi un'altra dimensione che nasce da qui è la dimensione dell'ascolto, ascolto come vigilanza, attenzione, assenza di giudizio, accoglienza del bene che è in tutti e in tutte. Accoglienza anche di una proposta di cammino da condividere, una progettualità da condividere.

Voi, monache benedettine del Monastero di San Giovanni Evangelista di Lecce, gestite una radio. Anche questo è un modo per raggiungere gli uomini e le donne di oggi?

Si, è nata innanzitutto con il bisogno di irradiare una preghiera corale, anche se adesso per motivi tecnici, a causa di alcuni interventi di restauro, possiamo trasmettere della nostra opus dei, in diretta, semplicemente l’Ufficio delle letture, ma speriamo che i lavori accelerino e che quindi sia possibile ritornare a irradiare tutte le ore della liturgia. E poi abbiamo varie rubriche e soprattutto in questo periodo abbiamo cercato di realizzare, anche con l’aiuto di un nostro caro amico, Simone Epifani, dei podcast di alcune rubriche e interviste. Ad esempio la rubrica intitolata “La Sapienza monastica” nella quale cerchiamo di far conoscere non soltanto quello che è il patrimonio della nostra tradizione, gli scritti dei grandi Padri e delle Madri del monachesimo, ma anche le esperienze contemporanee di vario segno, a tutto campo, che riguardano anche il mondo interreligioso, quindi l’esperienza dei buddisti, l’esperienza degli amici ebrei, degli amici e dei fratelli musulmani. Sono rubriche che si possono ascoltare anche in podcast sul sito del nostro monastero. E poi un'altra rubrica è quella ecumenica, incontri e testimonianze che possono raggiungere il nostro cuore, così speriamo. Perché scegliere questi interlocutori significa già aver attivato un’attenzione, una sensibilità e quindi donare questo incontro a chi ci ascolta. E poi la Parola di Dio, la Lectio divina.

Che tipo di risposta avete a proposito di questi nuovi prodotti che offrite?

C’è una risposta positiva, anche grazie alla grande competenza di questo nostro giovanissimo amico che ci aiuta. C’è una condivisione che ci incoraggia e ci sprona a lavorare con maggiore impegno, competenza e dedizione. Così una voce che affida al silenzio e alla misura della parola un percorso, una luce, se la luce può essere affidata all’ascolto.

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21 novembre 2022, 14:09