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Athletica Vaticana nella città di Lutero: gesti ecumenici e vittorie

Conclusa con successo la prima trasferta internazionale della squadra podistica della Santa Sede, nella tedesca Wittenberg: abbraccio fraterno tra don Vincenzo Puccio, parroco di Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia) vincitore della 10 km notturna e della mezza maratona sull’Elba di domenica, e il parroco luterano Johannes Block, che ha invitato il Papa nella città dove è iniziata la Riforma protestante

Alessandro Di Bussolo – Wittenberg (Germania)

Una benedizione reciproca e un abbraccio fraterno: si conclude così la prima trasferta internazionale di Athletica Vaticana, la squadra podistica della Santa Sede nata ufficialmente nel gennaio di quest’anno. Al termine della festa di congedo organizzata dalla Mz Laufgruppe, la squadra di runner di Wittenberg che ha invitato nella città di Lutero la delegazione di 30 atleti vaticani, il vincitore delle due corse del weekend, don Vincenzo Puccio, parroco siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto, benedice il parroco luterano Johannes Block, che poi lo benedice a sua volta, prima dell’abbraccio fraterno.

La lettera con l’invito a Papa Francesco

Il pastore è il promotore della lettera con cui le autorità politiche e religiose di questa città della Sassonia sulle rive dell’Elba invitano Papa Francesco a visitare il luogo dove Martin Lutero, poco più di 500 anni fa, diede inizio alla Riforma protestante. Nel corso della stessa festa di congedo, il presidente di Athletica Vaticana, mons. Melchor Sanchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura e responsabile del dipartimento “sport e cultura”, sottolinea a Vatican News “l’altissimo valore simbolico della presenza di una squadra di podisti vaticani nella città che ha visto l’inizio della Riforma protestante, che rimane una delle ferite aperte nella cristianità”.

Nella mezza maratona il podio è tutto biancogiallo

Ieri mattina, in una splendida giornata di sole dopo la pioggia che sabato sera aveva bagnato la corsa di 10 km in città, don Vincenzo Puccio, atleta di livello prima di entrare in seminario e oggi parroco a Santa Venere, Barcellona Pozzo di Gotto, dove ha creato un originale oratorio podistico e campestre, ha vinto in solitaria la mezza maratona, bissando il successo della sera prima. Dopo 21 chilometri sull’argine dell’Elba, lungo la pista ciclabile che da Worlitz porta a Wittenberg, ha preceduto l’alabardiere della Guardia svizzera Thierry Roch, arrivato a poco più di 6 minuti, e Emiliano Morbidelli, tecnico all'Ospedale Bambino Gesù, a 7 minuti.

Don Vincenzo Puccio, il parroco-maratoneta

Don Puccio: lo sport ha il linguaggio del cuore e del corpo

Pur non parlando tedesco, don Vincenzo ha potuto portare ai 60 maratoneti e al pubblico lungo il percorso il messaggio di fede in Cristo che ci ha chiamati fratelli nel Signore, quello che ripete ad ogni vittoria, come accade spesso in giro per l’Italia, dopo aver baciato la terra all’arrivo al traguardo. “Lo sport ha un linguaggio unico che vale per tutti, il linguaggio del cuore e del corpo – ha detto a Vatican News. Oggi abbiamo corso in mezzo alla Creazione e per me è stata una gioia vincere ma soprattutto testimoniare la mia fede in questo luogo. Ho potuto incontrare il pastore che ci ha dato una lettera per Papa Francesco e spero che il Santo Padre possa venire qui”.

L'avventura di Sara a Wittenberg

Poi spinge la piccola Sara che vuole tornare da papà

E poi ha raccontato la bella esperienza fatta alla fine della gara, quando Sara Vargetto, la portabandiera della squadra, 10 anni e un grande sorriso col quale combatte una grave malattia neurodegenerativa che la fa correre in sedia a rotelle, “mi ha chiesto di tornare indietro per riprendere papà, e questa è una testimonianza stupenda. Molte volte nella vita non sappiamo tornare indietro, e invece sarebbe importante farlo, nella storia e nella memoria, per riportare l’unità tra i cristiani”. “Ringrazio il Signore di quest’altra vittoria e la dedico a Papa Francesco, ha concluso don Vincenzo: che sia sempre un punto d’incontro tra Dio e la storia dell’uomo”.

La festa della Wittenberg Nachtlauf

La gara di sabato sera, la Wittenberg Nachtlauf , è stata una vera festa per tutta la città. Più di 600 i partecipanti, che hanno sfidato la pioggia a tratti battente nella 10 km e nella staffetta di 6 km, alla quale Athletica Vaticana ha partecipato con Massimiliano Coluccio, della Direzione Servizi economici, lievemente infortunato, ma che ha proseguito poi anche nella 10 km; Gianluca Palazzi, pensionato vaticano in sedia a rotelle, spinto da Stefano Cialella, atleta delle Fiamme azzurre, e Doreen Meyer, organizzatrice locale del viaggio della squadra vaticana e allenatrice della squadra di Wittenberg, la Mz Laufgruppe, che ha indossato la maglietta biancogialla in una inedita staffetta ecumenica.

Vittorie, ma in un clima di amicizia e fratellanza

La 10 km è stata vinta da don Vincenzo Puccio, mentre a poco più di 2 minuti è arrivato don Gianni Buontempo, officiale del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e al quarto posto, a soli 12 secondi dal terzo classificato, Emiliano Morbidelli. Quinto, a completare il successo della squadra, l'alabardiere Thierry Roch. Non è stata però una sfida con la squadra locale, che conta più di 200 membri, ma praticamente tutti amatori e tutti in festa lungo il circuito di due chilometri ripetuto cinque volte.

Una testimonianza per la maggioranza che non crede

“Si è creato uno straordinario ambiente di amicizia e di fratellanza – conferma mons. Sanchez de Toca - tra i podisti vaticani e i loro compagni tedeschi. Abbiamo potuto partecipare alla Messa nella parrocchia cattolica di Wittenberg ma siamo anche stati accolti dal pastore della parrocchia protestante che è, in un certo senso, il successore di Lutero in questa città, dove anche i protestanti sono una minoranza”. Solo il 15 per cento degli abitanti si dichiara infatti evangelico e il 2 per cento cattolico, “una minoranza davanti alla stragrande maggioranza di persone che si dichiarano non credenti”. Insieme, prosegue il presidente di Athletica Vaticana, “affrontiamo le sfide dell’Europa e qui lo sport si rivela ancora uno strumento di dialogo straordinario, sia tra credenti in Cristo appartenenti a diverse confessioni, sia tra credenti e non credenti”.

Ascolta l'intervista a mons. Sanchez de Toca

Mons. Sanchez: abbiamo messo un seme, Dio lo farà crescere

Con la loro presenza, laici e sacerdoti podisti, che alla partenza di ogni corsa hanno donato ai compagni di fatica la “preghiera del maratoneta” hanno piantato il seme. “Una testimonianza gioiosa di una vita cristiana che attira per la pienezza e la bellezza – spiega ancora mons. Sanchez. Lo ricordava il parroco cattolico nell’omelia questa mattina: Cristo è la pienezza della vita a la dona a chi si avvicina a lui. Non sappiamo cosa Dio abbia riservato alla nostra presenza in questa città; noi abbiamo piantato, tocca a lui far crescere e germogliare”.

Mons. Sanchez: insieme verso chi non crede

Ora in Montenegro per i Giochi dei piccoli Stati

Prossima tappa, ricorda il presidente, “i Giochi dei piccoli Stati europei in Montenegro, tra due settimane, dove ci sarà una delegazione di Athletica Vaticana. Riceviamo tanti inviti che dobbiamo vagliare attentamente. Non si tratta di correre e basta: si tratta di portare un messaggio, e dobbiamo scegliere molto bene i luoghi dove portarlo, seguendo in questo l’esempio di Papa Francesco. Una destinazione ad alto valore simbolico e culturale saranno i Giochi del Mediterraneo che si terranno tra due anni ad Oran, in Algeria, dove il vescovo Jean-Paul Vesco è il nostro miglior ambasciatore: un gran maratoneta e podista”.

I valori dello sport “ossigenano la mente”

Al termine della gara bagnata di sabato sera, abbiamo raccolto la testimonianza di don Vincenzo Puccio, che ha ricordato come l’ecumenismo chieda “un cambiamento del cuore. Siamo qui anche per ricostruire un legame dove è nata una divisione. Ogni scambio, come quello che avviene in questi giorni, è costruire dei ponti, e qui cerchiamo di costruire un dialogo nella fraternità, facendoci guidare dall’etica del bene comune”. E’ fondamentale, per il parroco siciliano, “anche trasmettere ai giovani i valori dello sport, quelli che ossigenano la mente e che li aiutano a vivere appieno la loro umanità”.

Padre Castrilli: correre insieme esperienza di comunione

Accanto a lui c’era l’amico padre Pasquale Castrilli, missionario degli Oblati di Maria Immacolata a Messina e giornalista, convinto che “lo sport può davvero aprire un dialogo di amicizia e fraternità al di là dei tavoli ecumenici ufficiali. Può fare molto la passione comune per la corsa, che è uno sport molto umile, molto semplice, che ha una dimensione di inclusione: tutti possiamo correre, al di là dell’età e della condizione fisica, e correre insieme è un’esperienza di grande comunione e fraternità, e io sul percorso l’ho vista”.

L’alabardiere Roch: “Ho visto che la Chiesa universale esiste”

Lo sguardo giovane è quello della guardia svizzera Thierry Roch. “Siamo stati ben accolti, i tedeschi hanno dimostrato di avere un grande cuore – ci ha detto - si è vista la gioia di incontrarsi, si è visto che le due comunità, quella protestante e quella cattolica, sanno vivere insieme, e che la Chiesa universale esiste”. Non solo sport, celebrazioni e incontri di festa, per gli atleti vaticani: sabato mattina hanno visitato il centro per persone diversamente abili “Augustinuswerk”, fondato dalle parrocchie cattolica e protestante e affiliato alla Caritas della diocesi di Magdeburgo.

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Il debutto internazionale dei podisti vaticani
13 maggio 2019, 08:41