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Mons. Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu di Ginevra Mons. Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede all'Onu di Ginevra 

Jurkovic: debito estero eccessivo schiaccia diritti dei più poveri

Il debito estero dei Paesi poveri è spesso un peso per loro intollerabile. All'Onu di Ginevra, mons. Jurkovic ha sollecitato la comunità internazionale ad assumere politiche trasparenti e responsabili adatte a sostenere chi deve ristrutturare una economia

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Un fardello che finisce per rendere schiavi di quel sistema tanto immateriale quanto, in certi casi, implacabile che è il mondo finanziario. Perché c’è una domanda spesso elusa quando si tratta di imporre l’onere di un debito sulle spalle di un Paese in difficoltà economica: in che modo lo sforzo per ripianarlo mina i diritti umani di chi vive in quel Paese?

Sistemi "predatori"

Non mancano gli esempi del passato – la Grecia in tempi recenti e soprattutto il caso del crac argentino del Duemila, con Buenos Aires alle prese ancora oggi con il ripianamento di un debito reso particolarmente ostico dagli speculatori dei cosiddetti “fondi avvoltoio”. E proprio a questo tipologia di misure finanziare, definite  “predatorie” fa riferimento l’arcivescovo Ivan Jurkovič, osservatore permanente all’Onu di Ginevra, nel suo intervento alla 37.ma sessione del Consiglio per i diritti umani.

Vigilare sullo sviluppo

L’incontro, incentrato sull'impatto del debito estero e di altri obblighi finanziari sui diritti umani, ha visto il delegato pontificio ricordare, fra l’altro, le parole di Papa Francesco pronunciate nel 2015 alle Nazioni Unite quanto esortò a gli organismi finanziari internazionali a “vigilare” sullo “sviluppo sostenibile dei Paesi” per evitare “l’asfissiante sottomissione di tali Paesi a sistemi creditizi che, ben lungi dal promuovere il progresso, sottomettono le popolazioni a meccanismi di maggiore povertà, esclusione e dipendenza”.

Strategie anticorruzione

Oggi che, rispetto a 20 anni, la strutturazione di un debito estero coinvolge molti più enti, perché esso sia “sostenibile” e dunque onorato è necessario, secondo mons. Jurkovič, “promuovere politiche più solide circa la trasparenza del bilancio pubblico, l'assunzione e il prestito responsabile”, come pure di strategie “che frenino l'evasione fiscale e la corruzione”. Quando accade che un disastro si abbatta su una nazione, o quando “la carestia” arrivi a mettere in ginocchio zone povere, si deve essere dunque in grado – asserisce il rappresentante vaticano – “di valutare queste situazioni” affinché i Principi Guida Onu risultino “applicabili a diverse circostanze nel contesto di acute crisi finanziarie, in periodi economici meno sfavorevoli”, tanto nei Paesi in via di sviluppo quanto nelle “economie altamente avanzate".

Finanza responsabile e trasparente

La crisi mondiale da cui il pianeta cerca con molti sforzi di uscire ha dimostrato, per  mons. Jurkovič, “una profonda negligenza strutturale dei diritti umani” nella formulazione delle politiche economiche, compresa  una “insufficiente protezione dei più svantaggiati” e una “mancanza di attenzione” di “trasparenza e responsabilità”. Del resto, ricorda il presule, “relazioni finanziarie che aumentano la disuguaglianza e non riescono a promuovere la convergenza dei redditi sono contrari a giustizia”. L’auspicio della Santa Sede, dunque, è che “gli sforzi precedenti dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per migliorare la ristrutturazione del debito” portino a alla creazione di un sistema finanziario più “responsabile e trasparente”. 

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02 marzo 2018, 14:56