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Sant'Antonio Maria Gianelli, vescovo di Bobbio, fondatore delle Figlie di Maria

Educatore dei giovani

Dopo una breve esperienza presso S. Matteo, la celebre abbazia dei Doria, fu nominato docente di lettere alle Carcare, nel collegio degli Scolopi e sposò in pieno il metodo educativo preventivo. Resasi vacante la cattedra di retorica in Seminario, l’arcivescovo lo richiamò affidandogli l’incarico. L’impegno a favore degli studenti del seminario non esaurì l’azione pastorale del Gianelli. S’impegnò infatti a favore dei poveri colpiti dalla carestia negli anni 1816-17 e si dedicò alla predicazione ovunque veniva invitato.

L’esperienza di Chiavari

Nel 1826 l’arcivescovo lo mandò a reggere l’arcipretura di Chiavari, insigne collegiata, dicendogli: “Fate conto di intraprendere una missione non di pochi dì, ma dieci o dodici anni”. E così sarà.

Vi fondò un seminario nel quale indicò come testi di studio la Summa teologia di san Tommaso e le opere di sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Resosi conto della necessità di investire sulla formazione spirituale del clero e del popolo, già nel 1827 fondò una congregazione – i Liguoriani - col compito di predicare al clero e al popolo. Accanto all’impegno spirituale e culturale, s’inserì nella Società Economica fondata a Chiavari a scopo di cultura e beneficienza, dedicandosi altresì all’ospizio da essa sostenuta a favore delle orfane, affidandone le cure alle Signore della Carità, primo passo per la successiva fondazione delle Figlie di Maria, dette anche Gianelline.

Vescovo di Bobbio

Il 27 novembre 1837 l’arciprete Antonio Maria scrive a suor Maria Caterina: “Vogliono farmi vescovo di Bobbio ad ogni costo. Io ho fatto le mie difficoltà che il Signore mi ha fatto conoscere, ma pare che non bastino. Se il Sommo Pontefice non mi rifiuta, il Re è deciso”. Il 6 maggio 1838 viene ordinato Vescovo nella cattedrale di san Lorenzo in Genova. La diocesi non era particolarmente viva: nel 1807, con l’invasione francese, era stata soppressa, e seppur ripristinata dieci anni dopo, la sede episcopale rimase vacante per notevole tempo. Con l’aiuto dei Liguoriani organizzò le missioni al popolo, rincuorò i sacerdoti e, animato dalla stessa passione pastorale, provvide a cambiare i parroci più ritrosi e allontanare dalla diocesi quanti erano estranei alla vita di quella chiesa e creavano problemi. Rifondò il Seminario diocesano e rilanciò il culto a san Colombano, impegnandosi anche a restaurare il tempio a lui dedicato.

Morì improvvisamente il 7 giugno 1846 a Piacenza, dove si era andato a ritirare per un periodo di riposo.

L’11 aprile 1920 Benedetto XV ne proclamò l’eroicità delle virtù; Pio XI lo proclamò beato il 19 aprile 1925 e Pio XII santo il 21 ottobre 1951.